Anselmo Pagani- Margherita Hack-La “Signora delle stelle”-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Anselmo Pagani- Margherita Hack-La “Signora delle stelle”
Margherita Hack-La “Signora delle stelle” non poteva che vedere la luce in via delle Cento Stelle, a Firenze, città del Sommo Poeta che, per sottolineare come le tenebre infernali fossero ormai soltanto un brutto ricordo, tirò un sospiro di sollievo tanto profondo, che pare persino di udirlo, quando finalmente uscì “a riveder le stelle”.
Tuttavia, il filo che legò Margherita Hack, nata il 12 giugno del 1922, agli astri celesti non si ridusse ad un semplice gioco di parole, ma si concretizzò in un connubio destinato a durare per tutta la vita di questa donna che della libertà e della laicità fece i pilastri sui quali poggiare il suo incessante impegno per la promozione dei diritti civili, la tutela dell’ambiente e la cura degli animali.
Figlia di padre protestante e madre cattolica, fu instradata dai genitori, entrambi insoddisfatti delle religioni tradizionali, verso lo studio della teosofia, dottrina filosofico-religiosa che combina la conoscenza mistica con l’indagine scientifica, predicando il rispetto di tutti gli esseri viventi.
Diplomatasi al liceo classico nel 1940, nella sua città natale frequentò i corsi di fisica laureandosi nel 1945 con una tesi sulle Cefeidi, un particolare tipo di stelle da lei lungamente studiate presso l’Osservatorio di Arcetri, dove Margherita ebbe modo di respirare la stessa aria che fu di Galileo, la cui eredità avrebbe enormemente influenzato il suo lavoro.
Sposatasi con Aldo De Rosa, al quale sarebbe rimasta legata per oltre settant’anni, nel 1951 si trasferì a Milano, presso la cui Università vinse un concorso come assistente, iniziando a lavorare all’Osservatorio di Merate, dove a quei tempi si trovava il secondo più grande telescopio d’Italia.
Grazie ai suoi oltre 250 scritti d’astrofisica e radioastronomia, oltre che alle sempre più frequenti collaborazioni con le principali Università del mondo, la Hack a poco a poco si guadagnò una fama planetaria e nel 1964 divenne la prima donna in Italia a dirigere un Osservatorio: quello di Trieste.
I suoi studi sono a tutt’oggi considerati una pietra miliare non solo per la misurazione della distanza degli infiniti spazi interstellari, ma anche per lo sviluppo dell’astronomia a raggi ultravioletti, grazie ai quali è possibile osservare fenomeni altrimenti invisibili quali la nascita e la morte delle stelle.
Oltreché validissima scienziata, Margherita fu anche una grande sportiva che in gioventù giocò a pallacanestro ed eccelse in atletica leggera (specialmente nel salto in alto e in lungo), mentre per tutta la vita sarebbe rimasta un’accesissima tifosa della Fiorentina.
Strenua paladina dei diritti civili, quando ancora di queste tematiche si discuteva sottovoce, si espose in diverse occasioni a chiare lettere in favore dell’eutanasia e dei diritti delle persone omosessuali, affermando fra l’altro che: “E’ un grande segno d’ignoranza discriminare i diversi e non capire che siamo tutti uguali. Il Parlamento dovrebbe avere la capacità di far rispettare la Costituzione, che di per sé garantisce la piena uguaglianza”.
Lo scorso anno, in occasione del centenario della nascita, il Comune di Milano le ha dedicato una statua bronzea che la raffigura in un atto a lei caro, quello di mimare l’osservazione delle stelle con un cannocchiale.
Margherita Hack, scienziata, donna libera e pioniera di tante battaglie non violente ci ha lasciati dieci anni or sono, il 29 giugno del 2013, ma la sua eredità ancora ci accompagna, indicandoci il cammino verso la piena promozione dei diritti civili che, dopo tutto, rimane quello illuminato dalle stelle.
Articolo di Anselmo Pagani