Françoise Hardy : l’invenzione della giovinezza-Biblioteca DEA SABINA
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Françoise Hardy: l’invenzione della giovinezza-
Françoise Hardy è a Parigi una domenica di ottobre del 1962, la Francia vota per il referendum sull’elezione diretta del presidente della Repubblica. È il momento in cui prende forma compiuta quel sistema istituzionale, la Cinquième République, nato nel 1958 sulle macerie della crisi algerina e che adesso, nel 2024, sta vivendo le sue convulsioni. Quella sera del 1962, mentre si aspettano i risultati, sullo schermo in bianco e nero della televisione c’è una ragazza di diciotto anni. Ha l’aria timida e innocentemente spudorata. È esile, malinconica, bellissima. Si chiama Françoise Hardy. Canta una canzone in cui la sua casa discografica non credeva (troppo triste), che inizia così: tous les garçons et les filles de mon âge. È un brano memorabile, nel senso proprio del termine: non appena lo si è ascoltato, diventa parte indispensabile del mondo ed è impossibile dimenticarlo. In quel preciso istante, la giovinezza diventa una condizione dello spirito. Una categoria culturale. Con i suoi libri, le sue canzoni, i suoi profeti. La nascita della giovinezza era stata preparata, annunciata da molte cose. Il libro fulminante sull’adolescenza di JD Salinger, The Catcher in the Rye, del 1951, il cui titolo quasi intraducibile aveva fatto ammattire i traduttori (che avevano poi ripiegato in italiano su il giovane Holden e in francese su L’Attrape-coeurs). Bonjour tristesse (1954) di Françoise Sagan, che prendeva il titolo dalla poesia À peine défigurée di Paul Eluard. I jeans e il giubbotto di pelle nera portati da Marlon Brando in The wild one, che avrebbero dettato il modo di vestire delle generazioni successive. E presto, nel 1965, arriverà un ragazzo americano, Bob Dylan, a cantare Like a rolling stone, a parlare di come ci si sente with no direction home, se si smarrisce la via di casa.
La canzone di Françoise Hardy diceva : je me demande, quand viendra le jour ? Quel giorno, ora, nell’alba degli anni Sessanta, è arrivato. De Gaulle vince il referendum. Ma la giovinezza prende per sé tutta la scena del mondo. Vola sulle accuse della gente, sopra i tetti e le stazioni, non si cura della vita adulta, accarezza la tragicità, l’insensatezza e la bellezza del vivere. Il mondo è ancora in bianco e nero come lo schermo della televisione, ma presto, nel bene e nel male, sarà a colori.
La giovinezza è come Françoise: allegra e triste, adorabilmente imbronciata, o (come in una canzone italiana) dolcemente complicata. Prima di allora, l’età giovanile era considerata spensierata e fugace, illusoria, breve, una transizione magari dorata ma imperfetta, solo un luogo di passaggio. Stagion lieta è cotesta, (…) come un giorno d’allegrezza pieno, aveva scritto Leopardi. Età fiorita a cui sarebbe inevitabilmente seguita la disillusione. Il sabato del villaggio a cui seguirà una domenica piena di noia, e dopo domenica c’è lunedì. E poi in fondo i nostri nonni (basta guardare le rare fotografie) erano stati terribilmente adulti anche da giovani. Già all’approssimarsi dei venticinque anni, povere stelle, assumevano l’aria di donne e uomini fatti e finiti, vestiti di panni pesanti, incatenati spesso a una vita senza scelta. Madri e padri su cui da subito volteggiavano i segni di una vecchiaia che non sarebbe tardata.
