Andrea Frediani -La vera storia di Auschwitz – Newton Compton Editori-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Andrea Frediani -La vera storia di Auschwitz – Newton Compton Editori-
Descrizione del libro di Andrea Frediani -La vera storia di Auschwitz –La storia della nascita e dello sviluppo di uno dei luoghi simbolo dell’Olocausto e dell’orrore nazista Auschwitz non nasce da un giorno all’altro, senza alcuna avvisaglia. Al contrario, è il punto di arrivo di un percorso che inizia nel momento stesso in cui il nazismo prende il potere, istituendo campi di concentramento dapprima per gli avversari politici e poi per gli emarginati sociali, ai quali si affianca una politica razziale sempre più esasperata. Il programma di eutanasia è un altro balzo in avanti verso l’orrore, che con la guerra non conosce più ostacoli né limiti. Durante il conflitto, l’intera gerarchia delle SS lavora costantemente per creare il campo totale, che soddisfi i requisiti per internare un numero sempre maggiore di prigionieri, sfruttarne la forza lavoro per l’industria bellica, ed eliminare subito chiunque non risulti utile. Dai primi esperimenti con i detenuti sovietici fino allo sterminio degli ebrei ungheresi, nell’arco di un triennio Auschwitz affina sempre di più le sue capacità assassine, fino a diventare l’unico lager in grado di mettere in pratica, e su ampia scala, tutti i sistemi escogitati dai nazisti per la “soluzione finale”: l’omicidio di massa mediante privazioni, lavoro coatto e camere a gas.Un autore da oltre un milione e mezzo di copie-La storia del campo di concentramento più tristemente noto, narrata da uno dei più stimati divulgatori storici italiani.
Andrea Frediani–È nato a Roma nel 1963. Divulgatore storico tra i più noti d’Italia, ha collaborato con numerose riviste specializzate. Con la Newton Compton ha pubblicato diversi saggi e romanzi storici, tra i quali: Jerusalem; Un eroe per l’impero romano; la trilogia Dictator (L’ombra di Cesare, Il nemico di Cesare e Il trionfo di Cesare, quest’ultimo vincitore del Premio Selezione Bancarella 2011); Marathon; La dinastia; 300 guerrieri; Missione impossibile; L’enigma del gesuita. Ha firmato le serie Gli invincibili, Invasion Saga e Roma Caput Mundi; i thriller storici Il custode dei 99 manoscritti e La spia dei Borgia; Lo chiamavano Gladiatore, con Massimo Lugli; Il cospiratore; La guerra infinita; Il bibliotecario di Auschwitz; I Lupi di Roma; L’ultimo soldato di Mussolini; Le Williams, con Matteo Renzoni, L’eroe di Atene, Il nazista che visse due volte, Il dio della guerra, Napoleone, Delitto al Palatino e Il gladiatore. Le sue opere sono state tradotte in tutto il mondo.
La vera storia di Auschwitz-Articolo di Salvatore Galeone
In occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria, abbiamo chiesto ad Andrea Frediani, autore del libro “La vera storia di Auschwitz”, di raccontarci la storia della nascita e dello sviluppo di uno dei luoghi simbolo dell’Olocausto.
Auschwitz non nasce da un giorno all’altro, senza alcuna avvisaglia. Al contrario, è il punto di arrivo di un percorso che inizia nel momento stesso in cui il nazismo prende il potere, istituendo campi di concentramento dapprima per gli avversari politici e poi per gli emarginati sociali, ai quali si affianca una politica razziale sempre più esasperata.
In occasione del 27 gennaio, Giorno della Memoria, abbiamo chiesto ad Andrea Frediani, divulgatore storico tra i più noti d’Italia e autore del libro “La vera storia di Auschwitz“, di raccontarci la storia della nascita e dello sviluppo di uno dei luoghi simbolo dell’Olocausto e dell’orrore nazista.
La vera storia di Auschwitz
Dopo una sessantina di libri di storia, ho deciso di scrivere un libro sulla storia. Vi chiederete che differenza c’è: ebbene, è abissale. Un libro di storia obbliga lo storico a essere imparziale, oggettivo, distaccato. In uno sulla storia puoi metterci la tua passione, le tue convinzioni, le tue opinioni. E se c’era un argomento su cui valeva la pena prendere una posizione, era una delle più grandi mostruosità del Novecento: l’Olocausto. A indurmi a farlo è stato il negazionismo imperante, la tendenza di molti a minimizzare, se non a negare, e di altri a voltare lo sguardo da un’altra parte, per l’incapacità di sostenere il carico emotivo che tale argomento comporta.
