Addio alla pittrice Marta Czok, l’Arte come testimonianza della condizione umana-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Addio alla pittrice Marta Czok, l’Arte come testimonianza della condizione umana-
Si è spenta lo scorso giovedì 6 Febbraio la pittrice Marta Czok. La sua vita si è conclusa all’improvviso, con un arresto cardiaco mentre lavorava sulla sua ultima tela. Marta Czok (1947-2025) nacque a Beirut da una famiglia polacca che, all’esito della Seconda Guerra Mondiale trovò asilo politico a Londra, passando attraverso l’Egitto. Marta Czok studiò alla St Martins School of Art, selezionata ripetutamente per la Royal Academy Summer Exhibition. Negli anni Settanta, si trasferì in Italia dove sposò Valter Scarso, con cui, in oltre cinque decadi di lavoro, stabilì la sua carriera artistica. Le opere di Marta Czok, collezionate ed esposte in tutto il mondo, si contraddistinguono per la loro vena ironica, attraverso la quale ha espresso le sue riflessioni pungenti sull’ingiustizia sociale, l’importanza della democrazia e del pensiero libero, la critica alle istituzioni e alla guerra, l’esperienza vissuta di migrazione e il diritto umano ad avere un posto da chiamare “casa”.
Molti dei suoi ammiratori e collezionisti ricordano le sue opere per il senso di speranza che comunicano: il suo commentario politico si alternava volutamente a scene di vita comune, la gioia nella convivialità, gli spaccati di vita domestica, il senso dell’umorismo come strumento di resilienza.
Negli anni, diversi sono stati i progetti e le collaborazioni che hanno segnato la sua carriera, tra cui Alitalia per l’Arte, l’Ambasciata Francese presso la Santa Sede, l’Ambasciata di Polonia a Roma, l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, il Ministero della Cultura, Museo Macro e Museo Carlo Bilotti a Roma, l’Albemarle Gallery di Londra e Centrum Spotkania Kultur a Lublino. Nel 2008, la televisione nazionale polacca TV Polonia le ha dedicato un documentario nel quale si evidenziava il rapporto tra il suo lavoro e la Seconda Guerra Mondiale.
Dal 2021, la Fondazione Marta Czok ha rafforzato la sua missione, creando diverse retrospettive, che includono, negli ultimi mesi, le mostre URBE a Palazzo Montecitorio, DE INNOCENTIA al Complesso di Vicolo Valdina, O NAS al Konstancinski Dom Kultury in Polonia, ARCHĪVUM a Palazzo Mathis di Bra e infine la mostra EX_PATRIA nella sede di Venezia della Fondazione. Quest’ultima mostra, curata dal figlio Jacek Ludwig Scarso, affrontava l’esperienza di migrazione e di eventi bellici e fu selezionata dalla rivista Contemporary Lynx come una delle migliori mostre durante la Sessantesima Biennale dell’Arte.
Ultimamente stava lavorando su nuove mostre in Italia, in Polonia e nel Regno Unito, tra cui una collaborazione con AVR London e Anise Gallery per rivisitare i suoi lavori storici attraverso la realtà virtuale. In questo momento, le sue opere si possono visitare a Venezia con la mostra THE WINDOW e a Castel Gandolfo, dove la Fondazione Marta Czok ha creato la sede della sua Collezione Permanente. Le sue ultime interviste furono per Exibart e per il programma Stato dell’Arte, condotto da Cesare Biasini Selvaggi.
La Fondazione continuerà a portare avanti la sua missione: creare un dialogo profondo tra arte e società, attraverso il suo archivio storico e le future retrospettive, in parallelo a progetti di collaborazione con artisti, curatori e istituzioni in tutto il mondo.
Comunicato stampa Pubblicato il 10/02/2025