La piccola Thérèse di Lisieux s’impossessò senza timore delle virtù di Cristo per avvicinarsi a Dio. La sua poesia “Se io avessi commesso tutti i crimini possibili…” riassume perfettamente la grazia della sua “piccola via”, alla portata di tutti.
Santa Thérèse di Lisieux è un genio spirituale la cui audacia si fonda su una teologia sicurissima. La Chiesa non l’ha forse riconosciuta come uno dei suoi dottori? È alla luce della sua solidità dottrinale che possiamo meditare la sua celebre poesia “Se io avessi commesso…”:
Se io avessi commesso tutti i crimini possibili
conserverei sempre la stessa fiducia,
perché so bene che quella legione di offese
non è che una goccia d’acqua in un braciere ardente.
La rivelazione del Sinai ci insegna che Dio è un fuoco che non consuma. A che può servire un fuoco, se non a bruciare? Ora, il mistero di un fuoco che brucia senza consumare non è comprensibile che se vediamo all’opera un Essere che, come un “braciere ardente”, brucia in noi i nostri peccati senza distruggerci. E poiché Dio è infinito in misericordia, quest’ultima sarà sempre superiore all’insieme delle nostre trasgressioni, cosa che sostiene Thérèse nel conservare fiducia malgrado “tutti i crimini possibili”. Benché serissimi, questi ultimi sono come “gocce d’acqua” comparate al braciere della misericordia divina.
Un cuore che soffre
Sì, ho bisogno di un cuore tutto ardente di tenerezza,
che resti punto di appoggio per me, e che senza alcun tornaconto
ami tutto di me, perfino la mia debolezza,
e che non mi lasci mai, né di giorno né di notte.
Qui la poesia sottintende la divinità di Cristo: quale altro cuore potrebbe non lasciare il credente «né di giorno né di notte», se non quello onnipresente di Dio? Anzi, Dio – che conosce le proprie creature – non è mai disgustato dalle loro debolezze, al contrario vi ravvisa l’occasione di spalancare ancora di più la propria misericordia.
No: non sono riuscita a trovare alcuna altra creatura
che mi amasse fino a questo punto, e senza mai morire.
Perché ho bisogno di un Dio che prenda la mia natura,
che diventi mio fratello, e che possa soffrire.
In questa quartina Thérèse sottolinea la realtà dell’Incarnazione: in Gesù, Dio si è fatto pienamente uomo al punto da essere diventato capace di soffrire. Egli resta nondimeno Dio, e dopo essere risorto al terzo giorno non può più morire.
Notiamo che la fraternità di Cristo rispetto a noi risulta esemplata sulla sua capacità di soffrire come noi e con noi. È questa amicizia nella solidarietà che spinge Thérèse a meravigliarsi di un Dio che l’«amasse fino a questo punto».
La santità di Gesù è la nostra
So fin troppo bene che tutti i nostri atti di giustizia
non hanno il minimo valore davanti al tuo sguardo,
e per dare prezzo a tutti i miei sacrifici
sì, voglio gettarli fin dentro al tuo cuore divino.
Thérèse non si fa troppe illusioni sulla giustizia degli uomini. Ad ogni modo non si scoraggia: non cerca in sé stessa la virtù, ma in Gesù. La comunione dei santi significa anzitutto comunione nelle cose sante. Ora, la prima “cosa santa” è Gesù stesso. Quel che è suo è pure, per l’opera della Redenzione, diventato nostro, così come nell’Incarnazione quel che è nostro è diventato suo. Noi gli abbiamo dato una natura mortale e, in cambio, egli ci ha donato la sua santità. In virtù di questo admirabile commercium, tutto a nostro vantaggio, i nostri sacrifici assumono valore quando vengono appuntati sulla Croce.
L’amore perfetto
No, neppure una creatura hai trovato senza colpa
in mezzo ai bagliori: ci donasti allora la tua legge
e nel tuo cuore sacro, Gesù, mi nascondo.
No, non tremo perché la mia virtù sei tu.
Santa Teresa di Lisieux
Questa quartina completa la precedente. La Scrittura afferma che anche gli angeli non sono puri agli occhi di Dio. A fortiori gli uomini! E tuttavia ancora una volta Thérèse «non trema»: «L’amore perfetto esclude il timore» (1Gv 4,18). Effettivamente, perché tremare laddove, per la fede, la nostra virtù non è la nostra ma quella dell’Uomo perfetto, Gesù? In ciascuno di noi il Padre vede il Figlio nel quale «noi ci nascondiamo», secondo le parole della poesia: come potrebbe Egli trattarci altrimenti, allora, che come figlie e figli amatissimi?
Paradossalmente, è la piccola via di Thérèse che ci offre la sicurezza di poter stare senza paura davanti a Dio. Come una bambina, Thérèse si rimette completamente al nostro Padre celeste per arrivare a camminare sulle vette. Anche la sua spiritualità, ancorata in una teologia sicurissima, è liberatrice perché porta a compimento quel che Gesù è venuto a elemosinare su questa terra: la nostra fede e la nostra fiducia. La santa di Lisieux opera una sorta di prodigiosa sintesi dello spirituale e del dottrinale.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]
NAWAL AL SAADAWI LA PRIMA VERA FEMMINISTA DEL MONDO ARABO
-Vanilla Magazine Club-
NAWAL AL SAADAWI è stat definita la Simone de Beauvoir del mondo arabo Nawal lottò per tutta la vita per i diritti delle donne, si definiva socialista femminista e non comunista perché Marx non le piaceva, ma non la politica quanto tutte le religioni interpretate dagli uomini hanno sempre relegato la donna a una posizione subordinata arrivando fino alla barbarie.
Nawal al Saadawi era nata il 27 ottobre 1931 a Kafr Tahla, un villaggio a nord del Cairo. La famiglia era benestante nonostante i 9 figli, il padre era un funzionario governativo piuttosto progressista, grande oppositore di Re Farouk e dell’occupazione inglese, la madre Zaynab una donna forte che avrebbe voluto studiare musica ma non le fu concesso e venne ritirata dalla scuola per farla sposare. Entrambi i genitori erano affettuosi e fautori della libertà individuale eppure a soli 6 anni Nawal subì la mutilazione genitale.
Nawal scrisse che stesa nel bagno di casa con 4 donne che le tenevano braccia e gambe aperte, “mi avevano tagliato qualcosa fra le cosce”, un trauma che restò sempre il primo pensiero della sua battaglia.
La barbara tradizione della mutilazione è pre islamica e in alcuni paesi musulmani, come l’Iran per esempio, non è mai stata praticata mentre è invece diffusissima in Africa anche fra i cristiani copti e il 98% delle donne somale e più del 90% delle donne egiziane l’hanno subita spesso nella forma peggiore, la mutilazione “faraonica” (che noi chiamiamo infibulazione) che prevede il taglio del clitoride, delle piccole e grandi labbra e la cucitura della vulva che viene riaperta dallo sposo dopo il matrimonio. Molte mummie egiziane la presentano, dimostrazione della diffusione da tempi antichissimi prima dell’arrivo dell’Islam. Nonostante sia ora vietata in alcune nazioni, la tradizione ancora resiste
Nawal era religiosa ma ribelle e scriveva ad Allah ponendogli domande, ad esempio perché la nascita di un maschietto venisse festeggiata da tutto il villaggio mentre quella di una femmina passasse nel silenzio più assoluto o perché le neonate venissero spesso sotterrate nei tempi passati come raccontavano gli anziani, o perché venissero mutilate.
“il mio dubbio riguardava ebraismo, cristianesimo e islam, fin da quando ero alle scuole elementari con le mie amiche leggevamo i tre libri sacri, l’Antico Testamento, il Nuovo Testamento e il Corano. Sebbene fossimo giovanissime, quei libri non ci convincevano, sentivamo che lì le donne venivano disprezzate”.
A soli 10 anni Nawal si oppose al matrimonio combinato volendo continuare gli studi e nel villaggio era guardata con astio per il suo rifiuto della tradizione, solo la madre la sosteneva e, non potendolo esprimere apertamente, le parole di incoraggiamento gliele diceva in un orecchio.
Nawal voleva fermamente diventare medico e scrittrice e alla fine il padre cedette e Shatra, ovvero intelligente, come veniva chiamata in famiglia, fu iscritta alla scuola media al Cairo, poi alle superiori in collegio a Helwan e infine all’Università di Giza dove si laureò in medicina nel 1955 con il massimo dei voti e specializzandosi poi in psichiatria.
Già alle superiori Nawal aveva cominciato a organizzare spettacoli con il suo Teatro delle Libertà, a scrivere e a partecipare, unica donna in mezzo agli uomini, a manifestazioni politiche.
Dopo la laurea iniziò ad esercitare nel villaggio natale affrontando i risvolti psicologici delle violenze fisiche sulle donne e delle mutilazioni, parlando di aborto e di sessualità femminile ma presto venne richiamata al Cairo e assunta all’Università.
Nei suoi libri racconta che spesso le venivano portate ragazze subito dopo la prima notte di matrimonio se non avevano perso sangue e lei mentiva confermandone la verginità per salvarne la stessa vita.
Nel 1955 sposò il suo primo marito, il medico Ahmed Helmi dal quale ebbe una figlia e in seguito un altro medico, Rashad Bey, ma entrambi i matrimoni finirono col divorzio perché i mariti volevano imporle di smettere di scrivere e esercitare sostenendo che le sue idee danneggiavano la loro carriera.
Nel 1958 Nawal venne assunta al Ministero della Sanità Pubblica diventando nel 1966 direttore del reparto di Educazione Sanitaria ma le sue idee e i suoi scritti creavano imbarazzo, nel 1969 pubblicò il libro “Donne e sesso” dove denunciava la mutilazione femminile, il rapporto fra onore e verginità, la discriminazione della donna. Il libro venne censurato e le costò il posto di lavoro al Ministero nel 1972.
Nawal non mollò, continuò a scrivere, nel 1964 aveva sposato il suo terzo marito Sherif Hetata, un medico conosciuto al ministero che era stato imprigionato per le sue idee politiche e che appoggiava la lotta per la libertà femminile. Da lui ebbe un figlio.
Il suo giornale medico “Salute” da lei fondato nel 1968 venne chiuso e a causa dei suoi scritti Nawal perse anche il posto di segretario dell’Associazione Medica, dal 1973 al 1976 fu ricercatrice alla facoltà di Medicina dall’Università Ayn Shams del Cairo affrontando il problema delle nevrosi femminili.
Nel 1975 pubblicò “Firdaus, storia di una donna egiziana” una prostituta condannata a morte per aver ucciso un violento che la schiavizzava, e nel 1977 “La faccia nascosta di Eva” dove raccontava, fra l’altro, i dettagli della sua mutilazione.
