Gibellina è la “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per l’anno 2026
Roma – Gibellina è la “Capitale italiana dell’Arte contemporanea”-A proclamarla, oggi 31 ottobre, è stato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, nel corso della cerimonia che si è svolta oggi a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero, alla quale sono intervenuti il Direttore Generale Creatività Contemporanea, Angelo Piero Cappello, e la Presidente della Giuria, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.
La cerimonia si è svolta alla presenza dei rappresentanti delle cinque città finaliste: Carrara, Gallarate, Gibellina, Pescara e Todi.
La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.
Queste le motivazioni della scelta della giuria, maturata al termine della procedura di selezione condotta in piena autonomia dai componenti: “La prima ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale, fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugando nel presente memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale; per la sua capacità di coinvolgimento delle nuove generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali; per il fatto di essere Città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città-opera e una città da abitare: per il suo progetto, con il quale la città diventerà un grande laboratorio dove le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità. Per tutti questi motivi sopra esposti, riteniamo di poter individuare, quale città ‘Capitale italiana dell’arte contemporanea’ 2026 la città di Gibellina”.
“L’istituzione del titolo di ‘Capitale italiana dell’Arte contemporanea’ – ha dichiarato il Ministro Giuli – vuole rendere un nuovo, doveroso tributo alla creatività e al genio italiani, ed è la conferma dell’impegno fattivo del Governo per restituire all’Italia, alle sue città, ai suoi territori e ai suoi abitanti, la consapevolezza di essere l’Italia”.
SINTESI DEL PROGETTO VINCITORE
“Portami il Futuro”: Un progetto ambizioso che si sviluppa attraverso iniziative legate all’arte e alla creatività contemporanea, dalla progettazione culturale alla rigenerazione urbana, al restauro e soprattutto alla costruzione di una visione sul futuro che sappia tener conto della bellezza come valore condiviso e rigenerante.
LA PROCEDURA DI SELEZIONE DEL 2024
23 le città italiane che hanno presentato il dossier di candidatura alla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Ad ottobre sono stati resi noti i nomi delle cinque città finaliste, che la Giuria, presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo e composta da Sofia Gnoli, Walter Guadagnini, Renata Cristina Mazzantini e Vincenzo Santoro, ha scelto dopo aver esaminato le candidature pervenute. Le singole delegazioni hanno successivamente presentato alla Giuria i progetti elaborati per ciascuna nel corso di audizioni pubbliche, che si sono svolte il 25 ottobre a Roma, nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura.
IL TITOLO DI CAPITALE ITALIANA DELL’ARTE CONTEMPORANEA
La Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura ha lanciato il 15 aprile 2024 il bando per la designazione della prima “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per l’anno 2026. Il nuovo riconoscimento è istituito per incoraggiare e sostenere la capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea.
E se il manoscritto fosse stato davvero ritrovato?
GIOVANNI FIGHERA-Nell’epistolario di Alessandro Manzoni, pubblicato per conto della casa editrice Adelphi, una lettera indirizzata all’amico Tommaso Grossi da Brusuglio recita:
Amico carissimo,
ho preso, non ha guari, una grande e grave risoluzione: voglio scrivere un romanzo. Non avrei mai pensato di divenir romanziere, giacché le mie facoltà intellettuali son troppo limitate e debili: forse tenterò indarno l’arringo in tal genere di letteratura. Senonché mi venne fatto di rinvenire un vecchio autografo dilavato. Lettolo e trovata bella la storia racchiusavi, m’era sorta l’idea di darlo alla luce: ma com’è scorretto! Solecismi e idiotismi lombardi e spagnuoli, goffe declamazioni, sgangherati periodoni: l’autore si mostra infatti un povero secentista educato alla scuola sguaiata di quel secolo. […] Pensai allora di prender dal manoscritto la serie de’ fatti, e ripudiando il suo stile, surrogargliene un altro più forbito e moderno.
Manzoni conclude la lettera affermando che la riscrittura comporterà molta fatica, spera che i risultati siano soddisfacenti e promette di mostrare lo scritto all’amico quando si recherà a Brusuglio.
Non ci è rimasto l’autografo della lettera, che è stata pubblicata sulla rivista «La scintilla» nel 1888. Una nota redazionale dichiara che il testo è senz’ombra di dubbio di Manzoni, come indica il raffronto con altri autografi del romanziere, e tende a datarlo al 1821 (ovvero al principio della stesura del Fermo e Lucia). La lettera proviene dalla collezione di Angelo Maura di Padova.
Dinanzi a questa lettera possono essere avanzate diverse ipotesi.
La prima è che il romanziere abbia raccontato del manoscritto all’amico Tommaso Grossi per indurlo a recarsi quanto prima a Brusuglio.La seconda è che la lettera sia una falsificazione, tesi prospettata da Attilio Momigliano, oltre che da Dante Isella: la forma Maso («Addio caro Maso») al posto di Tommaso (assai insolita) sarebbe uno degli elementi di prova.
Potremmo anche supporre che Manzoni, terminata la stesura del romanzo l’11 marzo 1823, stia pensando ad una prefazione nella quale spiegare le ragioni per cui abbia iniziato a scrivere un romanzo.
E se, invece, Manzoni avesse davvero trovato una storia del Seicento traendone spunto per la realizzazione dei Promessi sposi? Se così fosse, si aprirebbero interessanti ricerche: dov’è finita la presunta lettera autografa di Manzoni? Dove potrebbe trovarsi il manoscritto e qual è il suo reale contenuto? Ovvero quanto è effettivamente già presente nello scritto del secentista e quanto è, invece, totalmente di invenzione manzoniana?
Potremmo anche supporre che Manzoni abbia trovato nella villa di Lecco, che era anticamente di proprietà di Giacomo Maria Manzoni, una storia del Seicento che abbia attirato la sua attenzione.
Potremmo, però, pensare anche ad un’altra ipotesi estremamente affascinante. Si può sospettare che l’idea della stesura de I promessi sposi scaturisca dall’approfondimento delle origini della propria famiglia.
Dai sei anni in poi Manzoni crebbe praticamente orfano. I genitori si separarono. Il conte Pietro inserì il figlio Alessandro in un collegio, mentre Giulia Beccaria, molto più giovane del marito, si trasferì a Parigi in compagnia del nuovo compagno Carlo Imbonati. Alessandro passò da un collegio all’altro, facendo ritorno a Lecco e nei possedimenti del padre durante l’estate. Solo dopo il 1805, quando si trasferì a Parigi, Alessandro conobbe meglio Giulia Beccaria e instaurò con lei un rapporto duraturo. Venne a conoscenza che un antenato da parte della famiglia Beccaria era un certo Bernardino Visconti (l’Innominato). È anche possibile che la scoperta dell’Innominato sia avvenuta attraverso lo studio del Seicento, in particolar modo attraverso la lettura delle Historiae patriae di Giuseppe Ripamonti in cui si faceva riferimento a quel ribaldo. Questa figura è così centrale nel romanzo e all’origine della stesura dell’opera che Manzoni dedicò al personaggio tante pagine anche all’esterno del capolavoro, pubblicate per conto di Sellerio nel saggio Quell’Innominato.
Perché Manzoni aveva desiderio di scoprire quel secolo? Solo perché era un periodo emblematico della corruzione e dell’ignoranza? Perché il letterato avrebbe potuto affrontare la questione dell’unificazione italiana attraverso l’analisi di un secolo passato senza destare sospetti nella censura austriaca?
Forse, alcune ragioni potrebbero essere ricercate anche nella biografia del romanziere. Dopo il 1810 Manzoni tornò in Italia, a Milano e a Lecco. Carlo Imbonati, morendo nel 1805, aveva lasciato la villa di Brusuglio in eredità a Giulia Beccaria. Il conte Pietro Manzoni, morto nel 1807, aveva reso erede universale il figlio Alessandro. Tra le proprietà ereditate c’era la casa di Lecco, il Caleotto: da quella villa lo scrittore vedeva e memorizzava i luoghi del lecchese.
Tra i Manzoni Giacomo Maria fu il primo ad abitarla nel Seicento. Tutti i suoi discendenti abitarono lì, fino al conte Pietro Manzoni che la ristrutturò. Attorno all’abitazione c’era una vasta tenuta con viti e gelsi.
Leggiamo in un documento del 15 agosto 1612 che don Giacomo Maria era «abitante ab Caliotto, territorio di Lecco». L’antenato era un ribaldo, omicida e appaltatore di delitti che si avvaleva di bravi per le sue scelleratezze, processato addirittura come untore, anche se non condannato.
La figura di Giacomo Maria Manzoni può aver offerto una serie di spunti per la stesura del romanzo: la peste, gli untori, i bravi, gli omicidi sono solo alcuni; l’anno in cui Gian Giacomo è processato come untore è il 1630, lo stesso del processo agli untori raccontato nella Storia della colonna infame.
In quel trattato Alessandro Manzoni racconta le ricerche che Pietro Verri condusse per conoscere meglio le famiglie di Piazza e Mora, il barbiere accusato dal commissario di sanità di essere suo complice:
Il Verri, spogliando i libri parrocchiali di San Lorenzo, trovò che l’infelice barbiere poteva avere anche tre figlie; una di quattordici anni, una di dodici, una che aveva appena finiti i sei. Ed è bello il vedere un uomo ricco, nobile, celebre, in carica, prendersi questa cura di scavar le memorie d’una famiglia povera, oscura, dimenticata: che dico? Infame.
La famiglia del povero barbiere, accusato di essere untore, è infame. Anche il quadrisavolo di Alessandro aveva subito la stessa accusa, anche se poi era stato scagionato, mentre i monatti accusati di aver sparso la peste furono condannati a morte nel 1630. Manzoni vendette la casa di Lecco dell’antenato infame, appaltatore di delitti e presunto untore, nel 1818. Solo tre anni più tardi iniziò la stesura del romanzo che riesumava, anche se con nomi differenti e vicende modificate, un Seicento che aveva visto due antenati del Manzoni complici dei misfatti dell’epoca, due antenati che avevano avuto due destini diversi: Bernardino Visconti (nel romanzo l’Innominato) si era convertito e si era dedicato ad opere buone per espiare il male compiuto; Giacomo Maria Manzoni, impenitente fino alla fine, era morto nel 1642, ancora sotto processo, accusato di un altro delitto.
Manzoni provava vergogna per i suoi antenati? Sentiva l’esigenza di espiare il male compiuto dal quadrisavolo? La scoperta delle origini infami della sua famiglia potrebbe essere la scaturigine della composizione del romanzo e della scelta del Seicento come epoca congeniale all’ambientazione della storia. E allora potrebbe sorgere una domanda: se il manoscritto ritrovato alludesse in realtà ai documenti relativi alla storia dell’antenato lecchese?
Sono solo supposizioni non dimostrabili o anche realtà? Forse queste domande possono offrire un terreno nuovo d’indagine sul capolavoro manzoniano. Un fatto è certo: non sono pochi gli spunti che le vite dell’Innominato e di Giacomo Maria Manzoni offrono alla storia.
L’autore di questo articolo ha appena mandato in stampa una nuova edizione scolastica de I promessi sposi (a cura di Giovanni Fighera, edito da Giunti-Treccani-Clio, Firenze 2023).
Prof.GIOVANNI FIGHERA
FORMAZIONE E INSEGNAMENTO
Nato nel 1971, sposato, con due figlie, si è laureato in Lettere moderne (110 e Lode) e ha conseguito una specializzazione e tre perfezionamenti nell’ambito della letteratura e della linguistica. Insegnante di italiano e latino nei licei, collabora con il dipartimento di Filologia moderna dell’Università degli Studi di Milano.
GIORNALISMO
È giornalista e collabora con alcune riviste (tra cui “Studi danteschi”, “Il timone”, “Fogli”) e con quotidiani on line (tra cui “La nuova bussola quotidiana”, “Il sussidiario.net”, “Tempi.it” per cui cura il blog Il sugo della storia).
RADIO
Numerose sono le sue collaborazioni radiofoniche con Rai Radio Uno, Radio 5.9, Radio In Blu, Radio Vaticana, Radio Maria.
Su Radio Maria conduce la trasmissione IN VIAGGIO CON DANTE VERSO LE STELLE il quarto giovedì del mese dalle 10:30 alle 11:15.
Su Radio 5.9 conduce trasmissioni da lui ideate sabato alle ore 10:00. Tra queste ricordiamo: IO CERCO LA FELICITÀ (2018-2019), TRA I BANCHI DI SCUOLA (2019), L’IO, LA CRISI, LA SPERANZA (2019-2020).
LIBRI
Con le edizioni Ares ha pubblicato:
– Che cos’è, dunque, la felicità, mio caro amico? (2008), letto integralmente su Radio Vaticana per tre anni (ottobre 2008, ottobre 2009, febbraio 2012);
– La Bellezza salverà il mondo (2009), anch’esso letto integralmente su Radio Vaticana nel mese di luglio 2010;
– «Amor che move il sole e l’altre stelle». L’amore, l’uomo, l’Infinito (2010), letto integralmente su Radio Vaticana nell’ottobre 2010 e nell’agosto 2015;
– Che cos’è mai l’uomo perché di lui ti ricordi? L’io, la crisi, la speranza (2012), letto integralmente su Radio Vaticana nell’ottobre 2012;
– Tra i banchi di scuola (2014), letto integralmente su Radio Vaticana nel settembre 2014;
– Tre giorni all’Inferno. In viaggio con Dante (2016), oggetto di trasmissione su radio Maria dal 2016 al 2017;
-Il Purgatorio: ritorno all’Eden perduto. In viaggio con Dante (2017), oggetto di trasmissione su Radio Maria dal 2017 al 2018;
-Il Paradiso. Andata e ritorno. In viaggio con Dante (2018) oggetto di trasmissione su Radio Maria dal 2018.
– Pirandello in cerca d’autore. Una rilettura (2019).
Con Itaca edizioni ha pubblicato:
– Il matrimonio di Renzo e Lucia. Invito alla lettura dei Promessi sposi (2015).
Con le edizioni Sugarco ha pubblicato:
-Paradiso. In viaggio con Dante verso le stelle (2019)
Ha collaborato, inoltre:
–a Il romanzo italiano del Novecento (1900-1945), edito nel 2012 (Raffaelli editore);
–al volume La forza delle parole (2012) con la stesura del capitolo «Poesia, bellezza e verità» (Fara editore);
–alla raccolta di poesie Nuovi salmi («I Quaderni di Cntn, 2012);
-alla raccolta di poesie I poeti e la crisi (Edizioni della Libri Thule, 2015);
–al Censimento dei commenti danteschi (Salerno Ed., 2014);
-al Dizionario del liberalismo italiano (Rubbettino ed., 2015)
-ai QUADERNI 10 «PERSONAGGI E DESTINO» (casa editrice Stilgraf, 2013).
PUBBLICAZIONI LIBRI PER LA SCUOLA
Con le edizioni Principato ha scritto:
Divina Commedia (a cura di G. Fighera e di B. Panebianco), 2020.
POESIE
Sue poesie compaiono
–nella raccolta Nuovi salmi («I Quaderni di Cntn, 2012);
-nella raccolta I poeti e la crisi (Edizioni della Libri Thule, 2015).
INCONTRI
In questi anni ha tenuto centinaia di incontri e corsi sull’educazione, sulla letteratura italiana, sulla Divina commedia, su I promessi sposi, sui temi sollecitati dai libri (felicità, bellezza, amore,…), cineforum per adulti e per ragazzi in centri culturali, nei teatri, nelle scuole e nelle parrocchie.
CONVEGNI INTERNAZIONALI
Nel 2015 ha partecipato al Primo Convegno Internazionale della Letteratura dalmata (dove ha presentato Antonio Lubin dantista) e al Convegno Internazionale di Varsavia Il Dante dei moderni. Nel 2017 ha partecipato al Congresso Dantesco Internazionale di Ravenna (24-27 maggio 2017) con la relazione “Foscolo alter Dante: i versi dell’esilio e della patria perduta dagli esperimenti giovanili ai Sepolcri”.
