Antonia Pozzi – Poesie “AMORE DI LONTANANZA”-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Antonia Pozzi – Poesie “AMORE DI LONTANANZA“
Antonia Pozzi condivide una nuova sensibilità dà inizio a una serie di testi di ambientazione cittadina, anzi periferica, a parte la parentesi poetica dedicata al soggiorno a Portofino e Santa Margherita.
AMORE DI LONTANANZA
Ricordo che, quand’ero nella casa
della mia mamma, in mezzo alla pianura,
avevo una finestra che guardava
sui prati; in fondo, l’argine boscoso
nascondeva il Ticino e, ancor più in fondo,
c’era una striscia scura di colline.
Io allora non avevo visto il mare
che una sol volta, ma ne conservavo
un’aspra nostalgia da innamorata.
Verso sera fissavo l’orizzonte;
socchiudevo un po’ gli occhi; accarezzavo
i contorni e i colori tra le ciglia:
e la striscia dei colli si spianava,
tremula, azzurra: a me pareva il mare
e mi piaceva più del mare vero.
Milano, 24 aprile 1929
*
PERIFERIA IN APRILE
Intorno aiole
dove ragazzo t’affannavi al calcio:
ed or fra cocci
s’apron fiori terrosi al secco fiato
dei muri a primavera.
Ma nella voce e nello sguardo
hai acqua,
tu profonda frescura, radicata
oltre le zolle e le stagioni, in quella
che ancor resta alle cime
umida neve:
così correndo in ogni vena
e dici
ancora quella strada remotissima
ed il vento
leggero sopra enormi
baratri azzurri.
24 aprile 1937
*
PERIFERIA
Sento l’antico spasimo
– è la terra
che sotto coperte di gelo
solleva le sue braccia nere –
e ho paura
dei tuoi passi fangosi, cara vita,
che mi cammini a fianco, mi conduci
vicino a vecchi dai lunghi mantelli,
a ragazzi
veloci in groppa a opache biciclette,
a donne,
che nello scialle si premono i seni –
E già sentiamo
a bordo di betulle spaesate
il fumo dei comignoli morire
roseo sui pantani.
Nel tramonto le fabbriche incendiate
ululano per il cupo avvio dei treni…
Ma pezzo muto di carne io ti seguo
e ho paura –
pezzo di carne che la primavera
percorre con ridenti dolori.
21 gennaio 1938
Antonia Pozzi condivide una nuova sensibilità dà inizio a una serie di testi di ambientazione cittadina, anzi periferica, a parte la parentesi poetica dedicata al soggiorno a Portofino e Santa Margherita. Ci sono due poesie intitolate Periferia, di analoga ispirazione. Siamo in un periodo consacrato alla ripresa intellettuale e sentimentale: l’amicizia con Vittorio Sereni, l’amore per Dino Formaggio, con cui Antonia Pozzi condivide una nuova sensibilità sociale fatta anche di desiderio di riscatto e lotta politica, di una nuova necessità di pensiero e di lavoro, che anticipano idealmente la Resistenza. Milano viene riscoperta nelle sue periferie industriali, attraversata in bicicletta, fotografata nei suoi cambiamenti urbanistici fino ai quartieri popolari dove persistono miseria ed emarginazione.
In PERIFERIA IN APRILE il riferimento è ai ricordi infantili di Dino Formaggio sul calcio, le piazzole del gioco tra ragazzi. Nato e cresciuto in periferia da una famiglia operaia, era ammirato dalla Pozzi anche in virtù del suo impegno morale. L’ambiente cittadino, le immagini del gioco del pallone tra ragazzi, ricordano analoghe scene sportive delle poesie di Vittorio Sereni.