FIUMICINO MACCARESE-Il Castello San Giorgio
Il Castello San Giorgio di Maccarese ,oggi di proprietà del Gruppo Benetton, è una location di assoluto prestigio, arricchita da una Chiesa collegata al Castello dai giardini all’italiana. Immerso nelle campagne di Maccarese, il Castello San Giorgio di Maccarese risale al 1700, nel corso dei secoli è appartenuto a diverse famiglie nobili, Alberteschi, Anguillara, Mattei, Pallavicini, Rospigliosi.Nel medioevo il territorio dove oggi sorgono il castello e borgo di Maccarese era di proprietà della Chiesa. Da un atto del IV sec., risulta infatti che Santa Silvia avrebbe donato al monastero di S. Andrea al Clivio Scauro (monastero fondato dal figlio, San Gregorio Magno, sulla villa di famiglia, a Roma , conosciuto oggi come S. Gregorio al Celio), una vasta porzione di terreno che si estendeva dal decimo chilometro della via Aurelia fino al mare. Intorno al Mille, sulle fondamenta di una torre romana preesistente, venne costruito un presidio fortificato, parte del sistema difensivo pontificio della costa, primo nucleo del futuro castello. Nel 1254 la tenuta figurava nel testamento di Alberto dei Normanni, con il nome di villa San Giorgio, probabilmente in onore del santo a cui questa famiglia originaria del nord era particolarmente devota, tanto da farlo figurare nello stemma nobiliare (*1) . In seguito la proprietà passò agli Alberteschi e poi agli Anguillara. Questi ultimi operarono grandi opere di bonifica della zona , celebrate anche attraverso la diffusione della leggenda di S. Giorgio e il drago ( Leggenda di Malagrotta), proprio perché discendenti dai Normanni ( presenza del dragone nello stemma degli Anguillara).Il nome della villa S. Giorgii, ricordato in un atto del 1426 come confine di Castel di Guido, in un altro del 1441 come confine di Leprignana , in altro del 1457 come confine di Cortecchia, nel 1469 in atto di vendita fattane da Alessandro Alessandrini ai Mattei, nel 1496 tra confini di Leprignana, nel 1515 come casale della villa.Nel corso del ‘500 i Mattei oltre ad acquisire la “diruta villa S. Giorgio”, entrarono in possesso di altre proprietà limitrofe che accorporarono nel 1603. Una di queste, denominata “Vaccarese” o “Vaccareccia”, dal pascolo di vacche maremmane e di bufali che vi praticava, diede il nome all’intero possedimento. In un atto del 24 gennaio 1527 Giovanni Battista dell’Anguillara, signore di Stabia, vendette all’illustre Ciriaco Mattei il Casale Vaccarese per il prezzo di 14,000 ducati. A Paolo Mattei spetta, nel 1569, la costruzione dei quattro bastioni attorno al casale.In ragione dell’ingrandimento del dominio Mattei nella villa in Maccarese , procedette quello nel contiguo territorio detto della Cortecchia ( nome derivato da un’antica curtis. Anche questa fu degli Anguillara e fu venduta anche questa ai Mattei per metà insieme alla tenuta di Torre in Pietra.Nel 1683 Vaccarese o Maccarese venne acquistata da Stefano Pallavicini per 270,000 scudi e la congiunzione del patrimonio dei Pallavicini con i Rospigliosi (*2) e dalla ricostituzione di essi con altri fondi che, con il principe Camillo (1752)( figlio del duca Clemente)(*3) , trasformarono il castello in residenza di campagna.Successivamente la tenuta passò, per quanto riguarda la parte vicino al mare, alla Società Marina e Pineta di Fregene che ne avviò una lottizzazione. La parte più interna fu ceduta alla Società Anonima bonifiche di Maccarese (1925), poi all’Iri, per giungere in anni recenti al Gruppo Benetton.Nel 1756 Camillo Rospigliosi avviò ulteriori lavori di restauro conferendo al castello l’aspetto attuale. Girando intorno alle mura si raggiunge il cancello d’ingresso al giardino antistante la facciata; questo ingresso è recente e sostituisce i due precedenti ingressi, ancora visibili; il primo sul lato del giardino che si affaccia sull’Arrone, dove era un ponte; l’altro il principale, – di cui rimane ben poco – è nascosto tra gli alberi, sulla nostra sinistra. La facciata del castello si presenta incassata tra due torrioni, coronata da una torretta con grande orologio e movimentata da un balcone centrale con finestra incorniciata da una semplice decorazione riportante i rombi della stemma Rospigliosi. Dal portale sottostante si accede all’atrio del castello, sulle cui pareti sono gli stemmi in pietra dei Rospigliosi, un’iscrizione di Benedetto XIV ( 1740-58 papa Lambertini ) celebrante l’episodio della cattura dei Turchi a Maccarese, il frammento di lapide rinvenuto alla Torre Primavera.: LARIBUS . AV(gustis) et DIANAE . FREG(enati) . AVILLIO . M . L . Una Galleria sotterranea muove dal castello dirigendosi verso Sud-est, passando sotto il letto dell’Arrone. Da molti è considerata opera etrusca , probabilmente costruita per favorire il drenaggio delle acque. Attraversando il giardino , dove su vasi e basamenti sono presenti molti stemmi Rospigliosi, si raggiunge la chiesetta che si trova dirimpetto alla facciata del castello.La chiesa, dedicata a S. Giorgio, fu costruita a metà del ‘700 per volere del principe Camillo, come recita un’iscrizione posta sull’altare. Rimase parrocchia fino a quando non venne eretta la nuova chiesa di S. Giorgio nel 1939. L’interno dell’edificio a croce latina è ravvivato da una Via Crucis in ceramica invetriata colorata che qui fu collocata introno al 1927, quando, in seguito ad un restauro vennero sostituite con rilievi raffiguranti S. Giorgio, S. Antonio e la Madonna con Bambino anche le tre tele poste sugli altari.
1* Il culto di San Giorgio, per esattezza, era proprio dell’Italia meridionale, assunto dai Normanni come culto militare e cavalleresco., e a questo può risalire la Leggenda di Malagrotta.
2*Innocenzo XI autorizzò la duchessa Eugenia Spada Mattei ed il card. Fabrizio Spada, procuratore, tutore del tredicenne duca Alessandro Mattei, ad alienare la tenuta di Maccarese, con il suo stagno, e quella di Cortecchia al principe Stefano Pallavicini, per estinguere i debiti contratti dagli antenati della famiglia Mattei.
3* Clemente Rospigliosi era il primogenito dei coniugi Giovanni Battista Rospigliosi e Maria Camilla Pallavicini ( sposati nel 1670 ), che a sua volta donerà a suo figlio Camillo la tenuta di Maccarese e il castello
Cenni storici a cura della Dott.ssa Laura Battisti.
Foto di Dott.Franco Leggeri