BLOG
Ha due siti blog personali, uno intitolato La ragione del cuore e l’altro Il sugo della storia (pubblicato presso Tempi.it).
PREMI
Ha vinto il Premio Capri San Michele 2013 sezione giovani con l’opera Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi? L’io, la crisi, la speranza. È stato finalista al Premio Beato Contardo Ferrini 2011 con l’opera «Amor che move il sole e l’altre stelle». L’amore, l’uomo, l’Infinito.
INCONTRI
Un elenco completo si trova sul blog La ragione del cuore (sotto la voce appuntamenti).
Qui ne riportiamo alcuni (sono escluse interviste, incontri trasmessi sulle radio):
– Io cerco la felicità, 10 maggio 2009, organizzato dal Comune dei Giovani di Bassano del Grappa.
– Brindisi, venerdì 27 novembre, alle ore 18.30, nell’Auditorium del Museo provinciale MAPRI di Brindisi, presentazione del libro di Giovanni Fighera “La bellezza salverà il mondo”, promossa dall’Assessorato provinciale alla Cultura, guidato da Paola Baldassarre, oltre che dell’assessore e dell’autore, del poeta Alessandro Rivali. “Questo libro – dichiara l’assessore Paola Baldassarre – rappresenta il punto di partenza di un progetto che accompagnerà gli anni dell’Assessorato provinciale ala Cultura. L’obiettivo è avviare continue e costanti riflessioni su una realtà che percepisce in modo relativo il bene e il male, delegando al desiderio del singolo l’arbitrio di effettuare delle scelte ignorando il bene comune. Proporre un nuovo modello antropologo postula una dimensione relazionale che punti al senso della gratuità e dell’oblatività: in tal modo potremo entrare in una dimensione etica da più parti invocata”.
– Quale bellezza salverà il mondo? Il bello e il vero nella letteratura e nell’arte, venerdì 19 febbraio 2010 ore 18:30. Sala Molinari – Chiostro dell’Immacolata – Piazza S. Francesco – Salerno
– Meeting di Rimini, spazio Clandestino. Martedì 24 agosto alle ore 18 tavola rotonda con Davide Rondoni, Gianfranco Lauretano, Giovanni Fighera su “Letteratura, bellezza e insegnamento a scuola”.
– Concorezzo. L’avventura del viaggio. Inferno ottobre 2010 (4 serate), Purgatorio novembre 2011 (4 serate), Paradiso novembre 2012 (4 serate)
– Busnago. L’Inferno. L’avventura del viaggio (marzo-aprile 2011), Purgatorio (maggio 2012), Paradiso (maggio 2013), Inferno (maggio 2015), Purgatorio e Paradiso (2016). Ciascun ciclo in 4 serate.
– Meeting di Rimini, spazio Clandestino, presentazione di Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi? 20 agosto 2012.
– Concorezzo, presentazione di 6 dicembre ore 21 Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi?
-Cesena, martedì 19 febbraio 2013 ore 15 incontro con Gianfranco Lauretano e Giovanni Fighera su “Personaggi e destino nel romanzo del primo Novecento: l’esempio di Mattia Pascal”;
– Sulbiate, Tommaso Moro. La politica e il bene comune, 24 maggio 2013 ore 21;
– Capri. Premio Capri San Michele, Che cos’è mai l’uomo, perché di lui ti ricordi? 27-29 settembre 2013.
– Concorezzo, I promessi sposi (novembre 2013 in 4 serate);
– Cornate, I promessi sposi (febbraio 2014 in 4 serate);
– Cornate, La bellezza salverà il mondo (9 aprile 2014 ore 21)
– 11 maggio 2014 ore 15:30. Vittuone “Cara beltà …”: la passione per il dono che ci è stato fatto.
– Sondrio 28 maggio 2014, ore 15nella Sala dei Balli del Credito Valtellinese su GABRIELE D’ANNUNZIO dal titolo“Ah perché non è infinito come il desiderio, il potere umano?”(tema tratto dalla XIII edizione de I Colloqui Fiorentini).
– Meeting di Rimini (stand rivista Tempi) ì 27 agosto 2014 Tra i banchi di scuola. Un’avventura sempre nuova
– Concorezzo, Che cos’è dunque la felicità (in 4 serate) novembre 2014;
– Prato “La famiglia come luogo di incontro e di dono: itinerario per raggiungere la felicità.”, sabato 25 ottobre;
– VIAREGGIO, La bellezza salverà il mondo, 30 ottobre 2014 ore 21
-TRENTO, “Educare nel tempo della crisi dell’amore” 6 Febbraio 2015 alle 20.30;
– Cornate, “Al cuore di Leopardi” (febbraio 2015 in 4 serate);
– Sulbiate, “Perché è bello studiare?” (20 febbraio 2015 ore 21);
– Trieste, Primo convegno internazionale sulla Letteratura dalmata italiana, presso l’IRCI, Via Torino 8 28 febbraio 2015 ore 10.55 presentazione di Antonio Lubin dantista;
-Orzinuovi, Leggendo, specchiamoci ne i Promessi Sposi (marzo 2015, 4 serate);
– Roma, Palazzo Montecitorio, martedì 3 marzo 2015, presentazione del DIZIONARIO DEL LIBERALISMO ITALIANO (presenti l’editore, il comitato promotore, gli autori);
-Busnago, 10 aprile 2015 ore 21, Perché è bello studiare?
– Prato, sabato 18 aprile ore 17, LA BELLEZZA DELLA SCUOLA E NELLA SCUOLA: UN’AVVENTURA SEMPRE NUOVA;
-Salsomaggiore Terme, venerdì 15 maggio ore 17, “ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ”
-Salsomaggiore Terme, Happening dei giovani, lunedì 21 luglio ore 21, La felicità: una questione di sguardo
-Milano Scuola FAES, 15 ottobre ore 18:30, DANTE DI FRONTE ALLA PROVA. LA NECESSITÀ DI UN MAESTRO.
– Concorezzo, novembre 2015 (in 4 serate), Il genio di Pirandello;
– VARSAVIA, Il Dante dei moderni. La Commedia dall’Ottocento ad oggi, CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI DANTESCHI, 2-4 dicembre 2015. Giovanni Fighera presenta “FOSCOLO EXUL IMMERITUS. La presenza della Commedia nella sua opera letteraria”
– Desenzano del Garda, 26 gennaio 2016, ore 20:45, Il matrimonio di Renzo e Lucia. Amore, perdono e misericordia.
– Concorezzo, Venerdì 12 febbraio 2016 ore 21, VALE ANCORA LA PENA SPOSARSI? rileggendo I promessi sposi;
– Orzinuovi, L’inferno di Dante (marzo 2016, in 4 serate), Il Purgatorio (marzo 2017, 4 serate), Il Paradiso (4 serate, marzo 2018);
– Trezzo, Il matrimonio di Renzo e Lucia (aprile 2016, in 3 serate);
– Sulbiate, la donna. Tra arte e letteratura. Incontro con Giovanni Fighera e suor Maria Gloria Riva;
– Madonna di Campiglio, sabato 23 luglio 2016 ore 18:30. L’importanza dell’amicizia nel cammino della vita: la Commedia di Dante;
– Meeting di Rimini, mercoledì 24 agosto 2016 alle ore 12, presso lo Spazio incontri della Libreria del Meeting (padiglione A3), Giovanni Fighera presentazione del libro Tre giorni all’Inferno. In viaggio con Dante (edizioni Ares);
– Cornate, Il Purgatorio. Cantica della libertà e della misericordia, ottobre 2016 (in 3 serate);
– Asiago, 10 settembre 2016 ore 9:00, “la domanda di felicità dell’uomo”;
-Trezzo, Tre giorni all’Inferno (novembre 2016 in 4 serate);
-Prato, Auditorium scuola media Fermi, 11 novembre 2016 ore 21, “Libri e letteratura. Uno strumento educativo all’epoca di internet”.
– Pistoia, 11 Febbraio 2017 “Desiderio d’infinito. Cosa conta davvero nella mia vita?” Salone Scuola Mabellini musicisti della scuola;
-Cantù martedì 7 marzo 2017, Corso di formazione e aggiornamento per i docenti di Lingua e letteratura italiana della scuola secondaria di II grado, La Commedia dantesca come laboratorio di competenze sociali, morali ed esistenziali;
– Desenzano, 14 gennaio 2017, 14 gennaio ore 14:30, Che cosa desidero davvero per i miei figli?
– Torino, Parrocchia di Santa Rita da Cascia, Esercizi spirituali, La Madonna nel canto XXXIII del Paradiso;
– MILANO – TEMPO DI LIBRI, Giovedì 20 aprile ore 17 – Presentazione del volume: Il Purgatorio: ritorno all’Eden perduto – In viaggio con Dante
– Ravenna, FOSCOLO EXUL IMMERITUS. La presenza della Commedia nella sua opera letteraria, venerdì 26 maggio ore 10:30, Congresso Dantesco Internazionale – International Dante Conference. Alma Dante 2017;
– Bassano del Grappa, DOMENICA 2 LUGLIO ore 20.15 presso i campi sportivi di Santa Croce “L’AMORE TRA FEDE E DESIDERIO”;
-Salsomaggiore Terme, mercoledì 25 luglio 2017 ore 21 LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO. Giotto, Dante e noi moderni;
– Desenzano, LA FIGURA FEMMINILE NELLA COMMEDIA DI DANTE, Lunedì 23 ottobre 2017 ore 20:30, Oratorio Paolo VI;
– Zanica, 9 dicembre 2017 ore 9:30, CENTRO DI SPIRITUALITA’ E CULTURA “LA PREGHIERA NELLA COMMEDIA DANTESCA”;
– Desenzano, Lunedì 23 ottobre 2017 ore 20:30, Oratorio Paolo VI, “È possibile l’amore vero tra i giovani?”
– Desenzano, PIRANDELLO. ALLA RICERCA DEL VERO VOLTO UMANO, mercoledì 24 gennaio 2018, 14:30-16:30.
– Concorezzo, febbraio 2018 (3 serate), Tre giorni con Dante;
– Milano, Tempo di libri. Presentazione di PARADISO. ANDATA E RITORNO venerdì 9 marzo 2018 alle ore 16:00 presso Fieramilanocity – padiglioni 3 e 4;
– POZZOLENGO, venerdì 9 marzo ore 21, “La misericordia nei Promessi sposi”;
– Desenzano, 21 marzo, ore 16:30, Come prepararsi alla prima prova;
-Monza, Parrocchia San Giuseppe, domenica 8 aprile 2018, ore 10, Un’ora con Dante verso le stelle;
– Casatenovo, 10 aprile ore 21, Università di tutte le età, Ungaretti e l’esperienza della trincea;
– Trevi, domenica 19 agosto 2018 ore 21, “Amor che move il sole e l’altre stelle”;
-Sulbiate, 4 ottobre 2018 ore 21, Guareschi.
-Cornate, ottobre 2018, Pirandello. Un personaggio in cerca d’autore (3 serate)
-Trezzo, ottobre 2018 (4 serate), Il paradiso di Dante;
-Bocca di Magra, 12 gennaio 2019 ore 15:30, La fede nella chiesa nella letteratura;
-Verderio, venerdì 15 febbraio ore 21, L’avventura educativa;
-Desenzano 7 marzo 2019, Il viaggio nella letteratura del Novecento
-Nova Milanese, domenica 24 marzo 2019, Sei forte papà;
-Orzinuovi, 20 marzo ore 15 presso la scuola Sacra famiglia Il fu Mattia Pascal, cioè il dramma dell’uomo in attesa;
-Orzinuovi, 27 marzo ore 15 presso la scuola Sacra famiglia, Uno, nessuno e centomila;
– Arcore, venerdì 5 aprile ore 21, al Cineteatro nuovo. Dall’Inferno al Paradiso.
-Desenzano, 3 maggio 2019 ore 15, Come prepararsi alla prima prova;
-Santa Anna d’Alfaedo, venerdì 14 giugno 2019 ore 16, “Gli affetti nella letteratura” (incontro con i maturandi)
– Passo Lavazé, Hotel Corno nero, venerdì 26 luglio 2019 ore 21:00, L’avventura educativa.
-Meeting di Rimini, AVSI e Dante a Kibera;
-Cornate d’Adda, ottobre 2019 (3 serate), Tre giorni all’Inferno;
-Monza, 13 ottobre 2011 ore 10, Io cerco la felicità. L’esperienza della vita e i grandi autori.
– Campofontana, 1 novembre 2019 ore 9:30. La letteratura come occasione per comprendere se stessi;
– Bocca di Magra, 23 novembre 2019 ore 16, La misericordia e la confessione nel Purgatorio di Dante;
-Verona, 2 dicembre ore 21, Davvero la bellezza tornerà a salvare il mondo?
-Pozzolengo, martedì 4 febbraio 2020 ore 21, Parrocchia san Lorenzo martire, Il desiderio umano di felicità infinita;
-Casatenovo, Università di tutte le età, febbraio marzo 202020 (4 serate), Il latino serve a tutti.
Nobuyoshi Araki compiles decades’ worth of images in this ultimate retrospective of his career. First published as a Limited Edition and now in a new, compact format, this collection delves deep into Araki’s best-known imagery: Tokyo street scenes; faces and foods; sensual flowers; female genitalia; and the Japanese art of bondage.
Dopo aver studiato fotografia, cominciò a lavorare per l’agenzia pubblicitariaDentsu, dove conobbe la sua futura moglie, Yoko. Dopo il matrimonio Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie, e le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.
Ha pubblicato più di 350[1]libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l’accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto alcune sue foto.
^ Il numero dipende da come vengono contate le riedizioni di opere già pubblicate. Ma Kōtarō Iizawa ne ha contate 357 in Araki-bon! 1970–2005 / A Book of Araki Books! 1970–2005 (Tokyo: Bijutsu Shuppansha, 2006; ISBN 4-568-12071-3). (Nonostante il titolo alternativo in inglese, il libro è solo in giapponese)
Bibbiena | Arezzo- Dal 01 Aprile 2023 al 04 Giugno 2023
Il CIFA, Carla Cerati – Le scritture dello sguardo”–Centro Italiano della Fotografia d’Autore, ente nato per volontà della FIAF – Federazione Italiana Associazioni Fotografiche,associazione senza fini di lucro che si prefigge lo scopo di divulgare e sostenere la fotografia su tutto il territorio nazionale, presenta la nuova mostra “Carla Cerati – Le scritture dello sguardo” che inaugurerà sabato 1 aprile 2023 alle ore 16.30 presso il CIFA e il nuovo libro a lei dedicato per la collana “Grandi Autori della fotografia contemporanea”.
L’esposizione fotografica proposta da FIAF e curata da Roberto Rossi, Presidente FIAF, presenta una parte importante, ed in alcuni casi meno conosciuta, del lavoro fotografico di Carla Cerati. Il libro che accompagna la mostra, curato da Lucia Miodini ed Elena Ceratti, è l’occasione per continuare l’esplorazione promossa dall’editoria FIAF del mondo delle Fotografe Italiane iniziato nell’anno 2000 con il volume dedicato a Giuliana Traverso e che annovera nelle sue due principali collane, quella delle Monografie e quella dei Grandi Autori, nomi come Eva Frapiccini, Patrizia Casamirra, Antonella Monzoni, Paola Agosti, Angela Maria Antuono, Chiara Samugheo, Stefania Adami, Lisetta Carmi, Cristina Bartolozzi, Giorgia Fiorio.
Ben più di un’antologica della sua produzione, la mostra ci aiuta ad entrare in contatto con la forte personalità di questa Autrice espressa nell’impegno civile e alimentata dalle passioni per la scrittura e per la fotografia. “L’una e l’altra”, affermava Carla Cerati: sono due attività che coesistono, ma non si fondono. È sempre un’osservazione della realtà: la fotografia le serve per documentare il presente, la parola per recuperare il passato. L’incontro tra fotografia e testo caratterizza il percorso di Cerati.