Il viso e il corpo di Francoise Hardy invece raccontavano un’altra cosa: una giovinezza che non è più l’età fiorita leopardiana, che accoglie in sé la malinconia (tristesse, beau visage, diceva appunto quella poesia di Eluard), e che non vuol saperne di essere condannata a farsi sostituire dall’età adulta. Le gambe erano magre e lunghe, il seno accennato, i fianchi così poco accentuati rispetto ai canoni estetici delle forme femminili più rotonde. Il sogno di un ragazzo che al risveglio si tocca e si ritrova (come in un’apparizione, in una teofania) nel corpo androgino della donna bellissima che ha sognato. Con i capelli lisci e lunghi, lo sguardo tagliente dei suoi occhi chiari, Françoise Hardy era la ragazza da guardare (in quei sogni) mentre prende il sole, spogliata su una spiaggia francese silenziosa, allucinata e ventosa. Tra dune di sabbia e rare piante a celarne la vista.
Giovane per sempre, immune da ogni tentazione adulta, Françoise Hardy, nata nel 1944, era malata da vent’anni. Anche per lei il tempo era passato e la vita aveva mostrato il suo inganno più vile, quello del dolore, della malattia che non lascia illusioni, delle cure che devastano il corpo. Maman est partie, ha detto il figlio Thomas Dutronc per annunciarne la morte. Come se un giorno potesse tornare, magari assieme a tous les garçons et les filles de son âge. Di nuovo giovane e bellissima, come era stata e come, per me e molti di noi, sarà per sempre.
Articolo di Maurizio Puppo
Maurizio Puppo nato a Genova nel 1965, dal 2001 vive a Parigi, dove ha due figlie. Laureato in Lettere, lavora come dirigente d’azienda e dal 2016 è stato presidente del Circolo del Partito Democratico e dell’Associazione Democratici Parigi. Ha pubblicato libri di narrativa (“Un poeta in fabbrica”), storia dello sport (“Bandiere blucerchiate”, “Il grande Torino” con altri autori, etc.) e curato libri di poesia per Newton Compton, Fratelli Frilli Editori, Absolutely Free, Liberodiscrivere Edizioni. E’ editorialista di questo portale dal 2013 (Le pillole di Puppo).
Fonte-https://altritaliani.net/author/mpuppo/
Biografia di Françoise Hardy
Françoise Madeleine Hardy (Parigi, 17 gennaio 1944 – Parigi, 11 giugno 2024[1]) è stata una cantautrice, scrittrice e attrice francese.
Esordisce nel mondo della musica a 18 anni, ottenendo un successo immediato. Dopo essersi prodotta per sei anni su scena, abbandona le tournée e i concerti e continua una carriera essenzialmente discografica. Caratterizzato da melodie melanconiche, il repertorio di Françoise Hardy si declina in gran parte sull’elaborazione dei dubbi, delle domande e dell’ansietà che suscitano in lei i tormenti delle relazioni sentimentali e della nostalgia in generale.
Parallelamente alla scrittura di canzoni, si interessa di astrologia, da lei appresa in complemento alla psicologia. È autrice di diversi libri, in particolare sull’astrologia; è stata anche attrice, in ruoli minori o in cameo, talvolta in film di genere musicarello.
Al momento della sua nascita, c’era un’allerta aerea in atto, con le finestre della clinica che “esplodevano”. Ha raccontato di essere nata in questo contesto violento con il “temperamento anormalmente ansioso” che ha sviluppato da adulta. Sua madre Madeleine Jeanne Hardy (1920-1991), che proveniva da un ambiente normale, ha cresciuto Françoise e sua sorella minore Michèle, nata diciotto mesi dopo di lei, come genitore single. Suo padre Pierre Marie Etienne Dillard (1899-1981), un uomo sposato che proveniva da una famiglia molto più ricca, ha fatto poco per aiutarle finanziariamente ed è stato in gran parte una figura assente nella loro educazione, visitando le bambine solo un paio di volte l’anno. Madeleine Hardy ha cresciuto le sue figlie in modo rigoroso, in un modesto appartamento in Rue d’Aumale.
Hardy ha avuto un’infanzia infelice e travagliata, e si è dedicata principalmente ad attività solitarie, come leggere, giocare con le bambole o ascoltare la radio. Su insistenza del padre, le ragazze frequentarono una scuola cattolica chiamata Institution La Bruyère, sotto la guida di monache trinitarie.
