Paolo Antonio Paschetto, il “teologo della matita” nato 140 anni fa-Articolo di Elena Ribet –Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Paolo Antonio Paschetto, il “teologo della matita” nato 140 anni fa-Articolo di Elena Ribet –
Roma (NEV), 12 febbraio 2025 – Il 12 febbraio di 140 anni fa nasceva Paolo Antonio Paschetto (1885-1963). Artista poliedrico e raffinato, tra Liberty, Art Déco e Art Nouveau, Paschetto è stato definito il “teologo della matita e dell’inchiostro a china”. A chiamarlo così è stato il pastore Martin Ibarra y Pérez in occasione dell’inaugurazione dei restauri delle opere di Paschetto nella Chiesa battista di Teatro Valle a Roma, nel 2022. Precedentemente, nel 1956, era stato il pastore Paolo Sanfilippo a parlare di “teologo e teologia con la matita”, “quadri e disegni che sono libri e trattati teologici”, nella sua monografia di 28 pagine dedicate a Paschetto.
Paolo Paschetto “ha dipinto la sua evoluzione religiosa perché non riusciva a esprimerla con le parole” ha affermato Ibarra nella relazione che ha accompagnato la giornata inaugurale.
“Paolo aveva tre anni quando arrivò a Roma e via del Teatro Valle sarà la sua casa fino alla morte prematura del padre, e la chiesa battista sarà la chiesa dove si battezzò e dove servì come diacono e anziano per trentatré anni. Si intercambiavano fecondamente in lui la sua identità di origine valdese con l’affiliazione religiosa battista – ha spiegato ancora il pastore, e ha aggiunto –
L’importanza delle vetrate, affreschi e decorazioni di via Teatro Valle è che sono state le prime da lui eseguite per una chiesa battista, poi seguirono le chiese di via Urbana e di Piazza in Lucina, di Civitavecchia, Altamura, di Chiavari (questi ultimi persi) e tante altre chiese dopo anche valdesi e metodiste, la chiesa di Piazza Cavour e quella metodista di via XX settembre a Roma
Sul significato dell’arte di Paschetto hanno già scritto in molti, sempre su aspetti particolari della sua opera, in sei espressioni della sua arte: decorazioni, xilografie, pitture, disegni, vetrate, fregi, ma manca ancora una visione d’insieme e un catalogo completo (che mi sento di invocare come necessario e non rimandabile) della sua opera”.
Senza ombra di dubbio, ha affermato ancora Martin Ibarra, “la sua opera si configura come quella di un teologo che ha scritto la sua teologia con le molte e svariate forme della sua arte, arte che diventa espressione e interpretazione di istanze bibliche e teologiche”.
Il missionario Benjamin R. Lawton, ha ricordato ancora il pastore, definì l’opera di Paschetto – in una serie di articoli in inglese per un giornale battista americano – come il tentativo di dipingere una vita umana, una sorta di autobiografia spirituale. La radice biologica valdese è identificata anche con “luoghi, montagne, valli, chiese e cappelle scarne, alcune abbandonate, villaggi montani valdesi, che dipinse con una sintesi di appena tre colori – bianco, azzurro, verde -, fino alla maturazione della sua fede evangelica battista, ferocemente preoccupato della libertà personale e di quella degli altri”.
Nato a Torre Pellice, nelle valli valdesi in provincia di Torino, Paolo Paschetto era figlio di Enrico, pastore valdese poi passato alla chiesa battista, e di Luigia Oggioni, appartenente alla Chiesa evangelica libera italiana. Vicino agli ambienti protestanti valdesi, metodisti e battisti, visse e operò a lungo a Roma, lasciando un segno indelebile nell’arte decorativa e grafica del primo Novecento.
Lo stemma della Repubblica Italiana, per chi non lo sapesse, fu realizzato proprio da Paolo Paschetto.