La Cerati si avvicina alla fotografia agli inizi degli anni ‘60 fotografando il suo ambiente famigliare. È un periodo in cui anche grazie al crescente sviluppo economico del dopoguerra, la fotografia diventa una pratica personale diffusa e alla portata anche dei ceti sociali meno abbienti. Per chi come Cerati desidera andare oltre la cosiddetta foto di famiglia e vuole approfondire contenuti e tecnica fotografica, non esistono in Italia, salvo rarissime eccezioni come il Bauer, prima scuola pubblica di fotografia fondata nel 1954, altri luoghi da frequentare che i circoli fotografici.
Un percorso analogo è stato compiuto da altri fotografi della sua generazione, come ad esempio Gianni Berengo Gardin, Mario De Biasi, Nino Migliori, Fulvio Roiter, che, avvicinatisi alla fotografia frequentando le associazioni fotografiche fin dall’immediato dopo guerra, hanno poi scelto la strada del professionismo sotto varie forme. Cerati per un certo periodo frequenta il Circolo Fotografico Milanese, che in quegli anni è animato da un intenso dibattito tra coloro che privilegiano visioni di tipo estetico-formale e altri interessati alla ripresa del reale. Fa sua questa seconda visione e decide di avvicinarsi al professionismo.
Nata a Bergamo da una famiglia di origine borghese con regole e principi tradizionali molto rigidi, se ne allontana sposandosi a 21 anni. La vita nell’immediato dopo guerra può essere economicamente difficile per dei giovani sposi e per contribuire al bilancio familiare lavora come sarta, prima a Legnano e poi a Milano, dove la coppia si trasferirà nel 1952. Quando alla fine degli anni ’50 decide di acquistare dal padre una Rollei, ha già potuto assistere al tumultuoso e complesso sviluppo del capoluogo milanese e non resta indifferente ai cambiamenti che ne derivano: il suo stile documentario caratterizzato da un rapporto immediato con il reale, sfocia in una capacità narrativa di tipo sociologico. Guarda ai piccoli eventi del quotidiano e rifugge dagli stereotipi e dalla retorica avvicinandosi per affinità di pensiero e di impegno civile alla concerned photography promossa da Cornel Capa.
“Con questa mostra e la monografia a lei dedicata, la FIAF desidera rendere omaggio ad un’Autrice che si è sempre impegnata attivamente sul fronte della tutela della professione” – ha dichiarato Roberto Rossi, Presidente FIAF.
Carla Cerati è stata parte attiva e segretaria della sezione Milanese dell’AIRF (Associazione Italiana Reporters Fotografi), fondata nel 1966, in un momento in cui i fotoreporter lottavano perché il loro lavoro e la loro professionalità venissero riconosciuti. E nel 1976, a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Legge Bonifacio che sanciva i diritti dei fotogiornalisti, è stata tra i firmatari insieme a Uliano Lucas, Carlo Arcadi, Walter Battistessa, Giancarlo De Bellis, Alberto Roveri e Mauro Vallinotto, di un documento che, a partire dall’analisi dei punti di criticità del lavoro del fotogiornalista, propone una visione non individualistica della professione. Non ultimo il suo impegno nell’approfondire e diffondere la conoscenza dei suoi colleghi fotografi, come ad esempio Paolo Monti e Gabriele Basilico, pubblicandola in interviste video conservate nelle Teche RAI.
“Siamo veramente felici di poter ospitare al CIFA i lavori di Carla Cerati e di dare al pubblico la possibilità di immergersi nelle scritture del suo sguardo – ha dichiarato Claudio Pastrone, Direttore del CIFA – Passando dal corridoio principale ed entrando e uscendo dalle 16 celle del Centro il visitatore ha la possibilità di comprendere la sua storia umana e professionale. Cerati fotografa dai primi anni Sessanta, inizialmente rivolge il proprio sguardo all’ambiente che le è prossimo. Poi con occhi disincantati fotografa il mondo che le sta attorno. Convinta, lo dichiarerà più tardi, che la fotografia possa contribuire a cambiare la società. Il suo percorso, complesso e impegnato su vari fronti, mantiene una propria unità e coerenza nell’attenzione per la condizione umana, per la dimensione esistenziale; nella sua capacità di raccontare fuori da ogni retorica con uno sguardo intenso, partecipe e al contempo unico ed efficace, le contraddizioni della contemporaneità”.
Dal 01 Aprile 2023 al 04 Giugno 2023
Bibbiena | Arezzo
Luogo: CIFA – Centro Italiano della Fotografia d’Autore
Paestum-Il Ministero della Cultura alla XXVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Paestum -Dal 31 ottobre al 3 novembre 2024, il Ministero della Cultura parteciperà alla XXVI Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), che si terrà a Capaccio Paestum al Next, Nuova Esposizione ex Tabacchificio. L’appuntamento, coordinato dal servizio VI Eventi – mostre e manifestazioni – dell’ex Segretariato generale del MiC, prevede un ricco programma di attività, tra cui 36 workshop condotti da esperti del dicastero, dedicati a ricerche, progetti e 14 laboratori interattivi.
Gli incontri, che si si svolgeranno nello stand istituzionale, rappresentano un’importante occasione di confronto e apprendimento, toccando temi fondamentali che spaziano dall’archeologia alla conservazione del patrimonio, fino all’innovazione tecnologica applicata alla cultura.
I temi principali includeranno:
1) Tutela del patrimonio: Incontri con esperti per discutere le migliori pratiche nella conservazione e protezione dei siti archeologici.
2) Nuove scoperte: Presentazione di recenti scavi e ricerche, che hanno portato alla luce importanti reperti e informazioni sulla civiltà locale.
3) Gestione sostenibile: Dibattiti su approcci integrati alla gestione dei siti archeologici, bilanciando conservazione ed esigenze turistiche.
4) Valorizzazione e fruizione: Workshop e laboratori per promuovere strategie innovative che rendano il patrimonio accessibile a un pubblico più vasto, garantendo un’esperienza educativa e coinvolgente.
Un focus speciale sarà dedicato al patrimonio culturale subacqueo e archeologico, in linea con le direttive ministeriali, nonché alle attività di monitoraggio dei Bronzi di Riace e Porticello. Saranno illustrate soluzioni progettuali innovative realizzate in diverse regioni italiane, come Lazio, Liguria e Puglia, grazie ai finanziamenti del PNRR, con particolare attenzione al miglioramento della conservazione e dell’accessibilità del patrimonio culturale.
Di particolare interesse saranno le presentazioni delle attività dei Musei e Parchi archeologici con autonomia speciale, recentemente istituiti, che offriranno alternative culturali significative al turismo di massa. Inoltre, sarà presentato il nuovo “Museo dei Bambini” del Parco Archeologico di Pompei, pensato per stimolare la curiosità per la cultura fin dalla giovane età, e la piattaforma digitale SmartLand@Pompei ideata per facilitare la divulgazione dell’offerta turistica nel territorio vesuviano.
Saranno esposti progetti legati ai siti UNESCO di Aquileia e dell’Appia Antica, promuovendo cultura, storia e dialogo interculturale. Si discuterà anche della gestione delle raccolte Art Bonus, per incentivare le donazioni destinate al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale.
I visitatori avranno l’opportunità di partecipare a quattordici laboratori didattici interattivi (4 laboratori in replica), coinvolgendo adulti e bambini in attività pratiche, come la creazione di sagome ispirate al mito di Teseo e il Minotauro, oltre l’esplorazione dei motivi fitoformi nelle decorazioni architettoniche. Sarà anche possibile ammirare il digital twin della Tomba del Tuffatore attraverso la realtà aumentata.
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ORE 10:00 – 11:30
ORE 11:40 – 13:10
Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte | Fruizione | Tutela
Le attività della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo A cura della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo (SN SUB) INTERVENGONO
Francesca Romana Paolillo, Soprintendente nazionale per il patrimonio culturale subacqueo Angelo Michele Raguso, Funzionario restauratore SN SUB Giovanna Bucci, Collaboratore esperto archeologo subacqueo SN SUB Francesco Marco Paolo Carrera, Funzionario archeologo SN SUB (sede operativa di Olbia) Vincenzo Ria, Funzionario archeologo SN SUB
Stefania Montanaro, Esperto archeologo Ales Spa SN SUB Annalisa Biffino, Funzionario archeologo SN SUB Roberto Rotondo, Funzionario archeologo SN SUB Simonetta Previtero, Funzionario architetto SN SUB
L’evento presenta una serie di interventi focalizzati sulla ricerca e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo e archeologico. Le recenti indagini costiere, in particolare nell’Adriatico Meridionale, hanno documentato materiali inediti, ampliando la comprensione del paesaggio marittimo antico. Si discute l’azione di supporto della Soprintendenza nazionale alle attività di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo, in linea con le direttive ministeriali. Viene inoltre esplorato l’uso delle tecnologie digitali nella ricerca archeologica per migliorare la documentazione e la divulgazione dei dati. Si analizzano i ritrovamenti di reperti monetali in contesti tombali a Taranto, cercando di comprendere il loro significato simbolico. Altri interventi riguardano gli scavi e le attività di restauro lungo la via Appia nel territorio tarantino e la valorizzazione dell’architettura storica dei castelli di Taranto e Gallipoli, evidenziando l’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio culturale in relazione al contesto marittimo e terrestre.
Gestione e valorizzazione
Fari per rotte inconsuete: i nuovi Musei e Parchi archeologici autonomi
A cura dei nuovi Musei e Parchi archeologici nazionali dotati di autonomia speciale: Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna – Residenze reali sabaude – Musei nazionali di Ravenna – Museo archeologico nazionale di Firenze – Musei nazionali di Pisa – Parchi archeologici della Maremma – Musei archeologici nazionali di Chieti – Musei e Parchi archeologici di Praeneste e Gabii – Musei e Parchi archeologici di Melfi e Venosa
INTERVENGONO
Marianna Bressan, Direttrice Musei archeologici nazionali di Venezia e della Laguna Filippo Masino, Direttore Residenze reali sabaude Andrea Quintino Sardo, Direttore Musei nazionali di Ravenna Daniele Federico Maras, Direttore Museo archeologico nazionale di Firenze Massimo Dadà, Direttore Musei nazionali di Pisa
Leonardo Bochicchio, Direttore Parchi archeologici della Maremma Massimo Sericola, Direttore Musei archeologici nazionali di Chieti Martina Almonte, Direttrice Musei e Parchi archeologici di Praeneste e Gabii Tommaso Serafini, Direttore Musei e Parchi archeologici di Melfi e Venosa
Un viaggio attraverso l’Italia alla scoperta dei nuovi Musei e Parchi archeologici nazionali dotati di autonomia speciale, distribuiti sul territorio come fari su rotte meno battute dal turismo di massa e, per questo, promettenti in termini di offerta culturale alternativa.
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Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte | Fruizione Il Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia: ricerca, fruizione,
valorizzazione, progetti
A cura del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia (PACT)
INTERVENGONO
Vincenzo Bellelli, Direttore del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia Maria Cristina Tomassetti, Funzionaria restauratrice e conservatrice PACT Alberto Villari, Funzionario archeologo PACT Patrizio Fileri, Funzionario archeologo PACT
Daniele Deidda, Afav PACT Carmelo Rizzo, Archeologo Ales Spa PACT
Saranno presentate le attività che il Parco svolge sin dal 2022, anno di istituzione, nella ricerca archeologica, nella conservazione del patrimonio e nell’ampliamento della fruizione e accessibilità.
Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte Scavi, Ricerche e nuovi progetti di valorizzazione a Monte Sannace (Gioia del
Colle – BA)
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Puglia (DRMN PUG)
in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” (UNIBA)
INTERVENGONO
Savino Gallo, Funzionario archeologo DRMN PUG Paola Palmentola, Professore ricercatore UNIBA Matteo de Sio, Dottorando di ricerca UNIBA Gerardo Romano, Professore ricercatore UNIBA Grazia Dibenedetto, Dottoranda di ricerca Università di Foggia Federico Marinelli, Dottorando di ricerca Sapienza Università di Roma
Attraverso una serie di brevi interventi saranno esposti gli esiti delle campagne di scavo 2024 in corso di svolgimento all’interno del Parco di Monte Sannace. Inoltre, verranno presentati i primi risultati del programma di prospezioni geofisiche e il progetto in corso di realizzazione dell’area giochi “Archeoground”.
Gestione e valorizzazione
Canne della Battaglia: nuovi itinerari per esperienze accessibili
A cura dell’Antiquarium e Parco archeologico di Canne della Battaglia, Direzione regionale Musei nazionali Puglia (DRMN PUG)
INTERVENGONO
Ezia Torelli, Direttrice Antiquarium e Parco archeologico di Canne della Battaglia Martina Scarcelli, Archeologa, supporto alla progettazione dell’intervento PNRR 1.2 Marco Stigliano, Architetto, supporto alla progettazione dell’intervento PNRR 1.2
Parallelamente alla ripresa delle campagne di scavo sul Monte di Canne e nel comprensorio cannense tutto, sono in corso dal 2022 approfondimenti relativi ai molteplici argomenti ancora sul tappeto attraverso un complesso programma di indagini sul campo e metodologie tecnologiche applicate in archeologia negli ultimi anni. Gli organici risultati del piano coordinato di ricerche hanno condotto alla progettazione multidisciplinare dei diversi interventi volti al potenziamento della fruizione del Parco archeologico e delle collezioni museali.
ORE 13:30 – 14:40
ORE 14:50 – 15:30
ORE 15:40 – 16:20
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ORE 16:30 – 16:50
ORE 17:00 – 18:30
ORE 18:40 – 19:10
Gestione e valorizzazione
EducA. Un dipartimento educativo condiviso per il sito Unesco di Aquileia
A cura del Museo archeologico nazionale di Aquileia (MAN Aquileia) in collaborazione con Fondazione Aquileia
INTERVENGONO
Marta Novello, Direttrice Museo archeologico nazionale di Aquileia Elena Braidotti, Archeologa, servizi educativi MAN AQUILEIA Annalisa de Franzoni, Archeologa, servizi educativi MAN AQUILEIA Cristiano Tiussi, Direttore Fondazione Aquileia
A partire dall’anno scolastico 2024-2025, il sito Unesco di Aquileia propone alle scuole di ogni ordine e grado un ricco programma di visite guidate e laboratori tematici progettati da un dipartimento educativo condiviso tra tutti gli enti attivi nella valorizzazione del sito archeologico.
Le attività consentiranno ai ragazzi di percorrere itinerari di scoperta della città antica che toccheranno gli scavi archeologici, la basilica e i musei, talvolta incontrando archeologi, studenti e restauratori che nel corso dell’anno lavorano nei numerosi cantieri di scavo e nei due musei.
L’offerta formativa di EducA per l’a.s. 2024/2025 sarà incentrata sui temi della frontiera e del dialogo interculturale, inserendosi con coerenza nelle celebrazioni della Capitale Europea della Cultura 2025 – Gorizia e Nova Gorica.
Nuove scoperte
Il monastero medievale di Gianola nel sistema paesaggistico del Parco della Riviera di Ulisse. Primi esiti di un progetto di ricerca condiviso di scavo e restauro archeologico
A cura dell’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) in collaborazione con Ente Parco della Riviera di Ulisse, Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina (SABAP FR LT), Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli (UNISOBNA)
INTERVENGONO
Alessandro Betori, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina Luigi Oliva, Direttore Istituto Centrale per il Restauro Massimo Giovanchelli, Commissario straordinario Parco Regionale della Riviera di Ulisse Federico Marazzi, Professore di archeologia Cristiana e Medievale UNISOB NA
Cesare Crova, Funzionario architetto ICR
Le comunicazioni vertono sul progetto condotto a partire dal 2021 sull’area archeologica della c.d. villa di Mamurra, in località Gianola (Formia, LT), nell’ambito della quale sono emersi i resti di una chiesa medievale. Gli scavi, condotti dalla SABAP per le province di Frosinone e Latina, hanno evidenziato degli interessanti elementi di studio, quali strutture murarie, pavimentazioni e dipinti murali, riferibili a diverse fasi costruttive e/o decorative, oltre che la probabile appartenenza della chiesa a un monastero. Scopo della presentazione è quello di portare alla conoscenza della platea i primi risultati di queste scoperte, seguite da un intervento di messa in sicurezza e le prospettive di ricerca che ne potranno emergere grazie al coinvolgimento dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e dell’ICR, per quanto di competenza di ciascun partecipante al progetto, oltre che del Parco Regionale della Riviera di Ulisse, ente proprietario del sito.