Dal 1979 al 1980 fu consulente dell’ONU per il programma delle donne in Africa e Medio Oriente
A causa delle sue prese di posizione contro Sadat nel 1981 Nawal venne arrestata e rimase in carcere due mesi fino all’uccisione del presidente in ottobre. Privata di carta e penna, in cella scrisse su un rotolo di carta igienica con la matita Kajal “Memorie dalla prigione femminile” e poco dopo la liberazione, nel 1982, fondò l’Associazione di Solidarietà delle Donne Arabe che fu dichiarata fuori legge e chiusa dal governo nel 1991. Nawal rientrò in carcere per pochi mesi e nel 1992 fu inserita nella Lista nera dei fondamentalisti islamici con la condanna a morte che la costrinsero a scappare e rifugiarsi prima in Olanda e poi negli Stati Uniti dove il marito tradusse in inglese i suoi libri dandole fama mondiale mentre lei ottenne una cattedra alla Duke University di Durham (Carolina del nord) e fu invitata a conferenze nelle più prestigiose università americane.
La coppia rientrò in Egitto nel 1996 ma le cose non erano cambiate. Nawal venne più volte accusata di apostasia e eresia, nel 2002 andò a processo e vinse la causa contro un avvocato islamico che voleva imporle in divorzio in quanto aveva abbandonato l’Islam, nel 2007 venne di nuovo denunciata per apostasia insieme a sua figlia Mona dall’Università Al Azhar per il suo libro “Dio si dimette dall’incontro al vertice”e vinse anche questa volta ma il suo libro venne accolto malissimo in Egitto e si tentò di levarle la nazionalità.
Nawal fu co-fondatrice dell’Associazione Araba per i Diritti Umani e ricevette innumerevoli i premi in occidente per la sua opera ma era delusa dall’atteggiamento indifferente delle giovani donne che non consideravano quanto fossero costati alle sua generazione le conquiste delle quali ora le giovani possono godere. Inoltre, polemicamente, sosteneva che se il velo islamico era segno di oppressione, lo sfruttamento del corpo femminile in occidente lo era altrettanto e criticava il trucco eccessivo, l’abbigliamento troppo ridotto delle donne, la chirurgia estetica, tutto a beneficio degli uomini quindi le due facce della stessa moneta ovvero donne come oggetti sessuali, facendo infuriare le femministe occidentali che li considerano invece libertà.
Dal 2008 l’Egitto la mutilazione genitale femminile è diventata reato punibile col carcere o una pena pecuniaria, anche se la piccola postilla “salvo necessità medica” permette ancora di trovare una scappatoia. Per quanto nelle città sia decisamente scesa nelle campagne continua ad essere presente e nel 2014 il 92% delle donne fra i 15 e i 49 anni l’aveva subita. Sempre nello stesso anno l’età minima per il matrimonio è stata portata a 18 anni e le donne single possono riconoscere i figli col proprio cognome.
La strada della parità è ancora lunga ma per Nawal è stato un grande successo anche se molti suoi libri sono tuttora spesso banditi in Egitto e nei paesi islamici.
Nel 2010 divorziò dal marito e gli ultimi anni li visse in un piccolo appartamento al Cairo con problemi economici avendo difficoltà ad incassare i diritti dei suoi circa 50 libri tradotti in quasi tutto il mondo.
A 80 anni nel 2011 era in piazza Tahrir a manifestare con le femministe e nel 2020 la rivista Time la inserì nelle 100 donne più importanti del ‘900.
Nawal morì il 21 marzo 2021 in ospedale al Cairo dopo una breve malattia.
“Il pericolo ha fatto parte della mia vita fin da quando ho impugnato una penna e ho scritto. Niente è più pericoloso della verità in un mondo che mente.”
Fonte -Vanilla Magazine Club
Nawal al SaadawiNawal al SaadawiNawal al SaadawiNawal al SaadawiNawal al SaadawiNawal al Saadawi
Poggio Mirteto – William Pilè – Venere del Reatino,L’ANTICOLAVATOIO è lieto di presentare il primo appuntamento di una serie di esposizioni dedicate all’arte contemporanea nello spazio del lavatoio comunale di Poggio Mirteto.
“Venere del Reatino” è il titolo di una serie di dipinti installati per l’occasione dall’artista William Pilè (Roma, 1988). Le opere rappresentano uno spaccato intimista della quotidianità di una giovane sex worker che vive a Rieti e che ha posato per la realizzazione di ritratti dal vero all’interno della sua abitazione, luogo in cui vive e accoglie i suoi clienti.
La dimensione domestica, spesso percepita come rifugio, si trasforma qui in un palcoscenico di esclusione, un microcosmo ai margini della società, dove si intrecciano solitudine, desiderio e sopravvivenza. La pittura diventa strumento di rivelazione, squarcia il velo dell’indifferenza e costringe l’osservatore a confrontarsi con una realtà spesso volutamente ignorata e stigmatizzata.
La periferia, oggetto di studio della ricerca di Pilè, non è solo un luogo fisico ma anche simbolico: è la rappresentazione di un’umanità decentrata, relegata ai confini del vivere civile, dove il corpo viene visto come un oggetto e l’intimità una merce.
La scelta di esporre questo soggetto in un lavatoio pubblico non è casuale. Questi luoghi infatti, frequentati un tempo nella maggioranza da donne, erano spazi di lavoro ma anche di condivisione della quotidianità, di ritrovo delle gioie e delle disgrazie dell’esistenza collettiva e magari di riflessione sulla propria condizione femminile all’interno della società patriarcale.
I dipinti di Pilè non offrono giudizi morali ma tentano di rendere visibile l’invisibile, testimoniano un’esistenza fatta di gesti ripetuti, di silenzi pesanti, di sguardi che sfuggono e cercano al tempo stesso un contatto. L’immagine di questa donna si sottrae alla narrazione imposta e diventa racconto di sé, affermazione di esistenza, strumento di autodeterminazione, mentre il lavatoio le restituisce lo spazio negato: quello del racconto, del riconoscimento, dell’ascolto. Il passato ed il presente si sovrappongono, la storia e l’attualità si incontrano ed il lavatoio torna ad essere un luogo di incontro e di riflessione collettiva proprio come lo era un tempo.
Les Éditions de la Découverte viennent de publier une étude, L’œuvre-vie d’Antonio Gramsci, que l’on peut considérer comme la plus complète et la plus actuelle en français sur la biographie et l’œuvre du philosophe italien Antonio Gramsci (1891-1937), l’un des penseurs majeurs et des plus convoqués du marxisme.Membre fondateur du Parti communiste italien, dont il fut un temps à la tête, il est emprisonné par le régime mussolinien de 1926 à sa mort. Les auteurs, Romain Descendre et Jean-Claude Zancarini, sont deux enseignants de l’École Normale Supérieure de Lyon, où ils animent depuis dix ans un séminaire d’études consacré à Gramsci et ses 33 Cahiers de prison. L’Œuvre-vie aborde les différentes phases de son action et de sa pensée – des années de formation en Sardaigne et à Turin jusqu’à sa mort le 27 avril 1937, en passant par ses activités de militant communiste et ses 11 années d’incarcération dans les geôles fascistes – en restituant leurs liens avec les grands événements de son temps : la révolution russe, les prises de position de l’Internationale communiste, la montée au pouvoir du fascisme en Italie, la situation européenne et mondiale de l’entre-deux-guerres. Grâce aux apports de la recherche italienne la plus actuelle, cette démarche historique s’ancre dans une lecture précise des textes – pour partie inédits en France –, qui permet de saisir le sens profond de ses écrits et toute l’originalité de son approche.
Antonio Gramsci
Analysant en détail la correspondance, les articles militants, puis les Cahiers de prison (I Quaderni) du révolutionnaire, cette biographie rend ainsi compte du processus d’élaboration de sa réflexion politique et philosophique, en en soulignant les leitmotive et en restituant « le rythme de sa pensée en développement ».
Au fur et à mesure que Gramsci progresse dans la rédaction des Cahiers, écrivent les auteurs, il comprend que la “philosophie de la praxis” a besoin d’outils conceptuels nouveaux, philosophiques et politiques à la fois, et il se charge de les inventer et de les faire évoluer au cours de son existence : «hégémonie», «guerre de position», «révolution passive», «classes subalternes». Autant de concepts qui demeurent utiles pour penser aujourd’hui encore notre propre monde «grand et terrible».
Evolena
LE LIVRE: L’œuvre-vie d’Antonio Gramsci, de Romain Descendre et Jean-Claude Zancarini Editions La Découverte
«Nel settembre 1920, il direttore dell’Ufficio provinciale mi fece chiamare e mi disse…» Così ha inizio il Poema pedagogico. Nella conversazione di quel giorno con il direttore dell’Ufficio provinciale dell’Istruzione popolare Anton Semënovič Makarenko prese una decisione di incalcolabile importanza non solo per la sua vita personale, ma per la nascente pedagogia sovietica: accettò di andare in missione “in prima linea” sul fronte pedagogico, accettò di fondare e dirigere una colonia per la rieducazione di delinquenti minorenni. Ebbe così inizio quella straordinaria esperienza che il protagonista giustamente volle chiamare un poema pedagogico: anni e anni di sforzi e di sacrifici, di creazione nel lavoro pratico e nell’approfondimento teorico, che il lettore seguirà – ne siamo certi – con tesa attenzione dal primo all’ultimo giorno. E, giunto alla fìne, desidererà sapere qualcosa di più sull’eroe del poema, vorrà conoscere gli inizi e gli sviluppi della sua intensa attività creatrice, della quale la Colonia Gor’kij è pur sempre un momento, anche se forse il più appassionante, e certo quello decisivo: il punto di svolta di una vita. Chi era il giovane maestro che, in quel giorno di settembre del 1920, accettò quasi senza esitazione il difficilissimo compito che gli veniva proposto? Anton Makarenko aveva allora trentadue anni. Era nato il 1° marzo 1888 a Bielopol, centro operaio nella provincia di Kharkov, in Ucraina. Suo padre, Sëmen Grigor’evič, lavorava come capo verniciatore nelle officine ferroviarie di Bielopol. Sua madre, Tatiana Mikhailovna, era anch’essa una semplice donna del popolo. Padre e madre avevano dovuto lavorare sin dall’infanzia e non erano andati al di là delle prime classi elementari. […]
«Che i genitori siano esigenti verso se stessi, che abbiano rispetto per la famiglia, che si controllino a ogni passo, ecco il primo e principale metodo di educazione!», egli ha certamente davanti agli occhi la figura di suo padre e quella di sua madre, l’ordine e la nettezza della modesta casa operaia della sua infanzia, “pulizia morale” della sua famiglia operaia.
dall’Introduzione di Lucio Lombardo Radice
Formato 17×24 cm., copertina con alette, 512 pagine.