Lo stemma della Repubblica, opera del pittore protestante Paolo Paschetto
Illustratore, grafico, pittore, Paschetto fu un artista eclettico, capace di spaziare dagli oli agli acquerelli, dalle xilografie alle incisioni, fino alle decorazioni murali e alle vetrate artistiche. Le sue opere sono caratterizzate da una forte componente decorativa e simbolica. Fu autore di illustrazioni per le riviste evangeliche dell’epoca, come “Bilychnis” e “Conscientia”, e realizzò importanti interventi decorativi in edifici di culto tra il 1910 e il 1924. Tra questi spiccano, oltre alle decorazioni della chiesa battista di Roma in via del Teatro Valle (rosone, vetrate, disegni parietali e lampadari), i cartoni per le vetrate artistiche del tempio valdese in piazza Cavour e della chiesa metodista di via XX Settembre, sempre a Roma. Le vetrate furono realizzate da Cesare Picchiarini, uno dei più celebri maestri vetrai italiani.
La sua versatilità artistica lo portò a operare in diversi ambiti: fu decoratore, grafico, sensibile pittore di paesaggio, realizzatore di vetrate policrome, illustratore di libri e riviste, nonché disegnatore di réclame e francobolli. Il suo talento si espresse anche nell’insegnamento: fino al 1949 fu docente di ornato presso l’Istituto delle Belle Arti, contribuendo alla formazione di nuove generazioni di artisti. Paolo Antonio Paschetto fu inoltre tra i fondatori della S.A.C.A. (Società Anonima Cultori d’Arte).
Quest’anno, la Fondazione centro culturale valdese dedica una speciale mostra al pittore delle Valli valdesi: Fondazione Valdese | 26 OTTOBRE 2024- 4 MAGGIO 2025 – MOSTRA PAOLO PASCHETTO- COLLEZIONE DELLA TAVOLA VALDESE
La Chiesa evangelica battista di via del Teatro Valle. Il restauro
La Chiesa evangelica battista di via del Teatro Valle a Roma è membro dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Il pastore titolare attuale è Simone Caccamo.
Il restauro del 2022 ha riguardato la conservazione e il recupero degli apparati decorativi, fra cui dipinti murali, stucchi su fondo dorato e vetrate artistiche. Il progetto, condotto dalla restauratrice dei Beni Culturali e Storica dell’arte Valeria De Angelis, con la restauratrice dei Beni Culturali Paola Graziani, sotto la direzione di Paolo Ganzerli, ha richiesto un’approfondita indagine storico-artistica e diagnostica. L’intervento, nel rispetto delle tecniche originali, ha coinvolto diverse figure professionali, restituendo alla chiesa l’armonia cromatica e materica dei suoi elementi decorativi. Tra le principali criticità emerse: distacchi e decoesione della pellicola pittorica, sub-efflorescenze saline, lacune negli intonaci, alterazioni delle lamine. Sono state eseguite, fra l’altro, operazioni di consolidamento delle superfici, iniezione per stabilizzare gli intonaci, pulitura approfondita e integrazione di parti mancanti. Nell’equipe del restauro anche l’R&C Art laboratorio di ricerca, diagnostica e consulenza per i Beni Culturali (per le analisi chimiche di laboratorio), il Fisico per i Beni Culturali Giuseppe Fabretti (per l’indagine termografica) e l’arch. Maria Cristina Lapenna, funzionario responsabile Rione VIII Sant’Eustachio, Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, MIC.
Per approfondire la figura di Paolo Paschetto, consulta:
La pagina sulla prima mostra monografica su Paolo Paschetto a Villa Torlonia in occasione dei 50 anni dalla morte del pittore (2015).
Il saggio di Daniele Jalla Post mortem vivere ultra.
La pagina della collezione Paschetto della Fondazione centro culturale valdese.
Lo speciale su Paschetto di Italia Liberty.
Il saggio “La bellezza temperata dalla severità” di Daniela Fonti: fonti
GALLERIA FOTOGRAFICA (Immagini tratte da wikimedia, dal sito della Fondazione centro culturale valdese, dal sito dei musei villa Torlonia e di Italia Liberty e collezione privata).
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