Gestione e valorizzazione
Interventi sui beni culturali in ambito urbano
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Chieti e Pescara (SABAP CH PE)
INTERVENGONO
Anna Dionisio, Funzionario archeologo SABAP CH PE Emanuela Criber, Funzionario architetto SABAP CH PE Michele Scutti, Architetto Ales Spa DRMN ABR
L’intervento ha lo scopo di illustrare i risultati delle attività della Soprintendenza ABAP CH PE per il recupero e la valorizzazione di un’area importantissima dell’antica Teate Marrucinorum, quella dei cosiddetti “Tempietti”.
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Teseo e il Minotauro tra luci e ombre
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Toscana (DRMN Toscana), Musei nazionali di Lucca CONDUCONO:
Luisa Berretti, Direttrice dei Musei nazionali di Lucca Valentina Borelli, Assistente museale dei Musei nazionali di Lucca Sara Cortopassi, Assistente museale dei Musei nazionali di Lucca Sara Della Bianchina, Assistente museale dei Musei nazionali di Lucca
Attraverso la simulazione di uno scavo, viene presentato un iconico reperto del Museo di Villa Guinigi: il cratere attico a figure rosse di Rio Ralletta. La realizzazione di sagome monocrome permetterà di raccontare il mito di Teseo e il Minotauro dando vita a un creativo teatrino delle ombre.
Età consigliata 7-10 anni
Foglie su pietra, fiori su carta – Motivi vegetali nell’abbazia di San Clemente a Casauri
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Abruzzo (DRMN Abruzzo)
CONDUCONO:
Emanuele Cavallini, Direttore Abbazia di San Clemente a Casauria, DRMN Abruzzo Antonio D’Amico, Afav San Clemente a Casauria e membro Ufficio Servizi Educativi Marco Deleonibus, Afav San Clemente a Casauria e membro Ufficio Servizi Educativi Marina Maria Serena Nuovo, Responsabile Ufficio Servizi Educativi, DRMN Abruzzo
Laboratorio di tipo interattivo. Tramite immagini, si illustreranno ai partecipanti i vari motivi fitoformi presenti sulle decorazioni architettoniche, sul portale, sull’ambone e sul ciborio dell’Abbazia. Verranno poi mostrate foglie e fiori presenti nel giardino dell’abbazia e si chiederà di identificare le essenze usate nelle decorazioni. infine, attraverso origami e decoupage, si realizzerà un fiore da portare a casa.
Età consigliata 8-9 anni
Le decorazioni dei templi etruschi. Sperimentiamo insieme l’uso delle matrici architettoniche
A cura del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia (ETRU) CONDUCONO
Si andrà alla scoperta di come erano costruiti i templi etruschi e le loro ricche e colorate decorazioni in terracotta. Gli studenti saranno introdotti alla conoscenza dei templi etruschi, partendo dalle tecniche di costruzione fino ai riti che lì si svolgevano, con l’ausilio di un breve powerpoint per parlare del mondo religioso etrusco, che volendo potranno poi confrontare direttamente con i templi greci dell’area archeologica di Paestum. Usando poi le matrici, plasmeranno con le loro stesse mani le decorazioni dei templi etruschi.
Età consigliata per tutti
ORE 9:30 – 10:45
ORE 11:00 – 12:00
ORE 12:00 – 13:00
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ORE 14:00 – 15:00
ORE 15:30 – 16:30
ORE 17:00 – 18:00
Scriviamo in etrusco
A cura del Museo nazionale etrusco di Villa Giulia (ETRU) CONDUCONO
Basta scegliere un alfabeto per poter scrivere? Cosa scrivevano gli Etruschi? Il laboratorio prende spunto dalla scrittura etrusca per riflettere, in modo semplice e interattivo, sul rapporto fra lingua parlata e lingua scritta e sulla differenza fra leggere e comprendere.
Età consigliata per tutti
Il gioco è una cosa seria! Anche per i bambini del mondo antico
Laboratorio di tipo interattivo. Come si giocava nell’antichità e quali erano i passatempi preferiti? A cosa si giocava in casa, negli spazi aperti, nei luoghi pubblici e persino agli angoli delle strade? L’attività prende spunto dalla mostra temporanea “Lancia il dado! Giochi da tavolo tra archeologia e territorio al Museo Archeologico dell’Agro Falisco” in corso presso il Forte Sangallo a Civita Castellana a cura della DRMN Lazio e Sapienza Università di Roma, che racconta al pubblico le parti di giochi rinvenute nei contesti funerari falisci e presenta gli studi e la genesi dei giochi da tavolo. In questo laboratorio sarà, dunque, possibile conoscere alcuni dei giochi e dei passatempi che gli antichi amavano fare nell’arco della giornata, impararne le regole e mettersi alla prova. Sarà un viaggio alla scoperta delle innumerevoli varietà di giochi diffusi sia fra i piccoli che fra gli adulti e partiremo dalle testimonianze archeologiche per poi riprodurre i giochi da tavolo più amati. Alla fine, tutti i partecipanti potranno sfidarsi e cimentarsi nei giochi alla maniera degli antichi.
Età consigliata per tutti
Tocchiamo l’Arte
A cura del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC)
CONDUCONO
Maria Cantone, Esperta in progettazione e gestione eventi e percorsi culturali Francesca Merz, Responsabile Coop. Mare Laboratorio di innovazione sociale Gabriella Vigoroso, Pedagogista ed Educatore socio-pedagogico Alessandra Trunfio, Specializzata in Servizio Sociale e Bisogni Educativi Speciali
L’arte si tocca, questo è il concetto che il laboratorio tattile ci vuole insegnare. Il MArRC invita a conoscere il patrimonio del museo tramite il senso del tatto ed è rivolto a tutti coloro che abbiano la curiosità di voler esplorare e conoscere il patrimonio archeologico tramite i sensi.
Età consigliata per tutti
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Gestione e valorizzazione
Art Bonus per la protezione e valorizzazione del patrimonio archeologico
A cura di Arte Lavoro e Servizi Spa (ALES)
INTERVENGONO
Francesca Russo, Responsabile operativa Ufficio Art Bonus ALES Lucia Steri, Responsabile comunicazione Ufficio Art Bonus ALES
Istruzioni per la gestione di raccolte Art Bonus e buone pratiche per incentivare le donazioni a favore dei progetti di restauro e valorizzazione del patrimonio di musei e siti archeologici.
Gestione e valorizzazione | Fruizione Archeologia accessibile nel Lazio. I progetti della Direzione regionale Musei
nazionali Lazio nel contesto dell’investimento PNRR 1.2
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Lazio (DRMN LAZ) INTERVENGONO
Elisabetta Scungio, Direttore regionale Musei nazionali Lazio La Direzione regionale Musei nazionali Lazio e l’attuazione dell’investimento 1.2 del PNRR
Sara De Angelis, Funzionario archeologo DRMN LAZ Il tema dell’inclusione negli edifici storici: i musei archeologici del Viterbese.
Cristiana Ruggini, Funzionario archeologo DRMN LAZ Il tema dell’inclusione nelle aree archeologiche del Lazio meridionale: il caso studio della Villa di
Tiberio a Sperlonga (LT).
Lara Anniboletti, Funzionario archeologo DRMN LAZ Investimento PNRR 1.2 per una più ampia partecipazione alla cultura. Il progetto di accessibilità
cognitiva al Museo archeologico nazionale di Civitavecchia
Daniela De Angelis, Funzionario archeologo DRMN LAZ Restituire alla fruizione il passato con le nuove tecnologie. Il progetto PNRR 1.2 del Museo delle Navi
Romane di Nemi
Alessandra Gobbi, Funzionario archeologo DRMN LAZ Toccare, ascoltare, traguardare: i popoli italici nel nuovo Museo archeologico di Veroli
L’analisi della varietà dei luoghi della cultura del Lazio sarà occasione per illustrare le diverse problematiche nell’implementazione dell’accessibilità fisica e cognitiva, presentando alcune delle soluzioni progettuali messe in atto grazie ai finanziamenti dell’investimento 1.2 del PNRR.
ORE 10:00 – 10:30
ORE 10:40 – 12:10
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ORE 12:20 – 12:50
ORE 13:00 – 13:20
ORE 13:30 – 14:00
Gestione e valorizzazione | Fruizione A cura del Parco archeologico di Pompei (PA POMPEI) in collaborazione con Consorzio Aion, Gruppo Le
Pleadi
INTERVENGONO
Gabriel Zuchtriegel, Direttore del Parco archeologico di Pompei Silvia Martina Bertesago, Funzionario archeologo PA POMPEI Giovanni Petrone, Responsabile Pompeii Children’s Museum e rappresentante Consorzio Aion Alessio Scaboro, Presidente Gruppo Pleiadi
La presentazione ha ad oggetto il nuovo progetto didattico del Parco archeologico di Pompei, che mira a realizzare un’area specificamente dedicata alla didattica e ai più piccoli. Un “Museo dei bambini”, secondo i principi della moderna museologia e in linea con la definizione di museo proposta dall’International Council of Museum (ICOM), è uno spazio educativo, culturale e interattivo che offre esperienze di apprendimento basate su un approccio ludico e partecipativo. Nel contesto di un “Museo dei Bambini”, questo progetto si realizza in modo specifico adattando i contenuti storici e culturali alle necessità cognitive e ludiche dei più giovani, facendo leva sul gioco come strumento di apprendimento.
Gestione e valorizzazione
I Musei nazionali di Matera: accessibilità e partecipazione per la fruizione del patrimonio archeologico del Museo Ridola
A cura dei Musei nazionali di Matera (MN MT) INTERVIENE Annamaria Mauro, Direttore dei Musei nazionali di Matera
Il nuovo allestimento del Museo Ridola, mediante l’applicazione delle più moderne tecnologie, si pone l’obiettivo di attuare nuove forme di valorizzazione e comunicazione del patrimonio archeologico, declinante sulla base delle esigenze dei differenti target. Oltre a creare ambienti privi di barriere architettoniche, creando una situazione di sicurezza e autonomia e un “confort ambientale”, i percorsi di visita saranno dotati di soluzioni multimediali capaci di aumentare il grado di interazione dell’utente con le esposizioni.
Gestione e valorizzazione
Da Augusto a Tiberio. Il Museo archeologico di Capri
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Campania (DRMN CAM), Certosa di San Giacomo in collaborazione con Università di Napoli Federico II (UNINA)
Presentazione del nuovo Museo archeologico di Capri, del suo percorso scientifico e delle nuove attività avviate.
Il progetto Pompeii Children’s Museum
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Nuove scoperte | Fruizione
La Floridiana prima della Floridiana. Nuove indagini archeologiche sul quartiere Vomero in età Romana
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Campania (DRMN CAM), Villa Floridiana in collaborazione con Università di Napoli “L’Orientale” (UNIOR) e con Università degli Studi del Molise (UNIMOL)
INTERVENGONO
Luana Toniolo, Dirigente delegato Direzione regionale Musei nazionali Campania Ilenia Gradante, Funzionario responsabile Museo Duca di Martina in Villa Floridiana DRMN CAM Riccardo Berriola, Archeologo, Museo Duca di Martina in Villa Floridiana DRMN CAM Gianluca Soricelli, Professore associato di archeologia UNIMOL Angela Bosco, Ricercatore di topografia antica UNIOR Rosario Valentini, Archeologo rilevatore, Centro Interdipartimentale di Servizi di Archeologia UNIOR
Presentazione dei risultati preliminari delle recenti indagini archeologiche condotte nel sito di Villa Floridiana e del tour virtuale realizzato per l’esplorazione degli ambienti non accessibili al pubblico.
Nuove scoperte | Fruizione
Nuovi studi e rilievi per la valorizzazione e fruizione virtuale della Crypta Neapolitana e della cd. Tomba di Virgilio
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Campania (DRMN CAM), Parco e Tomba di Virgilio in collaborazione con Università di Napoli “L’Orientale” (UNIOR)
INTERVENGONO
Luana Toniolo, Dirigente delegato Direzione regionale Musei nazionali Campania Ilenia Gradante, Direttore Parco e Tomba di Virgilio Marco Giglio, Ricercatore di archeologia classica UNIOR Ilaria Di Tano, Dottoranda in archeologia classica UNIOR
Chiara Mattei, Dottoranda in archeologia classica UNIOR Mauro Palumbo, Speleologo, rappresentante legale della CLIC Soc. Coop.
Presentazione dei risultati preliminari delle recenti indagini e rilievi condotti nel sito del Parco e Tomba di Virgilio.
Gestione e valorizzazione
”Via Appia. La strada che ci ha insegnato a viaggiare”. Da Roma a Brindisi, un racconto per immagini e parole per celebrare la Regina Viarum
A cura del Parco archeologico dell’Appia Antica (PAAA) INTERVENGONO
Simone Quilici, Direttore del Parco archeologico dell’Appia Antica Lorenza Campanella, Funzionario per la promozione e comunicazione PAAA Andrea Frazzetta, Fotografo
Nell’intervento sarà illustrato il progetto di valorizzazione delle straordinarie immagini realizzate da Andrea Frazzetta nel suo viaggio da Roma a Brindisi per National Geographic proposto dal Parco dell’Appia Antica per celebrare l’ingresso della via Appia nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Dalla realizzazione di una camera immersiva nel sito di Capo di Bove, con una proiezione e un racconto in cuffia che accompagnano lo spettatore lungo un percorso unico al mondo, alla recentissima pubblicazione di un prezioso volume dal particolare formato “a leporello” che presenta una selezione in sequenza di scavi di Andrea Frazzetta accompagnate da testi di specialisti del Parco archeologico.
ORE 14:10 – 14:40
ORE 14:50 – 15:20
ORE 15:30 – 16:00
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ORE 16:10 – 17:00
ORE 17:10 – 18:10
ORE 18:20 – 18:50
Fruizione
Il recupero del patrimonio e l’ampliamento della fruizione attraverso i fondi PNC/PNRR “Urbs: dalla città alla campagna romana” nel Parco archeologico dell’Appia Antica. Il caso dell’Antiquarium di Lucrezia Romana
A cura del Parco archeologico dell’Appia Antica (PAAA) INTERVENGONO
L’intervento si propone di presentare le numerose attività in corso per la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei siti del Parco archeologico dell’Appia Antica nell’ambito dei finanziamenti PNC/ PNRR. I procedimenti riguardano, infatti, siti e monumenti collocati sia lungo l’asse della Via Appia che della Via Latina. Un approfondimento specifico sarà dedicato all’Antiquarium di Lucrezia Romana.
Gestione e valorizzazione
Paestum romana: nuove proposte di valorizzazione
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) INTERVENGONO
Tiziana D’Angelo, Direttore dei Parchi archeologici di Paestum e Velia Maria Boffa, Funzionario archeologo PA PAEVE Giovanna Manzo, Funzionario restauratore PA PAEVE Teresa Marino, Funzionario archeologo PA PAEVE
Elena Russo, Funzionario archeologo SABAP SA AV Rosaria Sirleto, Archeologo Ales Spa PA PAEVE Ornella Silvetti, Architetto Ales Spa PA PAEVE
L’incontro si propone di raccontare il rinnovato modo di comunicare la storia e l’archeologia di Paestum in età romana, in particolare all’indomani del recentissimo riallestimento del Museo archeologico nazionale di Paestum.
