Poesie di Gioconda Belli poetessa nicaraguense-Rivista L’Altrove-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Poesie di Gioconda Belli poetessa nicaraguense-
-Rivista L’Altrove-
Biografia di Gioconda Belli (Managua 1948) poetessa nicaraguense di origine italiana. Il bisnonno, un agrimensore della provincia di Biella, lavorava nei cantieri del canale di Panama. Nel 1970 comincia a pubblicare le sue poesie ed entra nel Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale. Minacciata dagli sgherri di Somoza fugge in Costa Rica nel 1976, ma due anni dopo ritorna in Nicaragua per combattere. Con la vittoria del Fronte entra nel governo e vi resta fino al 1994, quando lascia la politica per divergenze col partito.
Il suo primo romanzo, La donna abitata (1989), a un tempo storico e autobiografico, conosce un successo planetario. Autrice di una ventina di libri – romanzi, poesia, racconti per bambini – riceve innumerevoli riconoscimenti in patria, nelle Americhe e in Europa. La Francia le ha conferito il titolo di Chevalier des Arts et des Lettres.
Dio mi fece donna
E Dio mi fece donna,
con capelli lunghi,
occhi,
naso e bocca di donna.
Con curve
e pieghe
e dolci avvallamenti
e mi ha scavato dentro,
mi ha reso fabbrica di esseri umani.
Ha intessuto delicatamente i miei nervi
e bilanciato con cura
il numero dei miei ormoni.
Ha composto il mio sangue
e lo ha iniettato in me
perché irrigasse tutto il mio corpo;
nacquero così le idee,
i sogni,
l’istinto
Tutto quel che ha creato soavemente
a colpi di mantice
e di trapano d’amore,
le mille e una cosa che mi fanno donna
ogni giorno
per cui mi alzo orgogliosa
tutte le mattine
e benedico il mio sesso.
Eros è l’acqua
Tra le tue gambe
il mare mi mostra strane scogliere coralline
rocce superbe coralli magnifici
contro la mia grotta di conchiglie madreperlata
tu mollusco di sale segui la corrente
l’acqua scarsa scopre le pinne
mare nella notte con lune sommerse
il tuo ondeggiare brusco il mio pulsare di spugna
i cavalli minuscoli fluttuanti fra i gemiti
aggrovigliati in lunghi pistilli di medusa
Amore tra delfini
a balzi ti tuffi sul mio fianco leggero
ti accolgo in silenzio ti guardo tra bollicine
le tue risa cerco con la bocca spuma
leggerezza dall’acqua ossigeno dalla tua
vegetazione di clorofilla
dagli occhi argentati
fluisce il lungo sguardo finale
ed emergiamo da corpo acquatico
siamo di nuovo carne
una donna e un uomo
tra le rocce.
io sono la tua indomita gazzella
io sono la tua indomita gazzella,
il tuono che rompe la luce sul tuo petto
Io sono il vento sfrenato sulla montagna
e il fulgore intenso del fuoco dell’ocote.
Io scaldo le tue notti,
accendendo vulcani nelle mie mani,
bagnandoti gli occhi col fumo dei miei crateri.
Io sono arrivata fino a te
vestita di pioggia e di ricordi,
ridendo la risata immutabile degli anni.
Io sono l’inesplorata strada,
la chiarezza che rompe la tenebra.
Io metto stelle tra la tua pelle e la mia
e ti percorro completamente,
sentiero dopo sentiero,
scalzando il mio amore,
denudando la mia paura.
Io sono un nome che canta e si innamora
dall’altro lato della luna,
sono il prolungamento
del tuo sorriso e del tuo corpo.
Io sono qualcosa che cresce,
qualcosa che ride e piange.
Io,
quella che ti ama
Il tuo ricordo mi avvolge come una coperta
Il tuo ricordo mi avvolge come una coperta
proteggendomi dal freddo, splende col mio corpo nel silenzio bagnato
di questa sera in cui ti scrivo, nella quale non posso far altro che pensarti
e pronunciare il tuo nome in segreto, dentro la mia bocca
avvolgendolo nel recinto dei miei denti
mordendolo fino a consumarne le lettere, fino a consumarlo tanto
il nome tuo che mi ha accompagnato, per tornare a farlo rivivere
cullandomi da me con la tua voce e i tuoi occhi,
dondolandomi in questo tempo senza ore nel quale ti desidero
in cui amo ogni minuto che è rimasto impresso nella mia memoria per sempre.
Io sono un nome che canta e si innamora
Io sono un nome che canta e si innamora
dall’altro lato della luna,
sono il prolungamento
del tuo sorriso e del tuo corpo.
Io sono qualcosa che cresce,
qualcosa che ride e piange.
Io,
quella che ti ama.