Introduzione di Lucio Lombardo Radice.
Traduzione di Leonardo Laghezza.
Stampato con carta certificata FSC.
Pubblicato a giugno 2022.
INDICE
Introduzione Bibliografia
Parte prima
1. Una conversazione con il direttore dell’Ufficio Provinciale dell’Istruzione Popolare
2. Esordio inglorioso della colonia Gor’kij
3. Bisogni elementari
4. Un’operazione di carattere interno
5. Affari di importanza statale
6. La conquista del serbatoio
7. Uno più uno meno…
8. Carattere e cultura
9. “Ci sono ancora cavalieri in Ucraina”
10. I benemeriti dell’educazione sociale
11. Il trionfo della seminatrice
12. Bratcenko e il commissario distrettuale per l’alimentazione
13. Ossadcii
14. Il calamaio della pace
15. Il nostro è il più bello
16. Hafersuppe
17. La punizione di Sciarin
18. Ci “avviciniamo” ai contadini
19. Il giuoco dei pegni
20. A proposito di ciò che è vivo e di ciò che è morto
21. Vecchi scorbutici
22. Un’amputazione
23. Semi selezionati
24. Il tormento di Sёmen
25. Pedagogia del “comandante”
26. I mostri della seconda colonia
27. Come conquistammo la Gioventù comunista
28. Cominciano le fanfare
Parte seconda
1. Una brocca di latte
2. Otcenasc
3. Le dominanti
4. Il teatro
5. Educazione da kulak
6. Le frecce di Cupido
7. L’arrivo dei complementi
8. Il nono e il decimo reparto
9. Il quarto reparto misto
10. Matrimonio
11. Lirica
12. Autunno
13. Smorfie d’amore e di poesia
14. “Non guaire!”
15. Gente difficile
16. Zaporogie
17. Come si deve contare
18. Esplorazione di guerra
Parte terza
1. I chiodi
2. Il reparto misto d’avanguardia
3. Vitaccia
4. “Tutto va bene”
5. Idillio
6. Cinque giorni
7. Il trecentosettantatré bis
8. Gopak
9. Trasfigurazione
10. Alle pendici dell’Olimpo
11. Il primo covone
12. La vita continua
13. “Aiutate il ragazzo!”
14. Ricompense
15. Epilogo
Anton Semenovič Makarenko
Biografia di Anton Semenovič Makarenko (1888 – 1939) fu uno dei fondatori della pedagogia sovietica, promosse idee e principi democratici nelle sue teorie educative e nella pratica. Elaborò la teoria dei collettivi autogestiti e introdusse il concetto di lavoro produttivo nel sistema educativo.
Anton Semenovič Makarenko -Pedagogista sovietico nato a Belopol′e, Char′kov, il 10 marzo 1888, morto a Mosca il 1° aprile 1939. Maestro elementare dal 1905, direttore didattico dal 1917; in contrasto con i pedagogisti del suo paese, ancora legati al sistema dell'”educazione libera”, il M. propugnò una “pedagogia della lotta”, cioè una forma di educazione autoritaria per la formazione dell’uomo sovietico. Quando gli fu affidata la direzione di quella che egli stesso più tardi denominò “Colonia di lavoro Gor′kij”, sorta nel 1920 presso Poltava, per la rieducazione dei bezprizornye, ragazzi che la guerra e la rivoluzione avevano abbandonato “senza tutela”, i sistemi estremamente rigidi usati dal M. gli procurarono molte critiche e avversioni, cosicché, nonostante i buoni risultati ottenuti e gli elogi di M. Gor′kij, il M. nel 1928 fu allontanato dalla “Colonia Gor′kij”. Tuttavia il M. fu successivamente chiamato a dirigere la “Comune Feliks Dzeržinskij”, in un sobborgo di Char′kov.
Trattando della sua esperienza alla “Colonia Gor′kij”, in Pedagogičeskaja poema (“Poema pedagogico”, in 3 parti, 1933-35; trad. ital., Roma 1952), l’opera sua maggiore, il M. sostiene che la rieducazione dei ragazzi traviati è possibile attraverso un ricondizionamento capace di immetterli in un’autentica e impegnativa esperienza sociale. Questa si può realizzare, secondo il M., con la costituzione di una comunità di ragazzi, nella quale essi, attendendo con rigida disciplina, spirito di emulazione personale e di squadra, a un lavoro produttivo e salariato, fonte del materiale sostentamento della comunità, ritraggano il senso e il valore del “collettivo”. Negli ultimi anni di vita del M., avendo il sistema dell'”educazione libera” perso totalmente credito presso le autorità scolastiche sovietiche, i principî makarenkiani vennero adottati ufficialmente.
Altre opere notevoli del M. sono: Marš tridcatogo goda (“La marcia dell’anno ’30”, 1932; trad. ital., Roma 1960); Kniga dlja roditelej (“Il libro per i genitori”, 1937); Lekcii o vospitanii detej (“Lezioni sull’educazione dei figli”, 1937; trad. ital., col titolo di Consigli ai genitori, Roma 1950), chiarimento del suo concetto di autorità in educazione; Flagi na bašnjach (“Bandiere sulle torri”, 1938; trad. ital. 2 voll., Roma 1955), che tratta delle sue esperienze nel campo dell’educazione dei ragazzi normali in una società socialista; Problema škol′nago sovetskogo vospitanija (“Pedagogia scolastica sovietica”; trad. ital., Roma 1960), compendio di lezioni tenute dal M. nel 1938, intese a combattere le concezioni e i metodi individualistici nell’educazione, a favore dell’educazione comunitaria. Le opere del M. sono state raccolte in 7 voll., Mosca 1950-52.
Bibl.: A. Kaminski, La pedagogia sovietica e l’opera di A. M., Roma 1952; I. Lezine, A. S. M., pédagogue soviétique, Parigi 1954; D. Bertoni Jovine, La pedagogia di M., in Belfagor, 1955, n. 4, pp. 405-47; P. Braido, A. S. M., Brescia 1959; F. Lilge, A. S. M. e la società sovietica, in I problemi della pedagogia, 1959, nn. 2-3, pp. 587-600, n. 4, pp. 748-888.
Il reste encore demain: le film phénomène de Paola Cortellesi
A découvrir dans les salles françaises à partir du 13 mars. “Il reste encore demain” (C’è ancora domani), tourné entièrement en noir et blanc à l’instar des films neoréalistes, a créé la surprise au box-office italien avec déjà plus de cinq millions d’entrées depuis sa sortie en octobre dernier. Cette comédie, premier long métrage de Paola Cortellesi en tant que réalisatrice, a conquis le cœur d’une grande partie de son pays et suscité l’intérêt de nombreux distributeurs internationaux.
Il reste encore demain: le film phénomène de Paola Cortellesi
Celle qui a débuté sa carrière au théâtre dans les années 1990 avant de se faire connaître à la télé interprète ici le rôle principal de son propre film: une mère de famille pauvre déterminée à mener une vie plus heureuse et plus libre malgré les violences, les vexations de son mari (Valerio Mastrandrea) et celles, plus insidieuses, d’une société patriarcale.
Le film, un tableau représentatif de la société romaine de l’époque, est aussi une histoire d’entraide entre deux générations de femmes, celle de Delia et de sa fille Marcella, qu’elle sauve in extremis d’un destin comparable au sien. Nous sommes à Rome libérée depuis peu, en 1946, dans le quartier populaire du Testaccio (d’où l’usage dans les dialogues du dialecte romain – Dieu merci sous-titré en français!), des Américains patrouillent encore la ville et la situation économique est celle misérable de l’après-guerre. C’est aussi l’année où les Italiens – et les femmes pour la première fois – votent pour instituer la République.
Paola Cortellesi
Paola Cortellesi a dit en substance dans des interviews avoir voulu raconter avec la volonté d’en sourire la vie de ces femmes que personne n’a jamais célébrées, nos grands-mères, nos mères, considérées comme des nullités, celles qui recevaient une gifle de leur mari et ensuite, comme Cendrillon, retournaient à leurs travaux domestiques ou à leurs petits boulots mal rémunérés; une histoire de subordination à l’homme qui se comporte en propriétaire de la femme.
Bien que les conditions sociales et économiques de l’Italie d’aujourd’hui soient très différentes de celles de l’après-guerre, ce thème, toujours sensible, est impossible à reléguer dans un lointain passé. Le succès du film est la preuve que le message d’émancipation et surtout d’espoir de la réalisatrice est arrivé là où elle le souhaitait. Sa comédie, qui oscille habilement entre engagement et divertissement, a touché un large public, devenant un vrai événement politique et suscitant de larges débats.
Nous nous réjouissons de le découvrir avec vous. Il sera intéressant de voir quel accueil le public français lui réservera et de mieux comprendre les différentes clés de l’engouement populaire qu’il suscite. N’hésitez pas à donner votre point de vue en fond de page et désolée de n’avoir pas réussi à organiser un jeu-concours.
Nous recevons, et elle tombe à pic, la critique qu’a écrite pour Altritaliani notre fidèle collaborateur « cinéma » Armando Lostaglio, fondateur du Cinéclub Vittorio de Sica – Cinit de Rionero, en Basilicata. Merci à lui! A lire en italien ICI
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Synopsis officiel et bande-annonce sous-titrée en français :
IL RESTE ENCORE DEMAIN | C’E ANCORA DOMANI
Italie, N&B, 2023, 1h58
Mariée à Ivano, Delia, mère de trois enfants, vit à Rome dans la seconde moitié des années 40. La ville est alors partagée entre l’espoir né de la Libération et les difficultés matérielles engendrées par la guerre qui vient à peine de s’achever. Face à son mari autoritaire et violent, Delia ne trouve du réconfort qu’auprès de son amie Marisa avec qui elle partage des moments de légèreté et des confidences intimes. Leur routine morose prend fin au printemps, lorsque toute la famille en émoi s’apprête à célébrer les fiançailles imminentes de leur fille aînée, Marcella. Mais l’arrivée d’une lettre mystérieuse va tout bouleverser et pousser Delia à trouver le courage d’imaginer un avenir meilleur, et pas seulement pour elle-même.