Tutela
Check-up Bronzi 2024 A cura del Museo archeologico nazionale Reggio Calabria (MArRC) in collaborazione con Istituto
Centrale per il Restauro (ICR) e Università di Genova (UNIGE) INTERVENGONO
Fabrizio Sudano, Direttore Museo archeologico nazionale Reggio Calabria Daniela Costanzo, Funzionario archeologo MArRC Barbara Fazzari, Funzionario restauratore MArRC Luigi Oliva, Direttore Istituto Centrale per il Restauro
Il progetto Check-up Bronzi, nato dalla collaborazione tra il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) e l’Università di Genova, ha permesso l’avvio di una campagna di controllo delle condizioni conservative dei Bronzi di Riace e di Porticello. Si tratta di un progetto di “conservazione preventiva” che servirà a pianificare tutte le azioni volte alla prevenzione dei fenomeni di degrado e alla programmazione di interventi di manutenzione necessari a garantire la corretta conservazione delle opere, attraverso l’esame interno ed esterno e il controllo delle condizioni micro-ambientali. Saranno esposte le attività di verifica/monitoraggio, le indagini diagnostiche svolte finora e la fruttuosa collaborazione con gli enti coinvolti nel progetto.
Fruizione | Tutela Il MArRC verso l’accessibilità 2.0: nuove iniziative per avvicinare i pubblici
alle collezioni
A cura del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria in collaborazione con Living camera srl, Cooperativa sociale Mare Laboratorio di innovazione sociale
INTERVENGONO
Fabrizio Sudano, Direttore Museo archeologico nazionale Reggio Calabria Claudia Ventura, Funzionario architetto MArRC Maria Raneri, Funzionario archeologo MArRC Gabriele Morabito, Living Camera srl
Maria Furfaro, Living Camera srl Francesca Merz, Responsabile Cooperativa sociale Mare Laboratorio di innovazione sociale Gabriella Vigoroso, Pedagogista ed Educatore socio-pedagogico in libera professione
Presentazione dei risultati delle attività realizzate nel 2024 al MArRC connesse dal tema dell’accessibilità alla cultura come nuovo paradigma per la fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale. Illustrazione del Progetto FARM – Formazione Augmented Reality e Museo, in collaborazione con Living Camera, per la fruizione in realtà aumentata delle opere esposte e del progetto Didattica al MArRC!, in collaborazione con la Coop. Mare Laboratorio di innovazione sociale, per la fruizione inclusiva e rivolto alle categorie svantaggiate.
ORE 18:50 – 19:20
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ORE 10:00 – 11:00
ORE 11:30 – 13:30
ORE 13:40 – 15:40
ORE 16:00 – 18:00
Tocchiamo l’Arte
A cura del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria (MArRC)
CONDUCONO
Maria Cantone, Esperta in progettazione, gestione eventi e percorsi culturali Francesca Merz, Responsabile Coop. Mare Laboratorio di innovazione sociale Gabriella Vigoroso, Pedagogista ed Educatore socio-pedagogico Alessandra Trunfio, Specializzata in Servizio Sociale e Bisogni Educativi Speciali
L’arte si tocca, questo è il concetto che il laboratorio tattile ci vuole insegnare. Il MArRC invita a conoscere il patrimonio del museo tramite il senso del tatto ed è rivolto a tutti coloro che abbiano la curiosità di voler esplorare e conoscere il patrimonio archeologico tramite i sensi.
Età consigliata per tutti
L’esplorazione virtuale della Tomba del Tuffatore
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) CONDUCONO
Tiziana D’Angelo, Direttore dei Parchi archeologici di Paestum e Velia PA PAEVE Sara Battaglia, Archeologa e digitalizzatrice di Memooria Vincenzo Marsico, Direttore commerciale di Haltadefinizione
L’iniziativa propone una modalità di accesso e fruizione virtuale sperimentale e assolutamente innovativa della Tomba del Tuffatore presso lo stand del Ministero della Cultura, i visitatori avranno la possibilità di ammirare ed esplorare per la prima volta il digital twin della Tomba grazie alle tecnologie di realtà aumentata, come Apple Vision Pro. L’esperienza immersiva offre una visione senza precedenti del reperto, valorizzandone ogni dettaglio. Età consigliata per tutti
La storia in 3D. ricostruzione di Porta Rosa in 3D
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) in collaborazione con Effetto Rete Cooperativa Sociale Laboratorio didattico di prototipazione attraverso l’utilizzo della penna3D. Il laboratorio si sviluppa in 2 ore durante le quali si imparerà il funzionamento della stampa 3D. E’ un laboratorio didattico che unisce arte, scienza e tecnologia in un’unica attività, per la realizzazione della scala di Porta Rosa, individuando gli elementi architettonici più importanti.
Età consigliata per tutti
La metallurgia nell’antichità. Le tecniche di decorazione a sbalzo
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Lazio (DRMN LAZIO) CONDUCONO
Daniela De Angelis, Direttrice del Museo delle Navi Romane di Nemi
Ettore Pizzuti, Archeotecnologo
Il laboratorio è destinato a ragazzi e adulti alla scoperta della toreutica antica, utilizzata per la realizzazione di oggetti d’uso e ornamenti personali. I partecipanti potranno sperimentare le tecniche utilizzate nell’antichità e ricreare degli oggetti con decori a sbalzo su modelli antichi, impiegando materiali forniti dall’Amministrazione. È possibile proporre anche un piccolo tavolo espositivo con materiali legati alla toreutica e repliche di reperti antichi in bronzo e rame.
Età consigliata per tutti
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Gestione e valorizzazione | Fruizione Lungo la Rotta di Enea. Il Parco archeologico dei Campi Flegrei incontra il
Parco di Butrinto (Albania)
A cura del Parco archeologico dei Campi Flegrei (PA FLEG) in collaborazione con Associazione Rotta di Enea e Parco nazionale di Butrinto (Albania)
INTERVENGONO
Fabio Pagano, Direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei S. E. Anila Bitri Lani, Ambasciatrice della Repubblica d’Albania Giovanni Cafiero, Presidente dell’Associazione Rotta di Enea
L’intervento intende presentare il Protocollo d’Intesa esistente tra il Parco nazionale di Butrinto in Albania, il Parco archeologico dei Campi Flegrei e l’Associazione Rotta di Enea nell’ambito del progetto dell’itinerario culturale Rotta di Enea, approvato dal Consiglio Europeo nel 2021, che coinvolge numerosi siti del Mediterraneo al fine di creare una rete che ripercorra, con strumenti materiali e immateriali, il racconto virgiliano del viaggio di Enea.
Nuove scoperte
Aspromonte, nuovi ritrovamenti lungo antiche mura romane. Una trappola per Spartaco?
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia (SABAP RC VV) in collaborazione con Parco nazionale dell’Aspromonte
INTERVENGONO
Maria Mallemace, Soprintendente ad interim Archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia
Andrea Maria Gennaro, Funzionario archeologo SABAP RC VV Michele Mazza, Funzionario archeologo SABAP RC VV Marco Stefano Scaravilli, Funzionario archeologo SABAP RC VV Antonio Scrivo, Funzionario geologo SABAP RC VV
Un articolato programma di ricerche condotto dalla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, in collaborazione con il Parco nazionale dell’Aspromonte, ha consentito la “riscoperta” di una struttura muraria che attraversa per quasi 3 chilometri i boschi del Dossone della Melia, superando ripidi dislivelli, un pianoro e, nel tratto conclusivo, anche un torrente. Il rinvenimento di armi romane, databili con certezza all’epoca tardo-repubblicana, rende plausibile l’identificazione della struttura con il muro realizzato dal console Licinio Crasso nel 72 a.C. per intrappolare i ribelli guidati da Spartaco e per impedire loro l’accesso a ogni rifornimento. Saranno presentati per la prima volta, dopo l’annuncio dato dallo stesso Direttore Generale ABAP nel luglio 2024, i risultati delle prime fruttuosissime campagne d’indagini condotte dalla Soprintendenza in luoghi così affascinanti come i boschi dell’Aspromonte.
ORE 10:00 – 10:40
ORE 10:50 – 11:50
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ORE 12:00 – 12:40
ORE 12:50 – 13:20
Tutela
La nuova campagna di scavo a Strongoli (KR): un Parco archeologico urbano per riqualificare aree degradate
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone (SABAP CZ KR)
INTERVENGONO
Stefania Argenti, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone Alfredo Ruga, Funzionario archeologo SABAP CZ KR Vittoria Falbo, Funzionario archeologa SABAP CZ KR Marcello Gelone, Funzionario archeologo SABAP CZ KR
La nuova campagna di scavi avviata a Strongoli (KR) non è solo un’iniziativa di ricerca archeologica, ma rappresenta un autentico motore di cambiamento per l’intera comunità, in grado di iniettare una vera e propria energia propulsiva nel tessuto sociale e culturale della città. Al centro del progetto vi è l’ambizione di trasformare i risultati delle campagne di scavo in catalizzatori di una rinascita urbana e culturale, rendendo il futuro museo archeologico un polo di attrazione dinamico e vitale per la cittadinanza e i visitatori.
Questo approccio multidimensionale, che lega la scoperta archeologica alla riqualificazione urbana, è volto a generare una forza rigenerativa che riscriva il destino di un territorio spesso afflitto da fenomeni di degrado e illegalità. L’archeologia, tradizionalmente vista come una disciplina legata al passato, qui si fa protagonista di un processo di risveglio identitario e di rilancio sociale, contribuendo attivamente alla riconquista degli spazi pubblici.
Nuove scoperte
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini (SABAP RA) in collaborazione con Comando dei Vigili del Fuoco di Forlì-Cesena
INTERVENGONO
Federica Gonzato, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Ravenna, Forlì- Cesena e Rimini Gianfranco Tripi, Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Forlì-Cesena Romina Pirraglia, Funzionaria archeologa SABAP RA
L’intervento vuole restituire il complesso di azioni intraprese a partire dal rinvenimento a Sarsina dei resti archeologici di un tempio di età romana, che hanno comportato il coinvolgimento della DG Abap, dell’ICA e dei Vigili del Fuoco per una prima urgente messa in sicurezza. Tali attività sono state necessarie per potere procedere con lo scavo integrale del sito attualmente in corso, da destinare alla pubblica fruizione tramite un apposito progetto di valorizzazione.
La scoperta del tempio romano di Sarsina (FC) tra sinergie e criticità
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Nuove scoperte | Fruizione
Lio Piccolo e la Villa romana del Sale. Un progetto di scavo, tutela e turismo
sostenibile nella Laguna di Venezia
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e Laguna (SABAP VE LAG) in collaborazione con Università Ca’ Foscari di Venezia e Comune di Cavallino Treporti
INTERVENGONO
Sara Bini, Funzionario archeologo SABAP VE LAG Alberto Ballarin, Assessore alla Cultura e tradizioni locali-Turismo e Progetto strategico Lio Piccolo del Comune di Cavallino Treporti Diego Calaon, Professore associato Università Ca’ Foscari di Venezia Daniela Cottica, Professore associato Università Ca’ Foscari di Venezia Jacopo Paiano, Specializzando in archeologia Università Ca’ Foscari di Venezia Martina Bergamo, Dottoranda in archeologia Università Ca’ Foscari di Venezia
Un esempio di archeologia sostenibile e di comunità, oltre che di ricerche e di tutela, che ha permesso di far conoscere la storia della Laguna Nord sia al mondo scientifico ma anche alle comunità locali.
Nuove scoperte
Lo scavo della chiesa di San Geminiano in Piazza San Marco. Le ultime indagini archeologiche su Venezia altomedievale
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e Laguna (SABAP VE LAG)
INTERVIENE
Sara Bini, Funzionario archeologo SABAP VE LAG
Sintesi sulle ultime indagini archeologiche che dal 2021 interessano Piazza S. Marco, in particolare quelle che hanno permesso di rilevare i resti della chiesa di S. Geminiano, esistente nella Piazza fin dai primi secoli dell’alto-medioevo.
Fruizione | Tutela
ETRURIA FUTURA. I progetti CAPUT MUNDI NEXT GENERATION EU-PNRR della Soprintendenza per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale (SABAP VT EM)
INTERVENGONO
Barbara Barbaro, Funzionario archeologo SABAP VT EM Simona Carosi, Funzionario archeologo SABAP VT EM Biancalisa Corradini, Funzionario archeologo SABAP VT EM Gloria Galanti, Funzionario architetto SABAP VT EM Carlotta Schwarz, Funzionario archeologo SABAP VT EM Yuri Strozzieri, Funzionario architetto SABAP VT EM Giuseppe Borzillo, Funzionario architetto SABAP VT EM Rossella Zaccagnini, Funzionario archeologo SABAP VT EM Daniele Federico Maras, Direttore Museo nazionale archeologico di Firenze Gianpaolo Colucci, Archeologo – istruttore Albatros progetto Paolo Pinto Scuba Blind International Disable Dive School
La Soprintendenza è soggetta attuatrice per la realizzazione dell’investimento 4.3. Caput Mundi – Next Generation EU per grandi eventi turistici, M1C3-35, Percorsi Giubilari 2025 per un totale di 26 interventi, nell’ambito di un accordo tra Ministero della Cultura e Ministero del Turismo. I progetti si distinguono per innovazione, inclusività, apporto conoscitivo.
ORE 13:30 – 14:30
ORE 14:40 – 15:00
ORE 15:10 – 16:40
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ORE 16:50 – 17:20
ORE 17:30 – 18:00
ORE 18:10 – 19:00
ORE 19:10 – 19:30
Nuove scoperte | Fruizione Il Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri: per una nuova visione del futuro
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Calabria (DRMN CAL) INTERVENGONO
Filippo Demma, Direttore regionale Musei nazionali Calabria Elena Trunfio, Direttrice del Museo e Parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri
Il progetto del “nuovo” Parco, costruito con la comunità locale e scientifica e con gli ordini professionali, attraverso gli strumenti della progettazione architettonica di paesaggio vuole creare un contesto favorevole per vivere il parco, aprendosi dunque alle contemporaneità, ad una nuova percezione paesaggistica del camminare, del comunicare la storia e del fruire il sito.
Gestione e valorizzazione
Il ruolo del Museo nella progettazione e realizzazione di eventi: il caso del Festival Trame
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Calabria (DRMN CAL) – Museo archeologico Lametino (MAL) INTERVENGONO
Simona Bruni, Direttrice del Museo archeologico Lametino Stefania Mancuso, Professore archeologia classica e didattica del Parco e del Museo UNICAL
Alla gestione del patrimonio museale, contenitore di potenziali storico/culturali, si lega la ricaduta delle attività, come il “Festival Trame” che possono innescare meccanismi di buone pratiche ma soprattutto di interazioni culturali attraverso lo strumento della comunicazione/narrazione basato su un’idea di condivisione e di coinvolgimento dell’utenza e del suo contesto territoriale.
Nuove scoperte | Tutela I recenti ritrovamenti di Punta dell’Aspide (Nardò, LE) nel quadro degli
insediamenti costieri salentini nell’Età del Bronzo
A cura della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce (SABAP BR LE)
INTERVENGONO
Francesca Riccio, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce Antonio Zunno, Funzionario architetto SABAP BR LE Serena Strafella, Funzionario archeologo SABAP BR LE Ida Tiberi, Collaboratore archeologo SABAP BR LE
Luigi Coluccia, Archeologo libero professionista
L’intervento è finalizzato alla condivisione dei dati scaturiti dalle prime indagini sistematiche condotte su un insediamento databile alla media età del Bronzo, collocato in un contesto paesaggistico che straordinariamente conserva evidenze di altri insediamenti coevi, collocati lungo la linea di costa, in reciproca interrelazione.
Gestione e valorizzazione
Verso il nuovo Museo Nazionale Romano. Urbs, dalla città alla campagna romana
A cura del Museo Nazionale Romano (MNR) INTERVIENE Stéphane Verger, Direttore del Museo Nazionale Romano
Il progetto “URBS. Dalla città alla campagna romana” coinvolge le quattro sedi del Museo Nazionale Romano in un insieme di restauri e riallestimenti per restituire un nuovo racconto della storia di Roma dalle origini all’epoca contemporanea, anche attraverso le nuove scoperte archeologiche e percorsi innovativi e inclusivi.
