Aspetti della pittura barocca, in Amatrice. By Massimo Francucci-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Aspetti della pittura barocca, in Amatrice. By Massimo Francucci
Descrizione del libro di Massimo Francucci–Piazze spaziose, alcuni bei palazzi e chiese gli danno aspetto di città. Tra queste è notevole la chiesa di San Francesco romanica, con un bel portale ogivale e una grande rosa, con l’interno ad una navata, con abside poligonale, deturpato da aggiunte di altari barocchi”. Declinata secondo i gusti del tempo, ancora incapaci di inserire il Barocco in un sistema critico coerente, questa descrizione di Amatrice inserita da Roberto Almagià nella voce dedicata alla cittadina nell’Enciclopedia Treccani (1929) esplicita inconsapevolmente la difficoltà di confrontarsi con la produzione pittorica amatriciana tra Seicento e Settecento. I problemi politici che nel secolo precedente erano culminati nel saccheggio da parte delle truppe imperiali nel 1528 e dieci anni più tardi nell’affidamento del feudo da parte di Carlo V al suo consigliere di guerra Alessandro Vitelli, si intensificarono ulteriormente nel Seicento, che vide il principe Alessandro Maria Orsini rinchiuso in Castel Sant’Angelo fino al 1683 con l’accusa di aver ucciso nel 1648 la moglie Anna Maria Caffarelli. Ai problemi politici vanno aggiunti i disastri naturali, quali i devastanti terremoti che colpiranno la zona e renderanno travagliata l’esistenza agli abitanti della cittadina laziale: il più terribile si verificò il 7 ottobre 1639 e produsse “la morte compassionevole di molte persone, la perdita di bestiami d’ogni sorta” 1 . In seguito l’evento sarebbe stato collegato alla maledizione lanciata contro Latino Orsini, signore della città, amante di spettacoli teatrali licenziosi, da San Giuseppe di Leonessa, il cui corpo venne trafugato dai suoi concittadini, approfittando proprio dell’assenza degli abitanti, che erano sfollati in seguito al sisma 2 . Non sorprenderà a questo punto che i dipinti di maggior pregio e interesse tra le opere seicentesche conservate precedano quel terremoto, di cui si sarebbero peraltro registrate repliche importanti nel 1672, nel 1703 e nel 1730. Ci si riferisce in particolare allo stupefacente San Lorenzo che adora la Trinità della chiesa di Sant’Agostino ( , un dipinto che sorprende per iconografia e composizione non propriamente canoniche e spicca per qualità pittorica. In basso a destra, con la dalmatica rossa, Lorenzo, inginocchiato al fianco della graticola, è colto nell’atto devoto di baciare il piede di Cristo, secondo un gesto che sembra richiamare il cerimoniale pontificio. A sinistra è raffigurato un desco con un libro aperto, penna e calamaio. Nella parte superiore si assiste a un aggrovigliarsi di figure che vede emergere come protagonista Cristo, volto a scrutare direttamente lo spettatore con sguardo fermo ma comprensivo, mentre con la destra benedice e con la sinistra sorregge un tomo con l’alfa e l’omega. Nelle pieghe dell’ampio manto rosso si 82. Paolo Guidotti, il “Cavalier Borghese”, San Lorenzo che adora la Trinità. Amatrice, chiesa di Sant’Agostino