Alessandra Granito-Eugen Drewermann interprete di Kierkegaard-Orthotes Editrice
Descrizione del libro di Alessandra Granito-Eugen Drewermann interprete di Kierkegaard-Orthotes Editrice-Le quattro forme kierkegaardiane della disperazione rilette alla luce della psicoanalisi-Sulle macerie della destituzione del moderno disimpegno metafisico-sostanzialistico, la cultura contemporanea post-moderna ha costruito insidiose derive della soggettività, ne ha profilato il rovesciamento al di fuori di se stessa e ha plasmato un sé non più monolitico e ipertrofico, ma borderline, vulnerabile ed eccentrico, scisso in quello scarto tragico tra fattualità e pretesa che ne “La malattia per la morte” Søren Kierkegaard con acribia psicologica e sensibilità anacronistica definisce “disperazione”, intesa come epifenomeno di un’esistenza segnata dalla contestazione pessimistico-scettica del sé che de facto si è. Il presente lavoro inquadra e attualizza tale riflessione nella cornice ermeneutico-psicoanalitica di Eugen Drewermann, il quale presenta la fenomenologia kierkegaardiana del sé disperato come una fenomenologia del profondo, e la “disperazione” come la conseguenza dell’elaborazione distorta dell’angoscia esistenziale e di un rapporto sbagliato con se stessi che sfocia nel rifiuto di sé, nella stagnazione spirituale, in stati di disagio e di squilibrio psico-esistenziali (nevrosi).
-Autrice-
Alessandra Granito
Alessandra Granito, è dottore di ricerca in Filosofia presso l‘Università «G. d’Annunzio» di Chieti-Pescara. Borsista D.A.A.D., ha svolto attività di ricerca presso la «Eberhard Karls Universität» di Tübingen (Germania) ed è attualmente è impegnata come Research Fellow presso il Søren Kierkegaard Forskingscenter di Copenaghen. Gli interessi di ricerca sono principalmente la tematica esistenziale (la Existenzphilosophie tedesca), la meontologia, i rapporti tra filosofia, letteratura e critica della modernità. Oltre che contributi in tedesco e in inglese apparsi in volumi collettanei italiani e stranieri, è stata relatrice a convegni nazionali e internazionali
Natalia Ginzburg -Vita immaginaria –Nuova edizione a cura di Domenico Scarpa
Tutto ciò che Natalia Ginzburg evoca e descrive succede in noi come per la prima volta: Vita immaginaria è un libro di sveglia e di veglia, una prima volta che dura per sempre.
Il libro-Il meno conosciuto fra i libri di Natalia Ginzburg – la sua terza raccolta di scritti non narrativi, apparsa nel 1974 e mai piú ristampata finora – è anche il piú multiforme di tutti, e il piú pervicacemente battagliero. A dargli il titolo è un memorabile esercizio di autobiografia, collocato in chiusura; ma quel titolo cosí assorto e sfumante, Vita immaginaria, è anche un titolo da interpretare a rovescio: perché, di fatto, in ciascuno dei trenta testi qui radunati Natalia Ginzburg interviene, con la esitante perentorietà che rende unica la sua voce, sulla vita reale dell’oggi, di un oggi che porta date di mezzo secolo fa ma sul quale ascolteremo cose che valgono per il nostro qui-e-ora, cosí diversamente complesso ma cosí simile nelle opzioni estetiche, nelle scelte morali, nei tragici dilemmi politici che impone a ciascuno di noi.
Natalia Ginzburg
La condizione delle donne negli anni del femminismo, e quella degli ebrei e dello Stato di Israele; la bellezza e l’orrore di Roma, e la fragilità di una democrazia (la nostra) sempre sotto minaccia; alcuni scrittori da amare (Goffredo Parise, Antonio Delfini, Biagio Marin, Tonino Guerra, Italo Calvino, Lalla Romano, Elizabeth Smart, ed Elsa Morante della Storia sopra tutti); alcuni film (Sussurri e grida, Amarcord, Domenica maledetta domenica) visti con l’occhio di scrittrice; le biografie di alcuni amici (Cesare Pavese, Felice Balbo); e poi, ancora, la nostra incertezza e la nostra necessità di scegliere; la memoria dell’infanzia, da decifrare, e la vita dei figli adulti, che suscita meraviglia e insicurezza. Infine, sempre presenti, quel senso di soddisfazione che ci può addormentare, le varie specie di linguaggio falso che vanno sempre piú proliferando, la libertà che si può perdere da un momento all’altro e gli orrori della storia contemporanea ai quali ci si abitua a poco a poco, senza rendersene conto, ed è su questo vertice negativo che culmina il tutto. Non per niente, infatti, Natalia Ginzburg aveva pensato, mentre andava costruendo Vita immaginaria, di scegliere un titolo completamente diverso: Il disumano.
Natalia Levi nacque il 14 luglio del 1916 a Palermo, figlia di Giuseppe Levi, illustre scienziato triestinoebreo, e di Lidia Tanzi, milanesecattolica, sorella di Drusilla Tanzi. Il padre era professore universitario antifascista e insieme ai tre fratelli di lei sarà imprigionato e processato con l’accusa di antifascismo. I genitori diedero a Natalia e ai fratelli un’educazione atea.
Formazione e attività letteraria
Natalia trascorse l’infanzia e l’adolescenza a Torino. Della sua prima giovinezza raccontò lei stessa in alcuni testi autobiografici pubblicati soprattutto in età avanzata, fra cui I baffi bianchi (in Mai devi domandarmi, 1970). Compì gli studi elementari privatamente, trascorrendo quindi in solitudine la sua infanzia; sin dalla tenera età si dedicò alla scrittura di poesie. Si iscrisse poi al Liceo – Ginnasio Vittorio Alfieri,[2] vivendo come un trauma il passaggio alla scuola pubblica. Già nel periodo liceale si dedicò alla stesura di racconti e testi brevi, primo fra tutti Un’assenza (la sua «prima cosa seria»), poi pubblicato sulla rivista Letteratura negli anni Trenta. Abbandonò invece la poesia; a tredici anni aveva fra l’altro spedito alcuni suoi componimenti a Benedetto Croce, che espresse un giudizio negativo su di essi.[3]
Esordì nel 1933 con il suo primo racconto, I bambini, pubblicato dalla rivista “Solaria“, e nel 1938 sposò Leone Ginzburg, col cui cognome firmerà in seguito tutte le proprie opere. Dalla loro unione nacquero due figli e una figlia: Carlo (Torino, 15 aprile 1939), che diverrà un noto storico e saggista, Andrea (Torino, 9 aprile 1940 – Bologna, 4 marzo 2018) e Alessandra (Pizzoli, 20 marzo 1943). In quegli anni strinse legami con i maggiori rappresentanti dell’antifascismo torinese e in particolare con gli intellettuali della casa editrice Einaudi della quale il marito, docente universitario di letteratura russa, era collaboratore dal 1933.
Nel 1940 seguì il marito, inviato al confino per motivi politici e razziali, a Pizzoli in Abruzzo, dove rimase fino al 1943.
Nel 1942 scrisse e pubblicò, con lo pseudonimo di Alessandra Tornimparte, il primo romanzo, dal titolo La strada che va in città, che verrà ristampato nel 1945 con il nome dell’autrice.
In seguito alla morte del marito, torturato e ucciso nel febbraio del 1944 nel carcere romano di Regina Coeli, nell’ottobre dello stesso anno Natalia giunse a Roma, da poco liberata, e si impiegò presso la sede capitolina della casa editrice Einaudi. Nell’autunno del 1945 ritornò a Torino, dove rientrarono anche i suoi genitori e i tre figli, che durante i mesi dell’occupazione tedesca si erano rifugiati in Toscana.
Nel 1947 esce il suo secondo romanzo È stato così che vince il premio letterario “Tempo”.
In quello stesso periodo, come ha rivelato Primo Levi a Ferdinando Camon in una lunga conversazione diventata un libro nel 1987 e poi lo stesso Giulio Einaudi in una intervista televisiva, diede parere negativo alla pubblicazione di Se questo è un uomo di Primo Levi. Il libro uscirà per una piccola casa editrice, la De Silva di Franco Antonicelli, in 2500 copie, e solo nel 1958 verrà riproposto da Einaudi diventando il grande classico che conosciamo.
Nel 1950 sposò l’anglista Gabriele Baldini, docente di letteratura inglese e direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Londra, con il quale concepirà la figlia Susanna (4 settembre 1954 – 15 luglio 2002) e il figlio Antonio (6 gennaio 1959 – 3 marzo 1960), entrambi portatori di handicap. Iniziò per Natalia un periodo ricco in termini di produzione letteraria, che si rivelò prevalentemente orientata sui temi della memoria e dell’indagine psicologica. Nel 1952 pubblicò Tutti i nostri ieri; nel 1957 il volume di racconti lunghi, Valentino, che vinse il premio Viareggio,[4] e il romanzo Sagittario; nel 1961Le voci della sera che, insieme al romanzo d’esordio, verrà successivamente raccolto nel 1964 nel volume Cinque romanzi brevi.
Nel decennio successivo seguirono, nella narrativa, i volumi Mai devi domandarmi del 1970 e Vita immaginaria del 1974. In questo periodo Natalia Ginzburg fu anche collaboratrice assidua del Corriere della Sera, che pubblicò numerosi suoi elzeviri su argomenti di critica letteraria, cultura, teatro e spettacolo. Tra questi, una sua lettura critica, con uno sguardo al femminile, del film Sussurri e grida[6] ottenne un forte riscontro nel panorama letterario e culturale nazionale, divenendo un punto di riferimento per la critica bergmaniana.[7]
Nella successiva produzione la scrittrice, che si era rivelata anche fine traduttrice con La strada di Swann di Proust, ripropose in modo più approfondito i temi del microcosmo familiare con il romanzo Caro Michele del 1973, il racconto Famiglia del 1977, il romanzo epistolare La città e la casa del 1984, oltre al volume del 1983 La famiglia Manzoni, visto in una prospettiva saggistica.
È l’anno 1969 a costituire un punto di svolta nella vita della scrittrice: il secondo marito morì e, mentre cominciava in Italia, con la strage di piazza Fontana, il periodo cosiddetto della strategia della tensione, la Ginzburg intensificò il proprio impegno dedicandosi sempre più attivamente alla vita politica e culturale del Paese,[8] in sintonia con la maggioranza degli intellettuali italiani militanti orientati verso posizioni di sinistra.
Nel 1971 sottoscrisse, assieme a numerosi intellettuali, autori, artisti e registi,[9] la lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli,[10] documento attraverso cui si denunciano, riguardo alla morte di Giuseppe Pinelli, le presunte responsabilità dei funzionari di polizia della questura di Milano (con particolare riferimento al commissario Luigi Calabresi). Tale adesione verrà più volte ricordata dalla stampa in seguito al matrimonio della nipote della Ginzburg, Caterina, con Mario Calabresi, figlio del commissario nel frattempo assassinato. Nello stesso anno si unì ai firmatari di un’autodenuncia di solidarietà verso alcuni giornalisti di Lotta Continua accusati di istigazione alla violenza.[11]
Nel 1976 partecipò alla campagna innocentista in favore di Fabrizio Panzieri e Alvaro Lojacono,[12] i due militanti di Potere Operaio che saranno poi condannati per i reati a loro imputati (tra cui l’omicidio dello studente nazionalista greco Mikis Mantakas).