Tra il 1952 e il 1960, Hardy e sua sorella furono mandate ogni estate in Austria per imparare il tedesco, incoraggiate dal nuovo amante di sua madre, un barone austriaco. Dato che suo padre suonava il piano, Hardy fu incoraggiata a ricevere lezioni di pianoforte da bambina, che abbandonò rapidamente dopo aver provato paura del palcoscenico quando avrebbe dovuto mostrare i suoi talenti sul palco della Salle Gaveau.
Françoise è stata una studentessa disciplinata, ha saltato due anni di istruzione secondaria e ha conseguito il diploma di maturità nel 1960 all’età di sedici anni.
1961-1969
Françoise Hardy esordisce nel 1962 con il singolo Tous les garçons et les filles, che interpreta il 21 settembre nel programma Le Petit Conservatoire de la chanson di Mireille Hartuch e che viene ritrasmessa domenica 28 ottobre alla televisione francese in serata, in uno degli intermezzi musicali nel corso di una diretta elettorale di grandissimo ascolto. La canzone diventa la bandiera del disagio adolescenziale e finisce col vendere più di due milioni di copie in tutto il mondo (nella versione italiana ha il titolo Quelli della mia età e nel Paesi Bassi arriva al quarto posto). Françoise, suo malgrado, diventa uno dei simboli della generazione yéyé e comincia a mietere successi a 45 giri.
Nel 1963 partecipa all’Eurovision Song Contest con L’amour s’en va e si classifica al quinto posto. Nella sua carriera ha cantato spesso in inglese, italiano, spagnolo e tedesco. In Italia ebbe un grande successo nel 1963 con le canzoni È all’amore che penso e L’età dell’amore, che arriva prima in classifica, e con le cover delle sue canzoni francesi Quelli della mia età, che raggiunge la prima posizione per tre settimane, e L’amore va. Nel 1966 ha partecipato anche al Festival di Sanremo con Parlami di te cantata in coppia con Edoardo Vianello. Fra le sue canzoni c’è La Maison où j’ai grandi, cover di Il ragazzo della via Gluck di Adriano Celentano.
Nel 1967 esce la compilation Antoine & Françoise (Vogue/Jolly LPJ 5077) con 6 canzoni di Antoine (sul lato A) e 6 canzoni di Françoise (sul lato B) e nel 1969 esce Il pretesto (CGD FGS 5052), versione italiana dell’album Comment te dire adieu. Nel 1970 nel video musicale Il Pretesto compare anche un giovane Renato Balestra, noto stilista italiano, già famoso all’epoca. Nel 1967, la Hardy crea la propria casa di produzione, la “Asparagus” e rinnova il contratto con la Disques Vogue. Escono quindi 3 album: Ma jeunesse fout le camp… (1967), En anglais (1968, cantato in inglese) e Comment te dire adieu (1968).
Quest’ultimo album contiene la canzone Comment te dire adieu, traduzione di Serge Gainsbourg della canzone “It Hurts to Say Goodbye”, che sarà uno dei grandi successi del 1969; la Hardy interpreterà questa canzone anche in italiano, col titolo Il pretesto (nel 1968), e in tedesco, col titolo Was mach’ ich ohne dich (nel 1970).
Nel 1968, dopo un’ultima tournée in Sudafrica e a Kinshasa, la Hardy abbandona le tournée e i concerti; d’ora in poi le apparizioni in pubblico saranno sul palco di emissioni televisive e radiofoniche. Nel suo tempo libero, la Hardy comincia ad appassionarsi dapprima di psicologia e poi di astrologia, e su quest’argomento ha pubblicato alcuni libri (da sola e in collaborazione con altri autori) ed ha partecipato ad emissioni radiofoniche.
1970-1988
Françoise Hardy nel 1992
Nel 1970, dopo la rottura con Disques Vogue, pubblica tre compilation in Sudafrica con la sua nuova società di produzione “Hypopotam”, distribuite da World Record Co. : Françoise in German (ORC 6071), Françoise in Italian (ORC 6072) e Françoise in French (ORC 6073).