Così, ho scritto un libro agile, che possa attirare l’attenzione anche del lettore distratto, e fornire ulteriori argomenti, e una visione più ampia, a chi invece il tema già lo ha affrontato. E l’ho fatto per permettere a chiunque di cogliere i segnali di un nuovo Auschwitz, laddove ve ne fossero: perché è noto che nella storia, quando qualcosa si dimentica, prima o poi si ripete, materializzandosi all’improvviso perché nessuno ne coglie le avvisaglie.
Auschwitz, lo spiego nel libro, non è nato all’improvviso. I segnali c’erano, eccome. Auschwitz segna la conclusione di un processo iniziato meno di un decennio prima, con l’avvento al potere di Hitler in Germania – un avvento, va ricordato, democratico, attraverso libere elezioni – cui segue immediatamente l’istituzione di campi di concentramento per i dissidenti politici. E’ il primo passo: fino ad allora, i campi di concentramento erano nati solo in ambito coloniale. Adesso, vi si rinchiude chiunque non sia gradito al regime; dopo i dissidenti politici, gli emarginati sociali e poi gli ebrei.
Ma siamo ancora in una fase embrionale. Il livello sale quando si ricorre a una politica di eutanasia, verso chi il regime non ritiene degno di vivere, a cominciare da malati di mente e disabili. Gas e iniezioni letali sono gli strumenti di morte prediletti dai nazisti, ma le proteste della Chiesa tedesca li costringono a sospendere il programma. Poi però la guerra offre una copertura per i loro crimini e la spinta a esasperare la loro politica razziale, internando le razze che considerano inferiori o pericolose, ovvero slavi, ebrei e zingari.
Ogni campo di concentramento viene potenziato per fare dei deportati degli schiavi, e qualcuno viene creato appositamente per eliminarli, con gli stenti, col lavoro o col gas. Ma solo uno risponde a tutti, ma proprio tutti i requisiti: un’ex caserma dell’esercito polacco, a breve distanza da una cittadina immersa nel verde a 60 km da Cracovia, Oświęcim, in tedesco Auschwitz.
E’ qui che i vertici del Reich scelgono di investire per creare il campo perfetto, totale, che risponda a tutte le esigenze di sfruttamento della forza lavoro dei prigionieri, e di annientamento delle razze inferiori: non un campo di concentramento, quindi, ma di sterminio; un campo che metta a disposizione degli aguzzini i più svariati metodi per mettere in atto la cosiddetta “soluzione finale”.
Se gli altri campi svolgono solo alcune delle funzioni richieste dai vertici del nazismo, e in particolar modo dal capo delle SS Himmler, Auschwitz, attraverso numerosi interventi e perfezionamenti nel corso del tempo, le assolverà tutte. Gli inizi sono timidi, con una limitata portata di internati, in gran parte prigionieri di guerra sovietici, condotti allo sfinimento con lavori pesanti e condizioni insostenibili. Ed è su di loro che si compiono i primi esperimenti stanziali col gas, il famigerato Zyklon B che sostituisce il monossido di carbonio utilizzato occasionalmente altrove fino ad allora.
Quando poi la macchina è oliata, con la disponibilità di strutture concepite appositamente in un nuovo campo, Birkenau, edificate con stanzoni al piano terra o interrato dove immettere il gas e crematori a quello superiore per bruciare i cadaveri, ai sovietici si aggiungono ebrei e zingari, e l’impresa assume un carattere industriale.
Auschwitz diventa pertanto un perfetto ingranaggio di morte dove ogni fase è curata e registrata nei dettagli, gli stessi che ci hanno permesso di venirne a conoscenza; dal rastrellamento nei paesi d’origine al terribile viaggio in treno in carri bestiame, fino all’arrivo al lager, dove ciascuno percorre una sua strada verso la morte: per vecchi, bambini e tante donne è la immediata camera a gas, per altri è il lavoro forzato in condizioni disumane nelle decine di sottocampi, per altri ancora la trasformazione in cavie per gli esperimenti dei medici delle SS, o il tifo e le tante malattie contratte in condizioni igieniche devastanti.
In mezzo a quest’orrore, sono tante le storie di meschinità e redenzione, amore e odio, crudeltà e bontà, altruismo ed egoismo, eroismo e pavidità, forza e debolezza. Ciascuna di queste storie potrebbe essere raccontata in un romanzo o in un film, e in effetti in molti casi è accaduto. Non si possono raccontare tutte in un libro, ma ne bastano alcune, per arricchire la nostra sensibilità.
Biografia breve di Salvatore Galeone –Giornalista pubblicista, community manager, appassionato di letteratura e di comunicazione social e digitale, Salvatore Galeone è laureato in Scienze della comunicazione con Laurea Magistrale in Comunicazione e Multimedialità. Nato a Taranto, vive e lavora a Milano dal 2011 e si occupa di Libreriamo, insieme al fondatore del progetto Saro Trovato, fin dal primo giorno.