Il 25 marzo 1988 scrisse per L’Unità un articolo divenuto famoso, dal titolo: Quella croce rappresenta tutti,[13] difendendo la presenza del simbolo religioso nelle scuole e opponendosi alle contestazioni di quegli anni.
Morte
Morì a Roma nelle prime ore dell’8 ottobre 1991. È sepolta al cimitero del Verano di Roma.
Opere
Raccolte
Cinque romanzi brevi, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, 1964 (contiene: La strada che va in città; È stato così; Valentino; Sagittario; Le voci della sera); col titolo Cinque romanzi brevi e altri racconti, Introduzione di Cesare Garboli, Collana ET, Einaudi, 1993; Collana ET Scrittori, Einaudi, 2005.
Opere, vol. I, Prefazione di C. Garboli, Collana I Meridiani, Mondadori, Milano, 1986, ISBN 978-88-042-5910-7. [contiene: La strada che va in città, È stato così, Racconti brevi, Valentino, Tutti i nostri ieri, Sagittario, Le voci della sera, Le piccole virtù, Lessico Famigliare, Commedie]
Opere, vol. II, Collana I Meridiani, Mondadori, Milano, 1987, ISBN 978-88-042-5910-7. [contiene: Mai devi domandarmi, Paese di mare, Caro Michele, Vita immaginaria, La famiglia Manzoni, Scritti sparsi, La città e la casa, Famiglia]
Marcel Proust, poeta della memoria, in Giansiro Ferrata e Natalia Ginzburg, Romanzi del ‘900, vol. I, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1956.
Le piccole virtù, Torino, Einaudi, 1962; nuova ed., a cura di Domenico Scarpa, Einaudi, 2005.
Mai devi domandarmi, Garzanti, Milano, 1970; poi Einaudi, Torino, 1989; dal 2002 con introduzione di Cesare Garboli [raccoglie articoli pubblicati su La Stampa e Corriere della Sera negli anni 1968-1970, con alcuni scritti inediti]
Vita immaginaria, Collana Scrittori italiani e stranieri, Milano, Mondadori, 1974; nuova ed., a cura di Domenico Scarpa, Collana Super ET, Torino, Einaudi, 2021, ISBN 978-88-062-0546-1. [raccoglie articoli pubblicati su La Stampa e Corriere della sera negli anni 1969-1974, con un inedito]
Serena Cruz o la vera giustizia, Einaudi, Torino, 1990.
È difficile parlare di sé. Conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi, a cura di Cesare Garboli e Lisa Ginzburg, Einaudi, Torino 1999. [contiene un’intervista autobiografica andata in onda a Radio 3 nella primavera del 1991]
Non possiamo saperlo. Saggi 1973-1990, a cura di Domenico Scarpa, Einaudi, Torino, 2001. [raccoglie scritti di letteratura e di cinema, ricordi di amici scomparsi, pronunciamenti su questioni morali, interventi politici e una Autobiografia in terza persona]
Un’assenza. Racconti, memorie, cronache 1933-1988, a cura di Domenico Scarpa, Einaudi, Torino 2016. [contiene, tra le altre cose, alcuni reportage giornalistici, la poesia Memoria e il Discorso sulle donne]
Teatro
Ti ho sposato per allegria, Torino, Einaudi, 1966.
Ti ho sposato per allegria e altre commedie, Torino, Einaudi, 1968 [contiene: Ti ho sposato per allegria; L’inserzione; Fragola e panna; La segretaria]
Paese di mare e altre commedie, Milano, Garzanti, 1971 [contiene: Dialogo; Paese di mare; La porta sbagliata; La parrucca]
Teatro, Nota di Natalia Ginzburg, Torino, Einaudi, 1990 [contiene i testi della raccolta Paese di mare e altre commedie preceduti da L’intervista e La poltrona]
Tutto il teatro, a cura di Domenico Scarpa, Nota di N. Ginzburg, Torino, Einaudi, 2005. [contiene i testi delle raccolte Ti ho sposato per allegria e altre commedie e Teatro, seguiti da Il cormorano]
Torino, Bologna e Castel Maggiore (BO), Pizzoli (AQ) le hanno intitolato una biblioteca.
Nel 2014, in occasione del XXIII anniversario della sua morte, la città di Torino ha posto sulla sua abitazione, al numero 11 di via Morgari, una lapide commemorativa, intitolandole, nel contempo, l’aiuola antistante, tra via Morgari e via Belfiore.
Nel 2016, per il centenario della sua nascita, la città di Palermo ha collocato una targa sulla sua casa natale, in via Libertà 101.
Natalia GinzburgLeone e Natalia GinzburgNatalia GinzburgNatalia Ginzburg
Il Tempio-I resti del monumento sono situati nell‘area archeologica di Metaponto, più precisamente sull’ultima ondulazione dei Givoni, antichi cordoni litoranei, presso la sponda destra del fiume Bradano, eretto sui resti di un antico villaggio neolitico, lungo la strada preistorica proveniente da Siris-Heraclea, a circa 3 km dall’antica città di Metaponto.
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
STORIA
Il tempio delle Tavole Palatine, restaurato nel 1961, era stato inizialmente attribuito al culto della dea Atena, successivamente sul frammento di un vaso, trovato nel corso degli scavi archeologici del 1926, venne rinvenuta una dedica votiva alla dea Hera. Fino al XIX secolo le Tavole Palatine erano localmente definite anche “Mensole Palatine” o “Colonne Palatine“, probabilmente in ricordo alle lotte contro i Saraceni dei Paladini di Francia. Il tempio era anche chiamato “Scuola di Pitagora“, in memoria del grande filosofo Pitagora. Nel medioevo era ancora chiamato “Mensae Imperatoris“, probabilmente a ricordo dell’imperatore Ottone II che, nella spedizione contro i Saraceni del 982, si accampò a Metaponto.
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
DETTAGLI
I resti del tempio sono composti da 15 colonne con 20 scanalature e capitelli di ordine dorico. Delle 15 colonne, 10 sono sul lato settentrionale e 5 sul meridionale. In origine le colonne erano 32, poiché il tempio aveva una forma periptera con 12 colonne sui lati lunghi e 6 sui lati corti. Lo stilobate era lungo 34,29 metri e largo 13,66 metri, la cella di 17,79 x 8,68 metri. Il tempio risulta molto degradato, poiché costruito con calcare locale (detto mazzarro)
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
ITINERARI
Bernalda: Castello, Chiesa madre di San Bernardino da Siena, Palazzo Margherita; spiagge del Metapontino, Torre Mare con la chiesa di San Leone Magno;
Pisticci: chiesa madre di Santi Pietro e Paolo, Rione Dirupo e Terravecchia, Castello di San Basilio, Torre dell’Acquedotto;
Policoro: Castello Baronale, Museo della Siritide, Parco archeologico di Herakleia;
Montescaglioso: Abbazia di San Michele Arcangelo;
Miglionico: Castello del Malconsiglio
Matera
Fonte- Museo Archeologico Nazionale Metaponto
Contatti
Museo Archeologico Nazionale Metaponto
Via D. Adamesteanu, 21
75010 Bernalda (MT)
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
Descrizione dal sito MiC – Ministero della Cultura
I resti del monumento sono situati nei pressi di Metaponto, nell’area archeologica del Tempio di Hera detto delle Tavole Palatine, presso la sponda destra del fiume Bradano. Si tratta delle rovine del tempio di stile dorico, eretto nel VI secolo a.C., che ornava il santuario extraurbano dedicato alla stessa dea Hera e marcava, visibile a distanza, il confine con il territorio della polis antagonista di Taranto.
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
Fino al XIX secolo le Tavole Palatine erano localmente definite anche “Mensole Palatine” o “Colonne Palatine”, forse in ricordo delle lotte dei Paladini di Francia contro i Saraceni.
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
Nel medioevo risulta anche il nome “Mensae Imperatoris”, che richiama il passaggio dell’imperatore Ottone II il quale, nel X secolo d.C., si accampò a Metaponto di ritorno dalla spedizione contro i Saraceni.
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
Del tempio si conservano 15 colonne sormontate da capitelli di ordine dorico e dagli architravi. L’edificio, in origine dotato di 32 colonne, 12 si lati lunghi e 6 sulle fronti. La cella, di cui si conservano solo i blocchi di fondazione, era munita di pronao, naos e adyton. Il tempio era ornato da ricche decorazioni architettoniche in terracotta policroma, i cui resti sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Metaponto.
Fotoreportage di Franco Leggeri-METAPONTO -Tempio di Hera
Da alcuni anni una missione della Scuola Superiore Meridionale ha ripreso gli scavi nell’area del tempio e del santuario.
Roma-La mostra di Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”all’ ArtSharing –
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
Roma- La mostra “Segnali, dipinti e grafica”di Osvaldo Tiberti nasce da una sfida tra l’artista e la curatrice.Osvaldo Tiberti lavora utilizzando gli elementi grafici come base per un lavoro stratificato e sempre molto materico, che tende verso la forma scultorea anche quando è compressa nelle due superfici. Le opere in mostra sono nate nel corso di anni, in particolare a partire dalla pandemia e fino a momenti recentissimi, anche umanamente complessi: sono state scelte tra decine di altre dalla curatrice costruendo assieme all’artista il diario visivo di un momento di transizione e di maturità. Nella dichiarata intenzione di andare a togliere (less is more!) la curatrice ha deciso di non esporre le imponenti sculture – ben note al pubblico – per proporre un lato più privato e meno noto scegliendo quelle opere che hanno in comune fra loro la parola, i grafemi, i logogrammi e quei segni grafici che, più o meno nascosti all’interno delle opere, ne offrono una chiave di lettura. Un lavoro quindi sul linguaggio scritto e parlato che però diventa destabilizzante, perde il proprio senso comune e ne individua altri, inducendo a una riflessione sulla comunicazione.
Ma è anche un lavoro sulla musica: in mostra ogni opera avrà un collegamento virtuale con un brano scelto dall’artista, che si potrà ascoltare più che come una colonna sonora, come il suono emanato da ogni singola opera.