Nel 1970 con la nuova etichetta discografica Sonopresse e la “Hypopotam”, la Hardy pubblica una raccolta dal titolo Françoise e il decimo album dal titolo Soleil. L’anno seguente (1971) esce La Question e un altro album in inglese, dal titolo If you listen (quest’ultimo prodotto da Edition Kundalini, società creata dalla Hardy), che esce dapprima in Sudafrica e poi in Francia. Nel 1972 esce Et si je m’en vais avant toi, sempre con Hypopotam/Sonopresse.
Nel 1973, la Hardy pubblica Message personnel, prodotto da Michel Berger, Serge Gainsbourg e Jean-Claude Vannier, con i testi scritti oltre che dalla Hardy, da Berger, Jean-Noël Dupré, Gainsbourg, Christian Ravasco e Georges Moustaki (con il quale canta in duetto una canzone dell’album).
Nel 1974 esce il “concept album” “Entr’acte”, nel 1976 escono tre 45 giri, contenenti la canzone Femme parmi les femmes, colonna sonora del film Chissà se lo farei ancora. Tra il 1977 e il 1980, la Hardy pubblica tre album – Star, “Musique saoule” e Gin tonic – tutti prodotti da Gabriel Yared e pubblicati da Pathé Marconi/EMI.
Nel 1978, sull'”onda” della disco music, la Hardy pubblica l’album “Musique saoule”, scritto da Michel Jonasz su musiche di Alain Goldstein e Gabriel Yared, dalle tonalità jazz e funk; benché questi generi non siano quelli privilegiati della Hardy, il singolo J’écoute de la musique saoule è un successo di vendite e resta in classifica quasi un anno.
Nel 1981 e nel 1982 escono rispettivamente À suivre… e Quelqu’un qui s’en va, entrambi prodotti da Gabriel Yared e pubblicati da WEA/Flarenasch. Nel 1988, dopo 26 anni di carriera musicale, la Hardy pubblica il suo 21º album, Décalages, e dichiara che questo sarà l’ultimo della sua carriera; nel frattempo il contratto con la Flarenasch si era concluso con questo album.
Ultimi anni
ritornare a incidere da Fabrice Nataf e da Étienne Daho, la Hardy firma con la Virgin Records e nell’aprile 1996, dopo 8 anni di assenza, pubblica un nuovo album, Le Danger, prodotto da Rodolphe Burger e Alain Lubrano.
L’anno seguente (il 4 ottobre 1997), è invitata a salire sul palco da Julien Clerc, con il quale canta in duetto Mon ange, una canzone scritta dalla Hardy per Clerc (uscita nell’album Les Aventures à l’eau del 1987). Nel 2000, esce Clair-obscur, che le vale il “Grand Prix” della SACEM e due nominations alle Victoires de la musique.
Nel 2004, la Hardy pubblica Tant de belles choses, grazie al quale l’anno seguente ottiene la Victoire de l’artiste interprète féminine.
Nel 2006, esce l’album (Parenthèses…), quasi tutte le canzoni sono cover e interpretate dalla Hardy in duetto con altri artisti: Alain Bashung, Alain Delon, Jacques Dutronc, Julio Iglesias, Ben Christophers, Alain Souchon, Rodolphe Burger, Henri Salvador, Arthur H, Maurane, Hélène Grimaud (al piano) e Benjamin Biolay.
Nell’ottobre 2008 l’artista ha pubblicato la sua autobiografia, Le désespoir des singes… et autres bagatelles (Éditions Robert Laffont, Paris 2008).[2] Nel 2010 esce l’album La Pluie sans parapluie, l’anno seguente è nominata alle “Victoires de la musique” come “artiste interprète féminine”.
