Han Kang- L’ora di greco -Adelphi Editori-Articolo di Gennaro Carastiglia- Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Han Kang- L’ora di greco -Adelphi Editori-
Articolo di Gennaro Carastiglia per Rai Cultura
Premessa di Gennaro Carastiglia: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
Fonte Rai Cultura-Letteratura
Biografiadi Han Kang[1] (한강, 韓江?; Gwangju, 27 novembre 1970) è una scrittrice sudcoreana, vincitrice del Man Booker International Prize nel 2016 con il romanzo La vegetariana e del Premio Nobel per la letteratura nel 2024.
Figlia dello scrittore Han Seung-won[2], è nata a Gwangju il 27 novembre 1970. Dopo gli studi all’Università Yonsei di Seul (letteratura coreana)[3], esordisce pubblicando una serie di cinque poesie nella rivista coreana Letteratura e società[4] nel 1993.[5] L’anno successivo esce il suo primo romanzo[6] al quale ne seguiranno altri cinque. Dal 2013 insegna scrittura creativa al Seoul Institute of the Arts[7].
Nel 2016 La vegetariana, storia di una donna che decide di smettere di mangiare carne in una società che non approva tale scelta, viene premiato con il Man Booker International Prize.[8] Nel 2017 vince il Premio Malaparte per il libro Atti umani.[9]
Il 25 maggio 2019 ha consegnato un suo manoscritto inedito intitolato Dear Son, My Beloved alla Biblioteca del futuro, un progetto artistico culturale ideato da Katie Paterson. Così come le altre opere di questa biblioteca anche il libro di Han verrà pubblicato e reso disponibile solo nel 2114, cento anni dopo l’avvio dell’iniziativa.[10]
Il 10 ottobre 2024 viene insignita del Premio Nobel per la letteratura, con la seguente motivazione: “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”[11][12], divenendo il primo rappresentante del suo Paese a vincere un Nobel in questa categoria[13].
Opere
Poesie
- 얼음꽃 (letteralmente Fiore di ghiaccio), 1993.[5]
- 유월 (letteralmente Giugno), 1993.[5]
- 서울의 겨울 6 (letteralmente Inverno a Seul 6), 1993.[5]
- 뱃노래 (letteralmente Baracca), 1993.[5]
- 서울의 겨울 12 (letteralmente Inverno a Seul 12), 1993.[5]
Raccolte di poesie
- 서랍에 저녁을 넣어 두었다 (letteralmente Ho messo la cena nel cassetto), 2013.
Racconti
- 붉은 닻 (letteralmente L’ancora rossa), 1994.[14]
- 천둥 꼬마 선녀 번개 꼬마 선녀 (letteralmente Piccola Fata del Tuono, Piccola Fata del Fulmine), 2007.
- 눈물상자 (letteralmente Scatola delle lacrime), 2008.
Novelle
- 내 이름은 태양꽃 (letteralmente Il mio nome è girasole), 2002.
- 붉은 꽃 이야기 (letteralmente Storia del fiore rosso), 2003.
Raccolte di novelle
- 여수의 사랑 (letteralmente L’amore di Yeosu), 1995.
- この嘘がばれないうちに (letteralmente Il frutto della mia donna), 2000.
- Pubblicato in Italia con il titolo Convalescenza, Milano, Adelphi, 2019, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra. ISBN 978-88-459-3394-3.
- 노랑무늬영원 (letteralmente Eternità con motivi gialli), 2012.
Romanzi
- 검은 사슴 (letteralmente Cervo nero), 1998.
- 그대의 차가운 손 (letteralmente Le tue mani fredde), 2002.
- 채식주의자 (letteralmente La persona vegetariana), 2007.
- Pubblicato in Italia con il titolo La vegetariana, Milano, Adelphi, 2016, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra. ISBN 978-88-459-3121-5.
- 바람이 분다, 가라 (letteralmente Tira il vento, vai), 2010.
- 희랍어 시간 (letteralmente L’ora di greco), 2011.
- Pubblicato in Italia con il titolo L’ora di greco, Milano, Adelphi, 2023, traduzione di Lia Iovenitti. ISBN 9788845938337
- 소년이 온다 (letteralmente Il ragazzo sta arrivando), 2014.
- Pubblicato in Italia con il titolo Atti umani, Milano, Adelphi, 2017, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra. ISBN 978-88-459-7935-4.
- 흰 (letteralmente Bianco), 2016.
- 작별하지 않는다 (letteralmente Non dire addio), 2021.
- Pubblicato in Italia con il titolo Non dico addio, Milano, Adelphi, 2024, traduzione di Lia Iovenitti. ISBN 9788845939327
Saggi
- 사랑과, 사랑을 둘러싼 것들 (letteralmente L’amore e le cose che circondano l’amore), 2003.
- 가만가만 부르는 노래 (letteralmente Una canzone cantata sottovoce), Bichae, 2007. ISBN 9788992036276 Il libro include un CD musicale di 10 brani in veste di autrice e cantante di canzoni.[15]