Quella proposta dalla curatrice è una visione inedita del lavoro dell’artista, quasi un’indagine su ciò che sta dietro le opere, sul pensiero e l’azione che le generano, riportandolo affettuosamente alle origini per girare pagina.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
OSVALDO TIBERTI –BIO
Tivoli 1978, dopo la formazione artistica dal 2000 è entrato a far parte del raggruppamento di artisti indipendenti, processo collettivo di ricerca denominato Com.plot S.Y.S.tem, che nella pluralità dei linguaggi rivolge una particolare attenzione alla relazione tra arte e architettura. Nel 2009 con il gruppo “Arte Architettura Territorio”. svolge ricerche tra arte visiva e social network in differenti contesti (didattici, urbani, nella natura), partecipando con l’opera “Salomè a Skopje” selezionata prima classificata per la sezione Arti Visive Roma alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Biennale di Skopje 2009. Espone a partire dal 2008 sia nell’ambito dell’oreficeria contemporanea, sia nell’ambito più strettamente artistico, sia in Italia sia in ambito internazionale, partecipando a più riprese alla Biennale di Architettura di Venezia con il gruppo com.plot S.Y.S.team.
INFO PRATICHE:
Osvaldo Tiberti | Segnali. Dipinti e grafica
1-22 marzo 2025
A cura di Penelope Filacchione
Art Sharing Roma
Via Giulio Tarra 64 – 00151
Opening 1° marzo ore 17-21
Orari mostra: da martedì a sabato ore 17-20. Altri orari su appuntamento.
Portare le cuffie del proprio smartphone per ascoltare i brani collegati alle opere.
Catalogo in mostra.
Biografia di Tiberti Osvaldo Nato a Tivoli (1978) e diplomato presso l’Istituto Statale d’Arte di Tivoli in Design del gioiello e dei metalli. Successivamente ha concluso gli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Roma, sezione Decorazione (2001); la Specialistica di II livello, presso l’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila nella Scuola di Scultura (2005) e infine la Specializzazione di II livello Abilitante all’insegnamento presso l’Accademia delle Belle Arti dell’Aquila (2008). In seguito ha conseguito diversi diplomi di perfezionamento post lauream e corsi di formazione.
L’aver operato in diversi campi artistici, dall’oreficeria alla scultura, dalla pittura all’incisione calcografica, dal design alla fotografia, dal mosaico alla ceramica, gli ha consentito di acquisire particolare versatilità nell’insegnamento e di ottenere una completa consapevolezza del personale patrimonio ideativo e comunicativo.
Dal 2008 è docente del Corso di Oreficeria e Incastonatura, presso la Scuola Arti Ornamentali, delle Scuole d’Arte e Mestieri del Comune di Roma e di Arte e Immagine presso la Scuola Secondaria di Primo Grado.
Dal 2000 fa parte del raggruppamento di artisti indipendenti, processo collettivo di ricerca denominato Com.plot S.Y.S.tem, www.complotsystem.org, con partecipazioni, tra le altre, alla X e XI Biennale di Venezia di Architettura.
Medaglia d’oro nella sezione Concorso Giovani per la progettazione e realizzazione di un anello, in “Desideri Preziosi – 2001 Odissea nel…Gioiello”; progetto e realizzazione del “Trofeo-Scultura per Desideri Preziosi 2002” opera per la “madrina” dell’evento la stilista Laura Biagiotti; selezionato al Concorso Internazionale per una Medaglia Commemorativa, “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” Sala della Promoteca del Comune di Roma (2003); selezionato al VII Concorso Internazionale, “Glassdressing”, Design Trieste Contemporanea, progettazione e realizzazione dell’opera “gioiello Costruito di vetro” (2006); primo Classificato per Arti visive Roma, con l’opera “Salomè a Skopje” Gruppo Arte Architettura Territorio alla Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Biennale di Skopje 2009.
Dal 2001 ad oggi ha partecipato a numerose esposizioni nazionali ed interazionali nella pluralità dei linguaggi espressivi con opere di scultura, pittura, oreficeria, ed altro.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
Presentazioni/Esposizioni
2023 “La Torre di Carta I – Dosi d’Arte” perforormance di Osvaldo Tiberti 30 settembre 2023 parco di Via Giulio Tarra – 00151 Roma – finissage “Friends”.
2023 “FRIENDS” – Cinque anni di ArtSharing. A cura di Penelope Filacchione 13-30 settembre 2023 Via Giulio Tarra 64 – 00151 Roma
2023 “No War Zone – Line Amiche” , Mostra di Oreficeria e Scultura con gli allievi del Corso di oreficeria B – a cura di Osvaldo Tiberti e Penelope Filacchione con la collaborazione di Lucia Forte, Corso Moda, dal 15 al 21 giugno – Scuola Arti Ornamentali, Via di San Giacomo 11 Roma
2023 “Piombo e Oro” – Tiberti Osvaldo Biennale Sessions, La Biennale di Venezia , presso il Parco Bissuola di Mestre (VE), curato da Escuela Moderna/Foriposto Mestre e Marche Arte Viva, 20- 21 Maggio 2023
2023 “PROPRIETÀ EMERGENTI” Monica Gardellini e Osvaldo Tiberti a cura di Penelope Filacchione Roma, via Giulio Tarra 64 – 00151 Roma Sabato 4 marzo – Sabato 18 marzo 2023.
2022 RJW -Roma Jewelry Week “Oreficeria e Arte” 11-15 ottobre 2022 Atelier Paola Casalino – Vicolo dell’Atleta 5 Roma
2022 RAW Rome Arte Week 2022 Mostra “Parole liquide” di Osvaldo Tiberti, Lunedì 24 ottobre 2022 ore 14:00-20:00 Presso il Giardino Segreto Gallery, Roma Via Gregorio XI, 122 – 00166 A cura di Ilaria Di Giustili e Osvaldo Tiberti Testo di Osvaldo Tiberti
2022 – “Fiori”, a cura di Ilaria Di Giustili, testo critico Penelope Filacchione, Giardino Segreto Gallery Roma, Via Gregorio XI 122, Roma, 23 settembre 2022.
2022 – “Cura di Sé e Cura dell’Altro: Mail Art Project”, Fondazione Pistoletto – Cittadellarte Via Serralunga, 27, 13900 Biella (BI) 22 aprile al 22 maggio 2022
2021 – VOICE OVER EXHIBITIONS – Escuela Moderna/Ateneo Libertario con Voice Over – Sala D’Armi A Arsenale Biennale Sessions – Biennale di Venezia Architettura 2021 Sabato 23 Ottobre.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
2021 – Speciale Rome Art Week 2021: Oúsía – forma, segno, carattere – * dedicata a Mimmo Lucano, per la bellezza delle sue idee oltre i limiti della forma imposta. Dal 24 Ottobre al 31 ottobre 2021. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma.
2021 – Flags of the web – guggenheim.org – “Red Moon al Levar del Sole 2021 – Costruttivo Decosrtuttivo Rosso 2021” – “Dripping A Z Symbols 2021 – found it”2020 – 20×20 per natale regala arte! – ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma. https://artsharingroma.wixsite.com/20×20/copia-di-studio-marbe 2020 – Feel Hearth Green Festival Emotions – Orto Botanico di Roma Progetto Feel (H)eart(h) Green Festival Emotion – Feel Hearth2020 – RIF – MUSEO DELLE PERIFERIE – Opere/Manifesti https://www.museodelleperiferie.it/articolo/manifesto-osvaldo-tiberti-1 https://www.museodelleperiferie.it/articolo/manifesto-osvaldo-tiberti2020 – (r)esistiamo – web exhibition, https://artsharingroma.wixsite.com/website, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma. Dal 12/4/2020 al 10/09/2020 Sculture serie “Attese40ena”2019 – “Mondi immaginari ed altre storie” IV edizione Natale in Arte, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma. Dal 30/11/2019 al 5/1/2020. Dipinti “City”, gioielli serie “Grattacieli”, stampe calcografiche.2019 DE CHIRICO: ETERNO CONTEMPORANEO. L’oreficeria a confronto con la Metafisica. ALLIEVI E MAESTRI DEL CORSO ORAFO. COORDINATRICE ARCH. GIOVANNA BENINCASA – A cura di Penelope Filacchione, Luigi Armando Gemmo, Maria Paola Ranfi, Osvaldo Tiberti.2016 Esposizione permanente nella Cattedrale di Breslavia – “La Polonia in Italia: suggestioni delle presenze polacche in Italia” a cura di Antonio Grassi e Stefania Severi. Collezione della Biblioteca dell’Arcidiocesi di Breslavia. 2014 ExPolis 2014 – LA FORMA DELLA RELAZIONE – corpi/idee/poteri a cura di Paolo Martore. Museo Tuscolano, ex Scuderie Aldobrandini dal 10 al 25 maggio 2014. 2011 Festival ExPolis 2011, Le Città fuori dalla città, dal 28 Aprile al 29 Maggio 2011. Direzione artistica Marco Maria Linzi e Massimo Mazzone, ideato da Teatro della Contraddizione, realizzato in collaborazione con Scimmie Nude, BabyGang, Teatro la Madrugada. 2011 “ITALIAN HISTORY X”, dal 30 Aprile al 4 Maggio, a cura di Marco Trulli Evento organizzato da Arci Viterbo all’interno di RESIST VII edizione e del progetto Ex polis. 2011 Opere in esposizione al Centro Culturale “Elsa Morante”, Roma, per la mostra “Synthesim”, dal 15/04/2011 al 15/05/2011: dipinto, “PARALLELEPIPEDO – CASA DEL PITTORE”; fotografie, “SALOMÈ A SKOPJE”; scultura, “SE77E PORTE”. 2010 “Festa delle Giovani Eccellenze di Roma – Giovani Artisti a Roma” (14 – 22 febbraio) Opera pittorica e fotografica, Gruppo Arte Architettura Territorio (O. Tiberti – L. Cazzaniga). Museo Pietro Canonica – Villa Borghese – Roma. 2009 “Arti & Mestieri Expo: Rassegna dell’Artigianato e dell’Enogastronomia”(16 – 20 dicembre) gioielli /sculture, stand Scuole Arti e Mestieri del Comune di Roma Nuova Fiera di Roma, Roma. 2009 “Pubblic Invasion – Derives in Skopje 2009” opera scultorea/pittorica “Museo Armato” workshop a cura di Marco Trulli, ARCI Viterbo e associazione Spatrimonio , Cantieri d’Atre. Skopje, Macedonia. http://www.bjcem.org/wp-content/uploads/2015/09/XIV001.pdf 2009 “Glasstouch” (17 aprile/14 giugno) mostra/concorso e visione del film con i gioielli di vetro “Glassdressing” 2006 Palazzo Agostinielli (Bassano del Grappa). 2009 Rassegna “Transiti / Confini Contemporanei“: “… ancora Senza Titolo: installazione + vita vera” (31 gennaio), – “Gruppo Arte Architettura Territorio” (L. Cazzaniga, O. Tiberti) Teatro della Contraddizione (Milano). 2008 “Arte e Oro” (1 – 31 maggio) mostra personale di gioielli-sculture-dipinti-foto Galleria Comunale d’Arte Contemporanea (Arezzo). 2008 XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia: “Arquetipos, Imaginario y Mitos” (1 novembre) performance collettiva, a cura di com.plot S.Y.S.team/GLAC/Teatro della Contraddizione, Padiglione Carlo Scarpa della Repubblica Bolivariana del Venezuela (direttore prof. Arch. Juan Pedro Posani).2006 Partecipazione alla Biennale di Venezia. Com.plot SYStem, “Altre visioni”, Padiglione Venezuela, direttore J. P. Posani, X Biennale di Architettura, Venezia2006, direttore R. Burdett. Rassegna video: Una proiezione si è tenuta il 12 Ottobre 2006 al Bookshop dell’Arsenale, in collaborazione con la DARC e con Il Padiglione Italiano. Dal giorno 11 Ottobre 2006 e fino alla chiusura della Biennale, la mostra è stata ospite del Padiglione Carlo Scarpa della Repubblica Bolivariana del Venezuela.2006 “Glassdressing” (21 ottobre/20 novembre), opera “gioiello Costruito di vetro”. Museo Revoltella, Trieste. 2006 “Glassdressing” (9 settembre/9 ottobre) opera “gioiello Costruito di vetro”. Museo del Settecento Veneziano, Ca’ Rezzonico, Venezia.2006 Esposizione scultura “Parco Costruito” in “Fuorimisura – arteacieloaperto” (16 luglio/29 ottobre), Contemporary Art Exhibition. “La Casella” antico feudo di campagna, Ficulle, Terni.