Nel novembre 2012, la Hardy compie 50 anni di carriera musicale, dalla pubblicazione del primo album, nel novembre 1962. Per celebrare questo anniversario escono in contemporanea il nuovo album studio L’Amour fou e il romanzo L’Amour fou (Éditions Albin Michel)[3]. Con questo album la Hardy ottiene due nominations alle Victoires de la musique del 2013.
Il 5 marzo 2015 esce il saggio Avis non autorisés…[4], nel quale si esprime sulla società contemporanea, sulle sue passioni e le sue opinioni, e il 3 novembre 2016 esce Un cadeau du ciel…[5], nel quale racconta della sua ospedalizzazione dell’anno precedente.
Il 9 febbraio 2018 è annunciato il suo nuovo (e 28º) album: Personne d’Autre, che esce il 6 aprile. Il primo singolo Le Large – parole e musica di La Grande Sophie – è disponibile dal 16 febbraio e il video del singolo – realizzato da François Ozon – è pubblicato il 20 marzo su YouTube. L’album – prodotto da Erick Benzi – contiene 11 canzoni, di cui 8 scritte dalla Hardy, più un riadattamento in francese (Dors mon ange) della canzone Sleep del gruppo finlandese Poets of the Fall; le altre tre canzoni sono state scritte da Yael Naim (Your’re My Home), Michel Berger (si tratta della reinterpretazione della canzone Seras-tu là ? del 1975) e da La Grande Sophie (Le Large).
Malattia e morte
Nel gennaio 2004 le era stato diagnosticato un linfoma; da allora si è battuta contro la malattia; in particolare è stata ricoverata per diverse settimane della primavera del 2015, in gravi condizioni (tre settimane in stato di incoscienza con otto giorni di coma).[6]
Muore a Parigi l’11 giugno 2024 all’età di 80 anni a causa della malattia.[7]. La notizia è stata annunciata da il figlio Thomas Dutronc nel social media, con queste semplici parole : “Mamam est partie…” (“Mia mamma se ne è andata…)”[8]
Il 20 giugno 2024 si svolge la cerimonia di addio al cimitero di Père-Lachaise[9].
Vita privata
Françoise Hardy è stata la compagna del cantante e attore Jacques Dutronc dal 1967 al 1988. La coppia ha avuto un figlio, Thomas Dutronc, nato il 16 giugno 1973, e si è sposata il 30 marzo 1981 a Monticello in Corsica. Dopo la loro separazione, sono rimasti in buoni rapporti e non hanno divorziato; lei viveva a Parigi e lui a Monticello, dal 1997 con una nuova compagna.
Thomas Dutronc è un noto chitarrista jazz e cantante francese che ha tra l’altro collaborato con lei in alcuni album: Clair-obscur, Tant de belles choses e Parenthèses, e col padre Jacques Dutronc nell’album Brèves Rencontres.
Influenze e omaggi
- 1964: La Hardy è citata in una poesia di Bob Dylan, For Françoise Hardy at the Seine’s Edge, riportata sulla cover dell’LP Another Side of Bob Dylan.
- 1965: Il poeta Jacques Prévert ha scritto un testo intitolato Une plante verte per il programma del secondo passaggio della Hardy all’Olympia nell’ottobre 1965.
- 1967: Lo scrittore Manuel Vázquez Montalbán ha scritto una poesia intitolata Françoise Hardy.
- 1968: Lo scrittore Paul Guth le rende omaggio nel suo libro Lettre ouverte aux idoles, nel capitolo Lettre ouverte à Françoise Hardy (pagine da 51 a 63).
- 1974: La cantante giapponese Yumi Arai ha scritto e registrato la canzone La mia Françoise (私のフランソワーズ?, Watashi No Françoise), una canzone in omaggio a Françoise Hardy, contenuta nell’album Misslim (ミスリム?, Misslim).
- 1995: Carla Bruni e Laurent Voulzy reintrerpretano Tous les garçons et les filles de mon âge nello spettacolo (e poi nel CD) Les Enfoirés à l’Opéra-Comique (Les Enfoirés).