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La metallurgia nell’antichità. Le tecniche di decorazione a sbalzo
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Lazio (DRMN LAZIO) CONDUCONO
Daniela De Angelis, Direttrice del Museo delle Navi Romane di Nemi Ettore Pizzuti, Archeotecnologo
Il laboratorio è destinato a ragazzi e adulti alla scoperta della toreutica antica, utilizzata per la realizzazione di oggetti d’uso e ornamenti personali. I partecipanti potranno sperimentare le tecniche utilizzate nell’antichità e ricreare degli oggetti con decori a sbalzo su modelli antichi, impiegando materiali forniti dall’Amministrazione. È possibile proporre anche un piccolo tavolo espositivo con materiali legati alla toreutica e repliche di reperti antichi in bronzo e rame.
Età consigliata per tutti
Geometrie a regola d’arte
A cura del Parco archeologico di Pompei (PA POMPEI)
CONDUCONO
Maria Grazia Viscido Valentina Landi Virginia Caiazza
La tassellazione è uno dei metodi con i quali si può ricoprire un piano per mezzo di figure che vengono traslate, ruotate, riflesse ripetutamente senza sovrapporsi. Ma questa tecnica a Pompei era già nota, infatti ci sono numerosi mosaici ritrovati nelle case, con tessere bianche e nere con motivi a labirinto e a scacchiera. i partecipanti saranno coinvolti nella complessa opera della tassellazione, un’attività che unisce arte e matematica in modo emozionante e creativo, per creare un motivo geometrico nuovo da portare a casa come ricordo di questa giornata di gioco e apprendimento.
Età consigliata per tutti
L’esplorazione virtuale della Tomba del Tuffatore
A cura dei Parchi archeologici di Paestum e Velia (PA PAEVE) CONDUCONO
Sara Battaglia, Archeologa e digitalizzatrice di Memooria Vincenzo Marsico, Direttore commerciale di Haltadefinizione
L’iniziativa propone una modalità di accesso e fruizione virtuale sperimentale e assolutamente innovativa della Tomba del Tuffatore presso lo stand del Ministero della Cultura, i visitatori avranno la possibilità di ammirare ed esplorare per la prima volta il digital twin della Tomba grazie alle tecnologie di realtà aumentata, come Apple Vision Pro. L’esperienza immersiva offre una visione senza precedenti del reperto, valorizzandone ogni dettaglio.
Età consigliata per tutti
ORE 10:00 – 11:30
ORE 11:45 – 13:00
ORE 15:00 – 18:00
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ORE 10:00 – 11:00
ORE 11:10 – 11:30
Archeologia e pubblico: nuovi modi per raccontare il passato
A cura della Direzione regionale Musei nazionali Liguria (DRMN LIG), Musei nazionali di Genova in collaborazione con Università degli Studi di Genova (UNIGE), Dipartimento di Informatica Bioingegneria Robotica e Ingegneria dei Sistemi DIBRIS
INTERVENGONO
Alessandra Guerrini, Direttore Musei nazionali di Genova Valentina Fiore, Funzionario storico dell’arte DRMN LIG Manuela Serando, Content specialist e cultural project manager, Ett Solutions Spa Antonella Traverso, Funzionario archeologo DRMN LIG Gianni Vercelli, Professore Università degli Studi di Genova UNIGE
Verranno qui presentati due dei progetti finanziati nell’ambito del PNRR Mis. 1. Investimento 1.2 Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei realizzati dalla DRMN Liguria grazie anche a collaborazioni con DIBRIS – UniGe ed ETT Genova. Si tratta di due applicazioni, che hanno l’obiettivo di facilitare l’accesso al tema archeologico sia sul piano dell’accessibilità fisica (visita ai siti anche in condizioni di percorso difficili) sia su quello dell’accessibilità cognitiva (temi complessi quali la preistoria più antica o il tema di siti archeologici pluristratificati e plurifunzionali). Sono quindi state realizzate due applicazioni: ai Balzi Rossi è stato realizzato un modello 3D esportato in un ambiente di sviluppo per realtà virtuale, utilizzando Unreal Engine per costruire un’esperienza di realtà virtuale coinvolgente e interattiva; all’area archeologica di Nervia invece sono state realizzate diverse tipologie di postazioni multimediali (postazione talking Avatar, modellino 3D Sense, teche multimediali interattive), che sfruttano le potenzialità educative dei talking avatar, realizzati attraverso l’integrazione tra diverse piattaforme AI, grafica computerizzata e storytelling, in grado di comunicare contenuti didattici e divulgativi. Inoltre la nuova tecnologia Sense applicata a un modellino 3D delle terme, permette, attraverso l’interazione attiva ed esperienziale di tutti i visitatori, anche ipovedenti, la comprensione del funzionamento delle terme in epoca romana.
Fruizione
Sepolta dai libri… Prospettive di valorizzazione dei resti archeologici della prima chiesa gesuitica di Napoli ritrovati nei depositi della Biblioteca Universitaria di Napoli
A cura della Biblioteca Universitaria di Napoli (BUN) INTERVENGONO
Silvia Iovane, Direttore della Biblioteca Universitaria di Napoli Carlo Ebanista, Professore di archeologia cristiana e medievale Mario Cesarano, Archeologo
Presentazione dello studio preliminare e delle prospettive di valorizzazione dei resti archeologici conservati nei depositi della BUN ed emersi casualmente durante lavori di ristrutturazione. Sarà proiettato un breve documentario.
Fruizione
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ORE 11:40 – 12:10
Fruizione
Progetto archivio storico comunale e Parco archeologico naturalistico Civita di Cupra Marittima (AP)
A cura della Soprintendenza archivistica e bibliografica delle Marche (SAB MAR) in collaborazione con il Comune di Cupra Marittima, Progetto cofinanziato da Regione Marche e Comune di Cupra Marittima (AP)
INTERVENGONO
Benedetto Luigi Compagnoni, Soprintendente archivistico e bibliografico delle Marche Daniela Luciani, Assessore alla cultura del Comune di Cupra Marittima (AP)
Eliana Ameli, Consigliera del Comune di Cupra Marittima con delega al Parco archeologico di Cupra Marittima (AP) Antonello Bellanca, Studio logico srl
Presentazione progetto di promozione dell’archivio storico comunale di Cupra Marittima con realizzazione di contenuti multimediali, utilizzando le tecniche del serious game, che collegano le carte d’archivio con il Parco archeologico.
Gestione e valorizzazione | Nuove scoperte Roma, la macchina del PNRR tra nuove scoperte e valorizzazione
A cura della Soprintendenza Speciale Archeologia belle arti e paesaggio di Roma (SSABAP RM) INTERVENGONO
Il PNRR come straordinario strumento di sviluppo e di indagine. Il 2024 è stato contrassegnato da importanti cantieri di archeologia preventiva che hanno portato a nuove scoperte archeologiche: dal Portico di Agrippina in piazza Pia al Patriarchio di San Giovanni in Laterano. Il PNRR è anche l’occasione per ripensare il patrimonio archeologico nel contesto urbano con interventi di valorizzazione d’eccezione come per le Terme di Caracalla. Progetti innovativi e di sviluppo che diventano uno storytelling targato SSABAP attraverso Cantieri Narranti.
Gestione e valorizzazione
SmartLand@Pompei. Progetto per la valorizzazione del territorio vesuviano.
A cura della Direzione Generale per il Supporto all’Attuazione dei Programmi – Unità Grande Pompei (UGP)
INTERVENGONO
Alberto Bruni, Progettista UGP Annunziata Valente, Referente UGP Progetto SmartLand@Pompei
Con il progetto SmartLand@Pompei viene realizzata l’idea, elaborata nel Piano Strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel Piano di Gestione del sito UNESCO “Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata”, di un portale Open Data per il Sistema Turistico Culturale integrato, una piattaforma di servizi integrati per la valorizzazione delle espressioni culturali identitarie di questo territorio, con l’obiettivo di definire e applicare nuovi modelli di sviluppo economico e sociale attraverso soluzioni tecnologiche innovative.
ORE 12:15 – 12:50
ORE 13:00 – 13:20
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ORE 10:00 – 12:00
Geometrie a regola d’arte
A cura del Parco archeologico di Pompei (PA POMPEI)
CONDUCONO
Maria Grazia Viscido Valentina Landi Virginia Caiazza
La tassellazione è uno dei metodi con i quali si può ricoprire un piano per mezzo di figure che vengono traslate, ruotate, riflesse ripetutamente senza sovrapporsi. Ma questa tecnica a Pompei era già nota, infatti ci sono numerosi mosaici ritrovati nelle case, con tessere bianche e nere con motivi a labirinto e a scacchiera. i partecipanti saranno coinvolti nella complessa opera della tassellazione, un’attività che unisce arte e matematica in modo emozionante e creativo, per creare un motivo geometrico nuovo da portare a casa come ricordo di questa giornata di gioco e apprendimento.
Maya Angelou- La poetessa che ha cambiato il mondo con le sue parole –
Maya Angelou (nata Marguerite Ann Johnson)ha pubblicato, nell’arco di mezzo secolo, un’autobiografia divisa in sette parti, tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, oltre a libri per bambini, drammi teatrali, sceneggiature e programmi televisivi. Ha ricevuto decine di premi e più di trenta dottorati di ricerca honoris causa. Angelou è celebre soprattutto per le sette autobiografie incentrate sulle sue esperienze adolescenziali e della prima maturità. Con la prima autobiografia, Il canto del silenzio nella quale racconta la propria vita fino all’età di diciassette anni, ha incontrato un enorme successo e apprezzamento internazionale. –
SOLI
A letto, a pensare
Ieri notte
Come trovare casa alla mia anima
Dove l’acqua non abbia sete
E il pane non sia pietra
Ho capito una cosa
Non credo di sbagliarmi
Che nessuno
Ma nessuno
Qui può cavarsela da solo.
Ci sono milionari
Con denaro che non sanno usare
Le mogli corrono a destra e a manca come furie
I loro figli fanno il piagnisteo
Si rivolgono a medici costosi
Per curare i loro cuori di pietra.
Ma nessuno
No, nessuno
Qui può cavarsela da solo.
Adesso se mi ascolti attentamente
Ti dirò quel che so
Nuvole tempestose si vanno adunando
Il vento soffierà
La razza umana soffre
E io ne sento i gemiti,
Perché nessuno
Ma proprio nessuno
Qui può cavarsela da solo.
Eppure mi rialzo
Puoi infangarmi nella storia
con le tue amare, contorte bugie.
Puoi schiacciarmi nella terra
ma, come la polvere, iomi rialzo.
La mia sfacciataggine ti disturba?
Perché sei afflitto dallo sconforto?
Perché cammino come se avessi pozzi di petrolio
che pompano nel mio salotto.
Proprio come le lune e i soli,
con la certezza delle maree,
come le speranze che volano alte, iomi rialzo.
Volevi vedermi spezzata?
Con la testa china e gli occhi bassi?
Spalle cadenti come lacrime,
indebolite dai pianti della mia anima?
La mia immodestia ti offende?
Non te la prendere così tanto
solo perché io rido come se avessi miniere d’oro
scavate nel mio giardino
Puoi ferirmi con le tue parole,
puoi trafiggermi con i tuoi sguardi,
puoi uccidermi con il tuo odio,
eppure, come la vita, io mi rialzo.
La mia sensualità ti disturba?
Ti coglie di sorpresa
Che io danzi come se avessi diamanti
alla confluenza delle mie cosce?
Dalle capanne della storia ignobile iomi rialzo.
Da un passato radicato nel dolore iomi rialzo.
Sono un oceano nero, impetuoso e vasto
che traboccante e gonfio avanza con la marea.
Lasciandomi indietro notti di terrore e paura iomi rialzo
in un nuovo giorno miracolosamente chiaro Iomi rialzo
Portando i doni lasciati dai miei antenati,
sono la speranza e il sogno dello schiavo.
E così mi rialzo, mi rialzo mi rialzo.
Ancora, mi rialzo
Puoi sminuirmi nella storia
Con le tue amare, contorte bugie;
Puoi calpestarmi nella sporcizia
Ma, ancora, come polvere, mi rialzerò
La mia presunzione ti infastidisce?
Perché sei avvolto dall’oscurità?
Perché io cammino come se avessi pozzi di petrolio
Che pompano nel mio soggiorno
Proprio come le lune e come i soli,
Con la certezza delle maree,
Proprio come le speranze che si librano alte,
Ancora, mi rialzerò
Volevi vedermi distrutta?
Testa china e occhi bassi?
Con le spalle cadenti come lacrime,
Indebolita dai miei pianti struggenti?
La mia arroganza ti offende?
Non prenderla troppo male
Perché io rido come avessi trovato miniere d’oro
Scavando nel giardino
Puoi spararmi con le parole,
Puoi trapassarmi con gli occhi,
Puoi uccidermi con l’odio,
Ma, ancora, come l’aria, mi rialzerò.
La mia sensualità ti disturba?
Ti giunge come sorpresa
Che io balli come avessi diamanti
Al congiungersi delle mie cosce?
Fuori dai tuguri della vergogna della storia
Mi rialzo
In alto, da un passato che ha radici nel dolore
Mi rialzo
Io sono un oceano nero, tempestoso e vasto,
Sgorgando e crescendo rinasco nella marea.
Lasciandomi dietro notti di terrore e paura
Mi rialzo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente chiaro
Mi rialzo
Portando i doni dei miei antenati,
Io sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Mi rialzo
Mi rialzo
Mi rialzo
———–
Le belle donne si domandano dove si celi il mio segreto.
Non sono appariscente, né disegnata per vestire
taglie da modella,
ma quando comincio a raccontarmi
credono stia raccontando storie.
Dico loro
Che è nello spazio del mio abbraccio,
è nell’ampiezza dei miei fianchi
è nell’andatura del mio passo,
è nella linea delle mie labbra.
Sono una donna,
intensamente.
Sono una donna fenomenale
Ecco io chi sono.
Quando entro in una stanza,
disinvolta, come piace a te
E cammino verso un uomo
tutti gli altri si alzano in piedi
O cadono sulle ginocchia,
poi si raccolgono intorno a me
Come le api intorno al miele.
Dico loro
Che è il fuoco del mio sguardo,
è lo splendore del mio sorriso
è l’ondeggiare della mia vita,
ed è la gioia nei miei piedi.
Sono una donna,
intensamente.
Una donna fenomenale
Ecco io chi sono.
Anche gli uomini si domandano
cosa vedano in me,
ci provano davvero,
ma non riescono a toccare
l’essenza del mio mistero.
Quando tento di mostrarlo
essi dicono che ancora non vedono.
Dico loro
Che è nell’arco della mia schiena,
è nella luce del mio sorriso,
è nel sentiero dei miei seni,
è nella grazia del mio stile.
Sono una donna,
intensamente.
Sono una donna fenomenale.
Ecco chi sono io.
Ora puoi comprendere
perché il mio capo non è chino.
Io non urlo o salto in giro
io non parlo con un grido.
E quando mi vedi passare provi un orgoglio glorioso.
Io dico
è nello scatto delle mie ginocchia,
è nell’onda dei miei capelli,
è nel palmo delle mie mani,
è nel bisogno delle mie attenzioni.
Perché io sono una donna,
intensamente.
Una donna fenomenale.
Ecco io chi sono.
Maya Angelou (nata Marguerite Ann Johnson) ha pubblicato, nell’arco di mezzo secolo, un’autobiografia divisa in sette parti, tre libri di saggistica e numerose raccolte di poesia, oltre a libri per bambini, drammi teatrali, sceneggiature e programmi televisivi. Ha ricevuto decine di premi e più di trenta dottorati di ricerca honoris causa. Angelou è celebre soprattutto per le sette autobiografie incentrate sulle sue esperienze adolescenziali e della prima maturità. Con la prima autobiografia, Il canto del silenzio nella quale racconta la propria vita fino all’età di diciassette anni, ha incontrato un enorme successo e apprezzamento internazionale. –
Gabriele Galloni (1995 – 2020). Ha pubblicato le raccolte poetiche Slittamenti (Augh!, 2017), In che luce cadranno (RP, 2018), Creatura breve (Ensemble, 2018) e L’estate del mondo (Marco Saya, 2019). Ha pubblicato, inoltre, la raccolta di racconti Sonno giapponese (Italic Pequod, 2019). È stato co-direttore di Inverso – Giornale di poesia e autore e ideatore, per la rivista Pangea, della rubrica Cronache dalla Fine: dodici conversazioni con altrettanti malati terminali
Gabriele Galloni. Pensiamo che il modo più opportuno per ricordarlo sia proporre ai lettori una selezione dei versi che ci ha lasciato: una breve mappa che ci permetta ancora di dire «La musica dei morti è il contrappunto/ dei passi sulla terra». Una mappa – così, crediamo, avrebbe sorriso – finalmente libera dai punti cardinali.