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
2005 Esposizione dipinto e scultura-gioiello “Com.polot Jewel” (3gennaio/18febbraio) Riccioli Café, Roma. 2005 Esposizione scultura “Parco Costruito” (22maggio/30giugno) “hall P. Portoghesi”, Accademia delle Belle Arti di L’Aquila. 2004 Partecipazione alla festa-evento, con l’esposizione della scultura-medaglia “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” (7-11 maggio). Accademia di Belle Arti Temple University of Art di Roma. 2003 Installazione “Complot City” (Settembre/Ottobre), Complot S.Y.S.tem al Fass Gallery-Sabanci University-Tuzla (Turchia).2003 Installazione “Complot City” (3 – 10 agosto) al Museo dell’Architettura, Acquario Romano con il gruppo Com.plot S.Y.S.tem. 2003 Partecipazione con il gruppo Com.plot S.Y.S.tem alla mostra “Complot City” (2 – 11 luglio) alla Torre Valadier, Roma.2001 “Daegu-Milano Fine Arts Exhibition” (settembre), terza mostra d’arte tra Daegu e Milano; Daegu, Corea del Sud.
Esperienze artistiche2014-2016 Collaborazione Scultura “Slancio” per Aeroporto Marco Polo Tessera Venezia, autori G. Tringali e M. Mazzone, acciaio cor-ten A h. 9 metri, cliente SAVE Aeroporti Venezia.Realizzazione dei modelli in scala e dell’opera definitiva. https://www.artribune.com/tribnews/2014/09/arte-pubblica-allaeroporto-marco-polo-di-venezia-in-anteprima-su-artribune-le-immagini-del-progetto-vincitore-degli-scultori-giacomo-tringali-e-massimo-mazzone/ 2005 Collaborazione, con lo studio di architettura “Plasticmachine” di Roma, per il progetto “ampliamento biblioteca umanistica” (clo architetti), (www.plasticmachine.it). Luglio 2004. Realizzazione scenografia del cortometraggio “Derido Ergo Sum” Avant-Garde per il progetto Education and Culture Youth. centro giovanile Logout, Tivoli, Roma. 2002 Modelli in acciaio e bronzo “Piazza Project” centro commerciale, Eindhoven, NL, Architetto Massimiliano Fuksas, colonne in acciaio h m 24 Scultore Massimo Mazzone. Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 2001 Sculture per Sua Altezza Reale Prince Turki Bin Khaled abitazione privata in Jedda, Saudi Arabia Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 2001 Dipinti per Beach Palace Jedda Kingdom of Saudi Arabia Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 2000 Dipinti per l’Hotel Intercontinental Doha, Quatar Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. Esperienza professionali 2018 Workshop di Oreficeria nel progetto “Chantier A.R.A.B.E. Algeri Roma Argento e Bigiotteria nell’Euromediterraneo”, Scambio Culturale Italia-Algeria, 7-14 maggio 2018 presso la Scuola Arti Ornamentali delle Scuole Arti e Mestieri del Comune di Roma.2009 Collaborazione Tecnica con l’AREA S.r.l. Villa Adriana, Tivoli, Roma. per lo sviluppo e realizzazione di una macchina per l’ossidazione-colorazione del Titanio esposta nello stand “Luigi dal Trozzo” a “Vicenza Oro” (11-18/02) ed a “Oro Capital Roma” (14-17/03). “Altre esperienze professionali” Dal 2004 al 2009 Collaborazioni presso laboratorio di oreficeria e incastonatura GP Gioielli Altre esperienze professionali” Dal 2006 al 2008 Collaborazioni presso gioielleria R. Ulpiani orologi e gioielliTivoli, Roma. Altre esperienze professionali”Gennaio 2006. Collaborazione presso il laboratorio orafo J’Dor Colonna, Roma. Altre esperienze professionali”Dal 2002 al 2006 Collaborazioni presso gioielleria Euro Gold di P. Viteri Tivoli, Roma.Dal 1998 al 2001 Collaborazioni presso gioielleria Arte Orafa Villa Adriana, Tivoli, Roma.1999 Allestimento, progettazione e realizzazione espositori in bronzo del Museo Tuscolano Frascati, Roma. Architetto Massimiliano Fuksas Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati. 1999 Progettazione e realizzazione elementi in fusione in metalli e pietre preziose, per i vetri soffiati Mazzone per la VAE, Empoli. Mazzone S.r.l. pittori e scultori associati Riconoscimenti, premi e concorsi 2009 Primo Classificato per Arti visive Roma, con l’opera “Salomè a Skopje” Gruppo Arte Architettura Territorio (L. Cazzaniga, O. Tiberti). Biennale dei Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo / Biennale di Skopje 2009 – 3/12 settembre. http://www.bjcem.org/wp-content/uploads/2015/09/XIV001.pdf2009 Tra i 5 selezionati al Concorso “Il Viaggiatore Lento 2009”, Ferrara, con l’opera “Bicicletta moderna a vento” Gruppo Arte Architettura Territorio (L. Cazzaniga, O. Tiberti). In mostra permanente All’ interno della galleria del Centro Commerciale di Porta Ferrara. “Il viaggiatore lento”, un omaggio alla bicicletta per la nuova rotatoria di via Comacchio (cronacacomune.it) 2006 Inserito nell’Elenco di artisti professionisti per l’affidamento di incarichi di realizzazione di opere d’arte (pittura; scultura; opere ambientali, altro), a seguito di selezione ad opera del comune di Roma. 2006 Selezionato al VII Concorso Internazionale, “glassdressing”, Design Trieste Contemporanea, progettazione e realizzazione dell’opera “gioiello Costruito di vetro”. https://www.professionearchitetto.it/concorsi/notizie/4647.php 2003 Selezionato al Concorso Internazionale per una Medaglia Commemorativa, “Memorie di Adriano nella Roma di Yourcenar” Sala della Promoteca del Comune di Roma – 5 novembre 2003 2002 Selezionato al concorso “Immaginativa 10 x 10 x 10 & 10 secondi” – Premio Internazionale d’Arte, 2° edizione con l’opera “Costruttivo de costruttivo rosso, numero 29” (cm 10×10) Palazzo Comunale, Magazzini del Sale, Siena; 26 ottobre – 9 novembre. 2002 Vincitore del concorso per la progettazione e realizzazione del “Trofeo-Scultura per Desideri Preziosi 2002” opera donata alla stilista Laura Biagiotti. 2001 Premiato con medaglia d’oro nella sezione Concorso Giovani per la progettazione e realizzazione di un anello, in “Desideri Preziosi – 2001 Odissea nel…Gioiello” XI mostra di argentieri e orafi romani Sala del Tempio di Adriano, Piazza di Pietra, Roma 12/2001. 1996 Primo classificato al concorso interno all’Istituto Statale d’Arte di Tivoli nell’anno scolastico 1995-1996. Progettazione e realizzazione di un portachiavi-gioiello. 1993 Selezionato per l’esposizione interna di un gioiello classico all’Istituto Statale d’Arte di Tivoli nell’anno scolastico 1992-1993, in mostra permanente. Insegnamento Dal 2008 Docente di Arte e immagine A-01 nella scuola secondaria di I grado Scuola Secondaria di Primo Grado. Ministero dell’Istruzione.Dal 2008 Docente del Corso di Oreficeria e Incastonatura. Scuola Arti Ornamentali, Via S. Giacomo 11 Scuole d’Arte e Mestieri del Comune di Roma. Dal 2012 al 2016 Docente del Corso di Oreficeria. Convenzione stipulata tra Roma Capitale e Università LUISS Guido Carli Scuola Arti Ornamentali, Via S. Giacomo 11 Scuole d’Arte e Mestieri del Comune di Roma. Pubblicazioni 2021 Flags of the web – guggenheim.org https://netflag.guggenheim.org/html/netflag_grid.html https://netflag.guggenheim.org/html/netflag_grid.html2021 https://meetartale.blogspot.com/2021/03/osvaldo-tiberi-scultore-pittore-ed.html 2020 https://artsharingroma.wixsite.com/20×20/copia-di-studio-marbe https://www.feelhearth.it/fiori-in-metallo/ Progetto Feel (H)eart(h) Green Festival Emotion2014 M. M. Linzi, M. Mazzone, “Expolis – La Forma della Relazione”. Maggio 2014. https://expolis2014.wordpress.com/progetti-2/progetti/#jp-carousel-29 https://expolis2014.wordpress.com/progetti-2/progetti/2011 A.A.V.V., “Nicoletta Braga, Attualità del corpo nella performance – Una riflessione su corpo, natura e spazio urbano”. A cura di Com.plot S.Y.S.tem., Edizioni Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri. Stampa Graffiti, Pavona (Roma).2010 A.A.V.V., “Drawing a New Memory” – Cantieri d’Arte. A cura di M. Benucci, M. Trulli, C. Zecchi. Gangemi Editore spa Roma – dicembre 2010. https://www.amazon.it/Darwing-new-memory-Cantieri-darte/dp/8849220170
Osvaldo Tiberti,” segnali, dipinti e grafica”
