Castelnuovo di Farfa – il corrosivo “VERBA” Brano dalla raccolta Muralese Castelnuovesi di Franco Leggeri.
Biblioteca DEA SABINA
Castelnuovo di Farfa – il corrosivo “VERBA”
Brano dalla raccolta Muralese Castelnuovesi di Franco Leggeri.
Castelnuovo di Farfa- Ai castelnuovesi della mia generazione come dice Pasolini :”non era concesso sperimentare il conformismo dei giovani ribelli”. Noi che siamo nati solo come “carne” siamo dovuti nascere anche come “spirito” poi, nel distacco adolescenziale, abbiamo anche sperimentato la ribellione, ma fu difficile ribellarsi contro il “vuoto”. Noi giovani castelnuovesi riuscimmo, da umili larve, a volare via , ci fu chi atterrò lontano e chi vicino; chi ebbe la forza di tornare e chi si è invece disperso nell’infinito cielo.
Sono tornato , molto spesso, nel mio Dedalo, nei miei vicoli e nelle mie vie circolari , raggi che partono dal totem che è la “Fontanella della Piazzetta” .
Ho vissuto e camminato nella notte castelnuovese, quando i veli del silenzio mostrano i disegni, tratti di pennellate di colore indefinito che sono lasciati dal pianto della terra. I miei vicoli di Castelnuovo sono per me arterie che alimentano i pensieri per poi arrivare alle radici del tempo passato. Allora i ricordi diventano , a volte, il mio pane della tristezza, ma anche l’humus dove sboccia la tenerezza , la fragilità, della mia poesia.
Ora che sono al crepuscolo della mia vita devo riordinare le parole, i segni e, con saggezza, dividerli dalle “chiacchere” e dal rumore interiore prodotto dai veli che si agitano all’alito della luna castelnuovese.
La luna che illumina via Coronari e via Garibaldi sino al totem della Piazzetta dove dalla Fontanella sgorgano fiumi di Ricordi e la “grammatica” che alimentava il sogno di un “posto” diverso .
Noi ragazzi di allora avevamo le unghie forti che si conficcano nell’anima per trovare la forza di annullare il distacco.
Abitare le parole è diventato un esercizio , anche testimonianza, per trasformare il pensiero in immagine e i paradossi in “profili” di letture.
Se i ricordi diventano racconti estrapolati dai colori macinati e prodotti da meccanismi che non rispettano le regole ecco, allora, che la forza dirompente dei personaggi iniziano a muoversi e a intravedersi nella rete di Dedalo. Escono allora dal letargo le barche cariche di pensieri è così che la penna entra nell’inchiostro della navigazione e il contesto innovativo esce dall’esperimento e il viaggio della penna prosegue, naviga, nelle motivazioni degli “abissi profondi” in questo mare aperto che offre la visione “larga” necessaria per scrivere e descrivere “l’Orgoglio Castelnuovese”. L’Orgoglio è la volontà libera racchiusa nell’irrazionale dove le azioni non sono trappole, ma pluralità costruttiva all’interno di spazi di libertà “liquida”. Noi castelnuovesi riusciamo a scoprire il vero volto del nemico, il vigliacco dietro le quinte , verme serpente nascosto nel letame dei suoi residui organici.L’Orgoglio dei castelnuovesi è stata la forza di cancellarsi dal volto quella atavica paura e con coraggio hanno saputo attraversare le frontiere del servilismo.
Si può leggere ancora il racconto di intere generazioni che hanno inciso i frammenti dei loro racconti nei campi arati , fertili, ma protetti dall’oro del silenzio.
Nelle notti si possono ascoltare le voci dei contadini di Castelnuovo:“………I sospiri, le vibrazioni e il ritmo della vita umile dei contadini che attendono una nuova alba. Sogni soffocati dalla stanchezza, attimi di gioia strappati all’impossibile. Gli assoli di note fuggite a cavallo di onde distese sul pentagramma, dove le note sono gocce di sudore di una vita che si consuma nel breve segmento di un riposo povero , dopo una cena avara…….”
Brano dalla raccolta Muralese Castelnuovesi di Franco Leggeri.