Slittamenti
È giù negli interstizi di
tempo tra i minimi
e i massimi che accade
l’irreparabile.
*
Sappiamo per esempio
senza dirlo che adesso Villa Sciarra
è di nuovo uno scatto
sovraesposto, un abbassare lo sguardo
per troppa luce, il conto
di questa estate e di quelle trascorse.
*
Dormiva: questo ha detto. Lo ha svegliato
un fischio: così ha scritto. Un fischio come
d’aria tra spazi vuoti – già passato.
Di tutto questo a malapena il nome.
In che luce cadranno
I morti tentano di consolarci
ma il loro tentativo è incomprensibile:
sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della conversazione. Sanno amarci
con una mano – e l’altra all’Invisibile.
*
Ho conosciuto un uomo che leggeva
la mano ai morti. Preferiva quelli
sotto i vent’anni; tutte le domeniche
nell’obitorio prediceva loro
le coordinate per un’altra vita.
*
I morti guardano alla luna come
un errore, uno sgarbo del creato;
pensano infatti che sia cosa messa
lì per illuderli (non percorribile).
L’imitazione di un antico sesso
senza ingresso né uscita né sala
d’attesa.
*
La musica dei morti è il contrappunto
dei passi sulla terra.
Creatura breve
Fabula
Volle provare la dissoluzione
della carne. Provarla con coscienza.
Rendersi terra fertile, ma senza
morire; vivo senza soluzione.
Pro Verbis #3
Rompi la roccia e ne uscirà dell’acqua.
Potrai berla, pensare un ritorno
alla materia dell’ultimo giorno.
La cosa che ti anticipa e ti chiude.
Fabula
Questa luna è una corsa di bambini
attorno a un pozzo quando il pozzo è pieno
fino all’orlo. E nessuno per chilometri.
Pro Verbis #4
E saremo l’Immagine dell’uomo.
Non la creatura breve, ma la traccia.
L’estate del mondo
Me ne vado; ma tu sei lontananza
che ritorna. L’eternità felice
del tuo viso indagato controluce –
dalla Magliana vecchia alla mia stanza.
*
Luna di luglio: dalla tua finestra
scoperta di sfuggita sopra il mare.
Per poco, ma l’abbiamo fatta nostra
pensando fosse un fondo di bicchiere.
Luna di mare; ciotole di legno
in fila tutte lungo il davanzale.
Il cielo non si asciuga – intanto
la marea sale.
III
Ma l’ultima parola sulla Luna
spettò al più piccolo di noi, che disse:
la Luna è questa duna senza attesa
di mare; è l’autostrada che da Piana
del Sole porta fuori le città
di tutto il mondo.
*
Capitava la notte che si andasse
a frugare, bambini, tra gli scogli;
cercando il Filo che riavvicinasse
le stelle l’una all’altra.
Raggiungere lo spazio dalla riva
del mare; intanto cogliere una lucciola
dal bagnasciuga e saperla sorpresi
ancora viva.
*
È la notte di san Lorenzo. Prima
che cadano le stelle scavalchiamo
il muretto del centro sportivo.
L’acqua della piscina è ancora mossa;
imita nei suoi guizzi le vicine
luci del campo da calcio; riflette
i nostri visi oltre il bordo, curiosi
del fondale laccato.
“Guarda”, mi dici alzando la tua Tennent’s
verso la Luna, “è come se a momenti
tutti i passati a noi qui ritornassero;
l’acqua si muove, si sta preparando
a ridarceli tutti”. Getti via
la bottiglia ormai vuota. Ci sediamo.
Ignoravamo che una volta nudi
saremmo nudi rimasti per sempre.
C’è qualcuno vicino a noi, ma l’ombra
lo nasconde. Sappiamo a cosa i corpi
servono gli uni agli altri, ché vent’anni
sono bastati a questo.
Abbiamo smesso di parlare; adesso
ascoltiamo soltanto.
Le presenze
non ci temono più; così continuano
i loro giochi a bassa voce, quasi
chiedessero a noi di imitarle.
Bestiario dei giorni di festa
Il cane
Un cane con due zampe è sempre un cane.
Purché sempre ricerchi con la coda
la fissità delle cose lontane.
Il pesce rosso
Il pesce rosso è aruspice celeste;
prova tu a decifrare le stelle da un vetro –
sicuramente non ci riusciresti.
Lo struzzo
Andando sempre avanti tutto il mondo
ci dimenticherà. Lo struzzo
preferisce così girare in tondo.
Fonte-Redazione «Inverso – Giornale di poesia»
a cura di Mattia Tarantino-fotografia di Arianna Vartolo
Le cicatrici di Gabriele Galloni nelle poesie che ci ha lasciato-Articolo di Gianni Montieri
“Sulla riva dei corpi e delle anime” è un’ampissima scelta di liriche in un volume molto bello, che si legge con piacere e a cui si pensa con qualche malinconia dopo la sua scomparsa: cos’altro avrebbe potuto essere? Cosa non è stato?
Articolo del 22 Giugno 2023
Diversi anni fa mi sono imbattuto nelle poesie di Gabriele Galloni, era giovanissimo e giovanissimo qualche anno dopo se ne è andato; erano versi freschi, pieni di squarci e illuminazioni e d’ingenuità, quest’ultima caratteristica non mi parve un difetto, ma qualcosa in divenire, necessaria al farsi di questo ragazzo che aveva voglia di scrivere, di farsi notare, di stare nel mondo delle lettere, di stare al mondo. Pubblicammo, su una rivista on-line (che esiste ancora Poetarum Silva) qualche poesia, tempo dopo, poco prima della sua morte – avvenuta nel settembre del 2020, a soli 25 anni – Galloni mi scrisse ringraziandomi perché eravamo stati i primi a pubblicare dei suoi testi, era un bravo ragazzo, un bravo poeta, destinato a diventare bravissimo. L’editore Crocetti pubblica in questo 2023 un’ampissima scelta delle poesie di Gabriele Galloni – una produzione vasta per un poeta così giovane, aveva fretta, aveva ragione – Sulla riva dei corpi e delle anime, ne viene fuori un volume molto bello, che si legge con piacere e a cui si pensa con qualche malinconia: cos’altro avrebbe potuto essere? Cosa non è stato?
«Così un giorno, per caso, / i morti costruirono / il primo cimitero sotto il mare. / Se ne dimenticarono / in un tuffo soltanto».
Galloni ha sempre scritto di vita e morte, del confine che le unisce più che separarle, e unendole sfuma come succede con l’orizzonte in certi pomeriggi al mare, o come accade a certi palazzi di periferia che paiono agitarsi sotto l’effetto di una Fata Morgana. Così come ha scritto del suo tempo di ragazzo senza indugiare nella cronaca, sospendendo il giudizio intanto che cercava di capire, perché questo – tra le altre cose – provi a fare quando sei molto giovane. A Galloni interessava la luce che si posava sulle cose, sulle case, su un lungomare, sui corpi per vedere come avrebbe potuto cambiarne lo stato, come in effetti lo mutava. Gli importava, di conseguenza, anche l’opposto: cosa accade quando la luce non filtra, non cala, non squarcia? Ed ecco il buio, la cupezza, l’istante nero che ci avvolge e che lo scatto della poesia risolve.
«I cavi elettrici, mi fai notare, / sembrano scie di cometa stasera».
Le cinque parti che formano il libro – introdotte da un testo di Alessandro Moscè – si tengono e si parlano come attraversate da un filo rosso molto sottile che quasi in silenzio le cuce e le lega. Le poesie di Galloni sono quasi tutte molto brevi, come se fossero attraversate da un fulmine che le proietta al suolo in poco tempo, di nuovo la fretta ma pure l’accelerazione reale del testo poetico, che arriva al punto in poche mosse. Non c’è fine alla vita, e allora i morti continuano a porsi le stesse domande dei vivi, e forse se le pongono meglio, hanno più tempo. La luna sulle case popolari è sempre sola, i morti (ancora) di notte (ma quale?) gettano via l’intonaco. Liberano i muri e lo spazio? Il mare, che può esistere, dietro una sala d’attesa. L’estate, che mi pare la stagione del respiro di ogni poesia di Galloni, come se l’inverno non fosse concepibile. Come se si potesse vivere, o scrivere, stando solo nella stagione più breve, quella della luce, quella in cui i corpi e le anime vengono sottratti alla notte, e possono essere raccontati, compresi, amati.
«Un bianco pomeriggio senza vento / Noi ce ne andiamo soli per la strada».
Le cicatrici camminano insieme alle speranze, le estati vengono prima di noi, della nostra nascita, siamo parte dei tempi che ci hanno preceduto. Questo mare che l’immaginazione di Galloni proietta nelle stanze, nel disordine dei giorni, come se volesse le sue poesie fatte di acqua e sale, in gran parte riuscendoci. Galloni sentiva la morte sempre a un passo, non la sua, quella di tutti, così si riempiva di vita, ne riempiva i versi. Non scriveva poesie politiche e nemmeno d’amore, perciò faceva entrambe le cose, inevitabilmente. Credeva nell’inutilità della poesia. In-utile, utile in sé, fedele a nessuna linea, a nessun profilo, modello. Unica regola: tracciare una linea, seguirla fino a che non scompare perché troppo visibile, perché irraggiungibile. Gabriele Galloni condivideva con me la passione per una canzone di Bruce Springsteen, Atlantic City, e allora chiudiamo questo pezzo cantando: «Well now everything dies baby that’s a fact / but maybe everything that dies someday comes back».
4 volumi indivisibili: 1. Le origini – 2. La ricerca – 3. Sorelle della Sacra Famiglia – 4. Progetti e approvazioni
L’Epistolario di Leopoldina Naudet si colloca nelle convulse fasi storiche che attraversano l’Europa, tra Rivoluzione francese e piena Restaurazione: in esse si muovono i tanti personaggi che Leopoldina incontra nel suo impegnativo cammino di fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia di Verona.
Descrizione
Opera composta di 4 volumi curata da Adriana Valerio
Volume 1: L’EPISTOLARIO (1799-1819) ~ Le Origini L’Epistolario di Leopoldina Naudet si colloca nelle convulse fasi storiche che attraversano l’Europa, tra Rivoluzione francese e piena Restaurazione: in esse si muovono i tanti personaggi che Leopoldina incontra nel suo impegnativo cammino di fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia di Verona. Marianna d’Asburgo Lorena, Niccolò Paccanari, Maddalena di Canossa, Gaspare Bertoni sono alcuni dei nomi che incontriamo in questo primo volume delle Lettere, scritte nel periodo degli inizi, dal 1799 al 1807. È in questi anni, infatti, che Naudet è alla ricerca di una originale dimensione di vita religiosa mettendo insieme vita contemplativa e apostolica, attraverso un’attenzione, rara e significativa per l’epoca, rivolta all’alta formazione culturale e spirituale delle donne.
Volume 2: L’EPISTOLARIO (1820-1827) ~ La ricerca
Gli anni 1820-1827 sono caratterizzati da una costante ricerca di identità e di autonomia da parte di Leopoldina Naudet. Anche se don Gaspare Bertoni non si ritiene più suo direttore spirituale, i rapporti con lui tuttavia si intensificano ampliandosi in una relazione di amicizia, di confidenza e di reciproco ascolto. In questo periodo, comunque, la sua maggiore preoccupazione è dare identità alla comunità – attraverso la formulazione di una Regola – e ricevere il riconoscimento per l’Istituto sia da parte delle autorità civili sia di quelle religiose. Un intenso scambio epistolare con il gesuita Ludovico Rozaven ci mette a conoscenza non solo di un originario progetto di Leopoldina di voler fondare una comunità femminile di stampo gesuitico di alto livello, ma anche del suo ridimensionamento da parte di Rozaven che non lo vedeva realizzabile nel contesto della Chiesa del tempo per delle donne, limitate nei movimenti e nelle possibilità di formazione. Sono questi gli anni in cui la Naudet è alla ricerca di un luogo più ampio e idoneo per poter portare avanti l’opera e anche di una denominazione da dare alla comunità. Prende così corpo il suo antico desiderio di mettere l’Istituto sotto la protezione della Sacra Famiglia.
Volume 3: L’EPISTOLARIO (1828-1831) ~ Sorelle della Sacra Famiglia Il carteggio relativo al periodo che va dal 1828 al 1831 è particolarmente denso di avvenimenti: ruota intorno alle pratiche di approvazione dell’Istituto, all’uso dei beni economici da gestire, al lavoro di organizzazione delle scuole, alla messa a punto delle Regole. Sono anni decisivi per l’identità della nuova comunità e delle compagne che con Leopoldina si riconoscono sempre più come Sorelle della Sacra Famiglia, nome che scelgono per caratterizzare la loro spiritualità, intima e accogliente.
Volume 4: L’EPISTOLARIO (1832-1834) ~ Progetti ed approvazioni
Ci vogliono anni di lunghe e interminabili pratiche per giungere finalmente alle sospirate approvazioni che arrivano il 7 giugno 1833, per il riconoscimento civile, e il 20 dicembre 1833, per l’approvazione pontificia da parte di papa Gregorio XVI. Le lettere di questi anni (1832-1834) testimoniano le difficoltà, sia di ordine amministrativo che ecclesiale, che Leopoldina deve superare per ottenere la legittimazione dell’Istituto delle Sorelle della Sacra Famiglia nato per «ravvivare lo spirito religioso» del tempo.
AUTORE
-Adriana Valerio è docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese presso il Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II di Napoli. Dal 2003 al 2007 è stata presidente dell’AFERT (Associazione Femminile Europea per la Ricerca Teologica) e dal 2004 al 2014 della Fondazione Valerio per la Storia delle Donne.
Attualmente dirige il progetto internazionale e interconfessionale “La Bibbia e le donne. Collana di esegesi, cultura e storia”. Molte le conferenze in Italia e all’estero. Tra le sue ultime pubblicazioni:
Madri del Concilio. Ventitré donne al Vaticano II (Carocci 2012);
Donne e Bibbia nel Medioevo (cur. con Kari E. Børresen, Il Pozzo di Giacobbe 2011);
Donne e Bibbia nella crisi dell’Europa Cattolica (cur. con Maria Laura Giordano, Il Pozzo di Giacobbe 2014);
Le ribelli di Dio. Donne e Bibbia tra mito e storia (Feltrinelli 2014)
Misericordia. Nel cuore della riconciliazione (Gabrielli 2015).
GABRIELLI EDITORI -Via Cengia, 67 – 37029 San Pietro in Cariano (Verona)
Philippe-Alain Michaud-Anime primitive-Figure di celluloide, di peluche e di carta
Quodlibet Studio
Descrizione del libro di Philippe-Alain Michaud, Anime primitive-Biblioteca DEA SABINA–Quindi è un libro di cinema? Non esattamente, o meglio, non soltanto, anche se tratta di immagini animate o di animazione. Parla piuttosto di disegno e di giochi, di trance, di sogno, di spettri, di unione e disgiunzione dell’anima e del corpo…
Un libro di storia dell’arte, di antropologia, di filosofia? Non direi, anche se prendo a prestito concetti di queste discipline per raccontare una storia che in fondo è la storia di tutte le storie: quella della trasformazione del corpo in figura e della sua comparsa nella rappresentazione. Cerco le tracce di questo fenomeno nelle forme più disparate, dall’universo di Krazy Kat o di Little Nemo, al cinema burlesco o scientifico, dal tarantismo del Sud d’Italia alle mitologie indoamericane…
E perché il titolo Anime primitive? Le anime primitive sono le anime separate, come lo sono le figure. Perché una figura appaia bisogna che un corpo scompaia: la figurabilità non è altro che il racconto di una separazione. È per questo che la questione della rappresentazione è così connessa al lutto e a sua volta il lutto ci rimanda sempre all’enigma della rappresentazione.