/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr= 2009 7Gates-Skopje Biennial 2009, Bjcem, AAVV, Electa, Verona. http://www.bjcem.org/wp-content/uploads/2015/09/XIV001.pdf 2008 Tesi del perfezionamento: Arte Architettura territorio, Alcune riflessioni sulla costruzione e sul rapporto tra scultura architettura e territorio, Stampa Alternativa, Roma. 2008 Cantieri d’Arte, la città dei biSogni, AAVV, Gangemi, Roma https://www.gangemieditore.com/dettaglio/la-citt%C3%A0-dei-bisogni/1284/2 2006 glassdressing, VII Concorso Internazionale Design Trieste Contemporanea, Edizioni Juliet Trieste. https://www.yumpu.com/it/document/read/15344740/glassdressing-trieste-contemporanea 2006 fuorimisura arteacieloaperto- ED_ARCHISERVICE. https://www.maremagnum.com/libri-antichi/fuorimisura-arteacieloaperto-ed_archiservice-2006/145689281 2006 Altre visioni: Libertà Politica e Territorio, X Biennale di Venezia, Architettura, Stampa Alternativa, Roma.2006 Cantieri d’Arte, ridisegnare i luoghi comuni, AAVV, Stampa Alternativa, Roma https://www.exibart.com/evento-arte/cantieri-darte-2006-ridisegnare-i-luoghi-comuni/2006 Alcune Architetture di Caivano V edizione – theatrum, teoria, lunGrabe, Il Laboratorio, Napoli.2004 I cavalieri del caos, di Renato Tomasino, L’Epos, Palermo. https://www.libroco.it/dl/Renato-Tomasino/Societa-Editrice-L-Epos/9788883022432/I-cavalieri-del-caos/cw74748177305297.html 2004 Allestimenti del museo Tuscolano, Giovanna Cappelli, Imprimatur Roma.2004 Com.Plot City- Meeting Point, Apeiron editori. https://www.apeironeditori.com/libri.php?lang=nl&lin=linall&disp=1&ID=2312&title=com-plot-city-Meeting-Point-Uno-sguardo-sorprendente-su-arte-e-architettura-AA-VV- 2003-2004 Work Out –powered by “Alias”de “Il Manifesto”. https://fliphtml5.com/rdvy/ptvh/basic 2003 Desideri Preziosi – “Adriano nelle Roma di Yourcenar” – XI Mostra di argentieri e orafi romani; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura; CNA.2003 forum, la Biennale di Venezia: “Arti Visive – Quali sogni e quali conflitti?”2002 “Immaginativa premio internazionale d’arte 10x10x10 & 10 secondi” II edizione; Siena.2001 Desideri Preziosi – “il volto nel gioiello” – X Mostra di argentieri e orafi romani; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura; CNA.2001 Daegu Milano -Fine Arts Exhbition2001 Desideri Preziosi – “2001 Odissea nel…Gioiello” – IX Mostra di argentieri e orafi romani; Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura; CNA. Conferenze Seminari 2020 “fare/fruire arte sul web” incontro web 15/05/2020 ore 18:00 incontro online con gli artisti, in (r)esistiamo – web exhibition, https://artsharingroma.wixsite.com/website, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma2009 “fare/fruire arte sul web” incontro web 15/05/2020 ore 18:00 incontro online con gli artisti, in (r)esistiamo – web exhibition, https://artsharingroma.wixsite.com/website, a cura di Penelope Filacchione. ArtSharing lab&gallery di via Giulio Tarra 64, Roma“La Forma Della Relazione, workshop di tecniche della scultura e grafica” (16 – 18 giugno), opera scultorea. Fabbrica del Vapore, Sala “Permes de sèjour” (Milano); con il patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Brera e del Direttore Gastone Mariani.2008 XI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. “Arte Architettura Territorio”: incontro dibattito, com.plot S.Y.S.team, Padiglione Italiano, Palazzo Querini Stampalia (1 novembre ), prof. Arch. Francesco Garofalo. Interventi di: Vito Bucciarelli, Eleonora Carrano, Francesco Cellini, Massimo Mazzone, Giorgio Muratore, Sebastian Redecke, Denardin Urbina.2005 Intervento di Com.plot S.Y.S.tem al convegno “L’Età Nomade” (23 – 24 marzo), con proiezione del film “Com.plot City” presso l’Università degli studi Roma Tre.2005 Presentazione del volume “Com.plot City – Meeting Point” e proiezione del film “Com.plot City”, e del video di Mauro Folci “Kadavergehorsam” (25 febbraio), alla Facoltà di Architettura, Valle Giulia di Roma.2004 Presentazione del volume “Com.plot City – Meeting Point” e proiezione del film “Com.plot City” (29 ottobre) alla Triennale di Milano.2004 Proiezione del film “Com.plot City” e rassegna video “Di chi è la città? “E il corpo mutato” (maggio 2004) all’Istituto italiano di Cultura ad Amsterdam.2003 “L´altra Roma – Immagini d´Europa” (ottobre), a cura del giornale europeo per studenti Work Out e del gruppo di artisti indipendenti Com.plot S.Y.S.tem, al Goethe – Institut – Roma, Mostra, proiezione video, dibattito. Interventi di: Alberto Abruzzese,Vito Bucciarelli, Massimo Casavola, Massimiliano Fuksas, Giorgio Muratore, Sebastian Redecke, Amedeo Schiattarella. Appartenenza a gruppi2009 Il gruppo “Arte Architettura Territorio” (Laura Cazzaniga; Osvaldo Tiberti) svolge ricerche tra arte visiva e social network in differenti contesti (didattici, urbani, nella natura).2000 Dal 2000 raggruppamento di artisti indipendenti, processo collettivo di ricerca denominato Com.plot S.Y.S.tem, www.complotsystem.org, che nella pluralità dei linguaggi rivolge una particolare attenzione alla relazione tra arte e architettura. Com.plot S.Y.S.tem ( N. Braga, E. Coletta, A. Conte, M. Mazzone, N. Pallavicini, O. Tiberti, et al) ha prodotto ragionamenti, pubblicazioni, seminari ecc. sull’allegoria dei sensi come metafora dell’abitare in senso lato, e una città immaginaria scala 1: 200, fatta di libri, cibi, profumi, film ecc. Istruzione e formazione 2017-2018 Corso di Formazione “Didattica per competenze, innovazione metodologica e competenze di base” – Rizzoli Education – Prof.ssa Rosa Nocerino, presso l’I.C. “E. De Filippo” di Villanova, Guidonia Montecelio. 2016-2017 Corso di Formazione sullo “Spettro dell’Autismo” – Prof.ssa Rita Centra, presso l’I.C. “G. Garibaldi” di Setteville, Guidonia Montecelio. 2016-2017 Corso di Formazione on-line “Dislessia Amica” – Associazione Italiana Dislessia, ente accreditato dal MIUR, D.M. 170/2016 2015-2016 Corso di Formazione “Docenti Neoassunti” presso l’I.C. “E. De Filippo” di Colleverde, Guidonia Montecelio. 2015-2016 Corso di Formazione di II Livello “Corso I Pad” – prof. Domizio Baldini presso l’I.C. “E. De Filippo” di Villanova, Guidonia Montecelio. 2014-2015 Corso di Formazione di I Livello “Corso I Pad” – prof. Domizio Baldini presso l’I.C. “E. De Filippo” di Villanova, Guidonia Montecelio. 2013-2014 Diploma di Perfezionamento in “L’insegnamento della Storia dell’Arte: metodologie e tecniche per la didattica” conseguito il 05/03/2014 Consorzio Interuniversitario FOR.COM. – Formazione per la Comunicazione. Perfezionamento post lauream,1500 ore, 60 CFU (crediti formativi universitari). 2012-2013 Diploma di Perfezionamento in “Educazione Artistica: elementi di didattica” conseguito il 20/05/2013 Consorzio Interuniversitario FOR.COM. – Formazione per la Comunicazione. Perfezionamento post lauream,1500 ore, 60 CFU (crediti formativi universitari). 2011-2012 Diploma di Perfezionamento post lauream in “Fotografia, Disegno e Grafica Pubblicitaria: Tecniche e strategie didattiche” conseguito il 23/04/2012 Consorzio Interuniversitario FOR.COM. – Formazione per la Comunicazione. Perfezionamento post lauream,1500 ore, 60 CFU (crediti formativi universitari). 2011 Corso di Formazione: “Corso Professionale Taglio di Gomme siliconiche Moderne, utilizzo per stampi di gioielleria” Marzo 2011. 2007-2008 Diploma di Perfezionamento in Arte, Architettura Territorio. Conseguito il 01/11/2008. con una tesi (pubblicata) dal titolo: “Alcune riflessioni sulla costruzione e sul rapporto tra scultura architettura e territorio”, Relatore prof. arch. Francesco Cellini. Preside della Facoltà di Architettura Roma Tre. Progetto Interfacoltà Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Facoltà di Beni Culturali Università della Tuscia Viterbo, Facoltà di Architettura Roma Tre, Facoltà di Architettura Valle Giulia, Roma. 2006-2008 Diploma di Specializzazione di II Livello abilitante all’insegnamento, per le classi di Educazione Artistica A028 e Disegno e Storia dell’Arte A025. Conseguito il 13/06/2008. con una tesi dal titolo: “Le tecniche dell’Incisione: dalle classiche alle sperimentali”, Relatore prof. Walter Battiloro, con votazione 60/60. Accademia di Belle Arti di L’Aquila Specializzazione COBASLID (corsi biennali di secondo livello ad indirizzo didattico) 2003-2005 Diploma di Specializzazione di II Livello, Accademia delle Belle Arti dell’Aquila Scuola di Scultura. Conseguito il 03/10/2005. con una tesi dal titolo: “Dell’Oreficeria Costruita: di congiunzione tra la scultura, l’oreficeria e l’architettura negli ultimi decenni” Relatore: prof. Antonio Quaranta, con votazione 110/110. Accademia di Belle Arti di L’Aquila Specializzazione di II Livello 1997-2001 Diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma sessione Decorazione (vecchio ordinamento). Conseguito il 18/07/2001. con una tesi dal titolo: “Appunti sul rapporto forma-dimensione-funzione tra scultura costruita e architettura negli anni ‘90” Relatore prof. Giorgio Cegna, con votazione 110/110 e lode. Accademia delle Belle Arti di Roma Equiparata Laurea di II livello. 1998 Corso didattico “Lineamenti di Storia delle tecniche – III L’acquaforte e le tecniche calcografiche indirette” Calcografia Nazionale (Ministero per i Beni Culturali e Ambientali – Istituto Nazionale per la Grafica). 1997 Corso didattico di Gemmologia. Conseguito il 04/03/1997. presso e con il patrocinio dell’Istituto Statale d’Arte di Tivoli. 1997-1997 Diploma di Maturità sessione di “Design del gioiello e dei metalli”. Conseguito il 1997; rilasciato il 15/09/1997. Istituto Statale d’Arte di Tivoli
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