«In L’anima primitiva, Lucien Lévy-Bruhl descrive i morti, o meglio i fantasmi, come degli esseri che somigliano ai vivi ma sono “incompleti e decaduti”: al momento delle loro apparizioni hanno piuttosto l’aria di fantasmi o di ombre, anziché di esseri reali. Hanno un corpo simile al nostro, ma senza consistenza o spessore. Alla logica dell’essere si sostituisce quindi una logica dell’apparire: i ghosts sono figure persistenti che si caricano di un effetto di ritardo o di sospensione».
Indice
Introduzione. Guignol, o della non vita
I. Sullo schermo
II. Simulacri
III. La commedia di distruzione
IV. Uomini-ragno
V. Peluche psicopompi
VI. Krazy Katchina
VII. Il coniglio Oswald, macchina desiderante
VIII. Dreamland (pavor nocturnus)
IX. I figli della notte
X. Fantasmagoria
XI. Thanatografia
XII. A volte ritornano
Ringraziamenti
Indice dei nomi
L’autore-Philippe-Alain Michaud, filosofo e storico dell’arte, dirige il Dipartimento di cinema sperimentale del Centre Pompidou di Parigi e insegna all’Université de Genève. Tra le mostre da lui curate: Comme le rêve le dessin (Musée du Louvre-Centre Pompidou, Parigi, 2005); Electric Nights (MAMM, Mosca, 2010); Tapis volants / Tappeti volanti (Tolosa-Roma, 2012); Hans Richter. La traversée du siècle (Centre Pompidou, Metz, 2013-2014); Beat Generation (Centre Pompidou, Parigi, 2016); L’Œil extatique. Sergueï Eisenstein à la croisée des arts (Centre Pompidou, Metz, 2019-2020). Tra le sue pubblicazioni: Aby Warburg et l’image en mouvement (Macula, Paris 1998); Sketches. Histoire de l’art, cinéma (Kargo & l’Éclat, Paris 2006); Sur le film (Macula, Paris 2016); Âmes primitives (Macula, Paris 2019). Fa parte del comitato di redazione dei «Cahiers du musée national d’art moderne» e dirige la collana «La littérature artistique» per Macula.
Recensione di Luigi Azzariti-Fumaroli-«Antinomie»
Nel tentativo di trovare «riposo nell’erudizione, in questa fuga lungi dalla nostra vita che non abbiamo il coraggio di guardare», o, più semplicemente, da ciò che di «altro un altro anno prepar[a]», si è atteso alla lettura dell’edizione italiana, appena apparsa presso Quodlibet, d’un volume pubblicato originariamente in Francia nell’estate 2019 per l’editrice parigina Macula, e di cui si era avuta notizia qualche mese dopo, scorrendo le pagine di Critique d’art. Guitemie Maldonado vi aveva dedicato una breve recensione: «Leggere questo libro di Philippe-Alain Michaud significa percorrere un’intera sezione della cultura e del pensiero visivo moderno in compagnia di una guida tanto colta quanto ispirata. Dall’introduzione, si passa dalle prime esperienze di Franz Kafka, Maxim Gorki e Siegfried Kracauer come spettatori di film alla storia del teatro delle ombre: si stabilisce così un movimento dialettico tra “rappresentazione del reale” e “presentazione dell’irrealtà”, radicato nell’idea di “reale” e “irreale”, ancorato all’idea che “tanto quanto l’apparizione delle figure, è la scomparsa dei corpi che il cinema racconta”, “il battito meccanico dell’otturatore […] inscrive un evento di scomparsa nel cuore dell’esperienza filmica per farne la condizione di possibilità della formazione delle figure”». Con le dande offerte da una pletora di phares, ora incliti ora oscuri, l’autore – si leggeva – prosegue in una disamina volta ad «individuare il ruolo dell’animismo» nella cultura moderna, ricorrendo ad esempi tratti non soltanto dalle pellicole cinematografiche, ma pure dai fumetti, dalla pittura, da alcuni riti tribali e persino dalla storia di certi giocattoli, considerati capaci di perpetuare un insieme di credenze relative alla vita dell’anima in virtù del loro mettere in scena dei «fenomeni d’incorporazione che si prolungano oltre i limiti dell’esistenza grazie all’intervento della figura animale». Pur nutrendo, colpevole forse anche un’eccessiva frequentazione delle “laboriose inezie” manganelliane, qualche scetticismo verso le recensioni che intendano far opera di servizio per il lettore, si è dunque preso a leggere lo studio di Michaud essendo già avverti, benché per sommi capi, dei suoi contenuti, e perciò interessati soprattutto ad approfondire alcuni temi ch’erano stati profilati in quel ritaglio di rivista. Del resto, secondo quanto ha insegnato Walter Benjamin, affinché un’esegesi possa risultare efficace è sufficiente ch’essa si componga di due parti: la glossa e la citazione. Le quali, a loro volta, non sono altro che «segnali indicativi» tracciati sulle pagine dalla matita, nella sua veste – direbbe Valerio Magrelli – di «ossatura / esile del pensiero».
*
Il titolo (come uno dei due eserghi) del lavoro di Michaud richiama espressamente l’opera dell’antropologo Lucien Lévy-Bruhl, L’Âme primitive (1927), nella quale, come osservò, nel 1948, Ernesto De Martino introducendo l’edizione pubblicata per i tipi di Boringhieri, veniva per la prima volta delucidata quella mentalità che «rende misticamente partecipe ciò che, per noi, è distinto»: il che la fa essere poco o punto sensibile al principio di contraddizione (per cui A è diverso da B), con la conseguenza ch’essa si troverebbe prigioniera d’un delirio immodificabile, perché refrattario ad essere smentito dall’esperienza. Un delirio, tuttavia, dotato di una logica retta da quella particolare legge che governa ogni forma di soppressione di “linguaggio concordante”, sicché a connotare quest’ultimo sarebbe soltanto una “confusione”, che, d’accordo con Filone di Alessandria, si dirà non già equiparabile ad un “miscuglio”, ad una “combinazione” o ancora ad una “giustapposizione” e neppure ad una “separazione” o “divisione”, bensì alla sparizione di ogni elemento che non possa più essere separato, tanto che nulla più rimane delle qualità originarie, e tutto inclina verso la formazione di un’unica qualità. Lévy-Bruhl la chiama“mana”, termine melanesiano che indica una forza anonima e impersonale della quale parteciperebbero tutti gli esseri: essa sarebbe «sostanza, essenza, forza e unità di qualità diverse», in grado di conferire alle cose e agli esseri animati un carattere misterioso. Ed è di questo enigmatico potere interiore che Michaud si propone di indagare i riverberi che si prolungano in quegli spazi interstiziali compresi «tra la parte visibile ed il piano di fondo», e dai quali come da un leonardesco spiracolo o da un sartriano buco della serratura guateremmo «la pura coscienza delle cose e le cose stesse», così da non essere più osservatori, ma meri oggetti, cose fra cose.
Per Michaud, questa forma di reificazione troverebbe una prima esemplificazione nelle pantomime dei clown ovvero nelle gag interpretate dai protagonisti di certe pellicole di genere slapstick, in quanto il corpo vi sarebbe rappresentato come «un organismo privo di anima e dotato d’una plasticità che eccede o ignora il dato fisiologico e le regole di verosimiglianza che dovrebbero regolarne l’azione». Ma sarebbe stato specialmente un «film pressocché insopportabile», The Act of Seeing with One’s Own Eyes, terzo capitolo del trittico dei Pittsburgh Documents (1970) di Stan Brakhage (fig. 1), a mettere in scena in modo definitivo, attraverso la ripresa cinematografica d’una granguignolesca autopsia, non delle figure, ma dei corpi, i quali, però, finirebbero per non rappresentare altro che la condizione d’ogni figura, rendendosi così sopportabili o semplicemente possibili. Un cortocircuito che peraltro – nota Michaud – caratterizzerebbe anche le tante lezioni d’anatomia che la storia dell’arte annovera, a cominciare da quelle di Rembrandt (fig. 2), e nelle quali s’assisterebbe alla descrizione della vita attraverso la sua assenza.
Attorno a questa assenza, a questo vuoto indefinibile, Michaud indugia con lo specillo dell’anatomista, nella convinzione di poter così celebrare «i fasti e le superiori geometrie della vita», la quale, per farsi oggetto di conoscenza e di osservazione, parrebbe dover cessare d’essere tale. In tal senso, la seconda metà del suo studio parrebbe potersi leggere come il tentativo di teorizzare ciò che Francis Bacon definiva “emanazioni”, ossia di catalogare quelle “figure” che sembrano per certi versi promanare dalla loro stessa carne. Jean-Louis Schefer le ha definite simili a pittura che si può spazzolare, gettare, una pasta liquida, una sostanza senza soggetto che produce figure: lo sperma della vita di cui parla Proust. Michaud preferisce cogliere questo “qualcosa” che è creato dalla forma stessa, in certe figure semi-animali come le katcinas (fig. 3) degli indiani Hopi: «bambole o pupazzi di cui ai bambini si raccontano storie a volte paurose a volte divertenti, ma che sono anche una rappresentazione dei defunti e assicurano una continuità tra i vivi e i morti. Sono le immagini lasciate dagli spiriti prima di scomparire per sempre». Esse, non diversamente da quanto accade per i peluches quando intesi come “oggetti transizionali”, rappresenterebbero un principio vitale in un corpo inumano. La figura zoomorfa assolverebbe insomma ad una funzione psicopompica. La medesima assolta dal cartone animato di marca disneyana, considerato – anche sulla scorta di alcuni rilievi di Ėjzenštejn – il segno del completo abbandono di ogni costruzione psicologica, a vantaggio di un movimento perpetuo, nevrotico e febbricitante.
Questo stato spasmodico sembra invero pervadere lo stesso dettato di Michaud, che scivola avanti e indietro fra i diversi autori ch’egli convoca a sostegno delle proprie affermazioni, ma sempre guardandoli di sfuggita. È per questo forse che i riferimenti bibliografici, scelti per lo più in forza d’una regola analogica, rivelano nella sua scrittura un certo manierismo, se è vero che questo, linguisticamente, può individuarsi, secondo Ludwig Binswanger, in una pluralità di riferimenti “innaturali” enorme, smisurata, che fa saltare o lascia negletti i “confini naturali”. Vi è, nel citazionismo che caratterizza la scrittura di Michaud, un che di compulsivo, non dissimile dal modo di disegnare o di scrivere di artisti e scrittori ch’egli stesso ricorda, come Winsor McCay, Gabriel de Saint-Aubin (fig. 4) o Thomas Browne.
Quest’ultimo è in particolare evocato per la sua familiarità coi fantasmi, al centro delle pagine finali di Anime primitive, ispirate dal desiderio di offrire un ulteriore tassello a quella “scienza degli spettri” di cui Pierre Le Loyer, nel secolo XVII, intendeva gettare le basi, interrogandosi sui diversi “non essere” che hanno accompagnato per secoli il discorso più intimo della cultura occidentale e che ci insegnerebbero a considerare ogni esistenza soltanto nelle sue intermittenze. A partire da quella che si pone sotto il nome di “Io”. Infatti, «se la possibilità della mia scomparsa in generale» – ha scritto Jacques Derrida, fra i riferimenti più ricorrenti nelle pagine di Michaud – «deve essere vissuta in un certo modo perché possa istituirsi un rapporto alla presenza in generale, non si può più dire che l’esperienza della possibilità della mia scomparsa assoluta (della mia morte) venga ad intaccarmi, sopravvenga ad un io sono e modifichi il soggetto». Questo sarebbe infatti già da sempre solo un’ombra in congedo ed in annuncio, memore appena del suo dileguare. Farne l’epicrisi sarebbe perciò impossibile, a meno di sconfinare nel comico, come accade in Autopsia de un fantasma (1968) di Ismael Rodriguez. Peraltro, La scienza del comico (ma Umberto Eco, nella prefazione, segnalava che miglior titolo sarebbe probabilmente stato Il comico della scienza) è un saggio di Giorgio Celli che Michaud non manca di menzionare, traendolo dal «Mottenwelt», dal «mondo di tarme» in cui il tempo l’ha confinato, e di cui rammenta un passo nel quale si tratteggia la figura dell’anatomista come «un carnefice per delega cadaverica». Una definizione dove echeggia la passione, comune a Celli e a Michaud, per il grottesco: «rire vrai, rire violent» – osservava Baudelaire – a cospetto di oggetti che non sono un segno di debolezza o di sventura, ma, all’opposto, «créations fabuleuses», come, ad esempio, gli anaglifi, gli automati, le bambole, i peluches, le cere anatomiche, gli utensili chirurgici del dottor Farabeuf.
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L’altra verità. Diario di una diversa-di ALDA MERINI
Descrizione del libro di Alda Merini-Un alternarsi di orrore e solitudine, di incapacità di comprendere e di essere compresi, in una narrazione che nonostante tutto è un inno alla vita e alla forza del “sentire”. Alda Merini ripercorre il suo ricovero decennale in manicomio: il racconto della vita nella clinica psichiatrica, tra elettroshock e autentiche torture, libera lo sguardo della poetessa su questo inferno, come un’onda che alterna la lucidità all’incanto. Un diario senza traccia di sentimentalismo o di facili condanne, in cui emerge lo “sperdimento”, ma anche la sicurezza di sé e delle proprie emozioni in una sorta di innocenza primaria che tutto osserva e trasforma, senza mai disconoscere la malattia, o la fatica del non sentire i ritmi e i bisogni altrui, in una riflessione che si fa poesia, negli interrogativi e nei dubbi che divengono rime a lacerare il torpore, l’abitudine, l’indifferenza e la paura del mondo che c’è “fuori”.
Biografia di Alda Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano da una famiglia di condizioni modeste. Dopo aver terminato il ciclo elementare frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso un istituto milanese e cerca, senza riuscirci (per non aver superato la prova di italiano), di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte.
Esordisce come autrice a soli quindici anni nell’Antologia della poesia italiana contemporanea dal 1909 al 1949. Nel 1947 Alda incontra “le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese in una clinica psichiatrica. Nel periodo che va dal 1950 al 1953 frequenta per lavoro e per amicizia il poeta Salvatore Quasimodo, che beneficerà di alcune poesie a lui dedicate.
La sua vita privata invece subisce un’evoluzione al termine della sua difficile relazione con il famoso scrittore, traduttore e critico letterario Giorgio Manganelli. Nel 1954 infatti sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, con il quale avrà un rapporto tormentato e burrascoso intervallato dalla nascita delle quattro figlie: Emanuela, Barbara, Flavia e Simona.
Nel 1962 inizia un difficile periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all’internamento al «Paolo Pini» che dura fino al 1972, salvo alcuni periodi trascorsi in famiglia.
Nel 1979 ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, contenuti in quello che può essere inteso come il suo capolavoro: Terra Santa, con la quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale.
Ma le pene della scrittrice continuano. Nel 1981 muore il marito e la Merini, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario, cerca inutilmente di diffondere i suoi versi. Trovandosi in difficoltà economiche affitta una stanza del proprio appartamento a un pittore. Nel frattempo inizia a comunicare telefonicamente con l’anziano poeta Michele Pierri, che sposerà nell’ottobre del 1983 trasferendosi a Taranto. Le sue condizioni peggiorano nonostante la serenità ritrovata con il secondo marito, e nel luglio del 1986 la poetessa sperimenta nuovamente gli orrori dell’ospedale psichiatrico.
Dal 1989 torna alla “ribalta poetica” grazie a numerosi collaborazioni con differenti editori, illustratori e fotografi del panorama italiano. Nel 2004 alcune sue poesie sono messe in musica e cantate da Milva. Proprio nello stesso anno, però, le sue condizioni di salute peggiorano e il 1° novembre 2009 muore all’ospedale San Paolo di Milano a causa di una affezione tumorale.
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