- 2007: Il gruppo statunitense Shawn Lee’s Ping Pong Orchestra la cita nella canzone Françoise Hardy, pubblicata nell’album Voices and Choices.
- 2008: La cantante britannica Sharleen Spiteri ha scritto e registrato in omaggio la canzone Françoise, pubblicata nell’ambum Melody.
- 2009: Il cantante britannico Robbie Williams ha interpretato la canzone You Know Me, traduzione (reprise) in inglese della canzone della Hardy Voilà.
- Lo stile della Hardy ha influenzato le creazioni di Nicolas Ghesquière, ex-capostilista della Balenciaga, e oggi di Louis Vuitton; negli anni 1960, la Hardy era un’icona della moda e dello stile, abbigliandosi con delle creazioni di André Courrèges, Emmanuelle Khanh, Paco Rabanne e Yves Saint Laurent.
- La musica della Hardy ha influenzato artisti francesi più giovani come Keren Ann, Benjamin Biolay, Carla Bruni, La Grande Sophie, Élodie Frégé.
- Molte canzoni della Hardy sono state reinterpretate (in francese o tradotte in altre lingue) da decine di artisti francesi e internazionali.
Discografia
Album in studio
- 1962 – Tous les garçons et les filles – Disques Vogue (LD 600-30)
- 1963 – Françoise Hardy canta per voi in italiano – Disques Vogue (LPJ 5034)
- 1963 – Le Premier Bonheur du jour – Disques Vogue (FH 1)
- 1964 – Mon amie la rose – Disques Vogue (FH 2)
- 1965 – In Deutschland – Bellaphon/Disques Vogue (BWS 368)
- 1965 – L’Amitié – Disques Vogue (FH 3)
- 1966 – Françoise Hardy Sings in English * – Disques Vogue (CLD 699-30)
- 1966 – La Maison où j’ai grandi – Disques Vogue (CLD 702-30)
- 1967 – Ma jeunesse fout le camp… – Production Asparagus/Disques Vogue (CLD 720)
- 1968 – En anglais * – Production Asparagus/Disques Vogue (CLD 729)
- 1968 – Comment te dire adieu – Production Asparagus/Disques Vogue (CLD 728)
- 1969 – One-Nine-Seven-Zero – Production Asparagus/United Artists Records (UAS 29046)
- 1970 – Soleil – Production Hypopotam/Sonopresse (HY 39.902)
- 1970 – Träume – Production Hypopotam/Philips (6305 008)
- 1971 – La Question – Production Hypopotam/Sonopresse (HY 30.902)
- 1971 – If You Listen * – Editions Kundalini (KUN 65057)
- 1972 – Et si je m’en vais avant toi – Production Hypopotam/Sonopresse (HY 30903)
- 1973 – Message personnel – WEA/Warner Bros. Records (56 019)
- 1974 – “Entr’acte” – WEA/Warner Bros. Records (56 091)
- 1977 – Star – Pathé Marconi/EMI (2C 066-14.426)
- 1978 – Musique saoule – Pathé Marconi/EMI (2C 070-14697)
- 1980 – Gin Tonic – Pathé Marconi/EMI (2 C 070-14869 | PM 261)
- 1981 – À suivre… – WEA/Flarenasch (723 623 – WE 351)
- 1982 – Quelqu’un qui s’en va – WEA/Flarenasch (723.643)
- 1988 – Décalages – WEA/Flarenasch (WE 690 391-723 690)
- 1996 – Le Danger – Virgin (8 416622 9 7243 8 416622 9)
- 2000 – Clair-obscur – Virgin France (8 492032 6 7243 8 492032 6)
- 2004 – Tant de belles choses – Virgin Music/EMI (7 39742 3 24386 39742 3)
- 2006 – Parenthèses – Virgin Music/EMI Music France (94635 04022 7 0 94635 04022 7)
- 2010 – La Pluie sans parapluie – Virgin Music/EMI Music France (5 764322 099962 764322)
- 2012 – L’Amour fou – Virgin Music/EMI Music France (5 278726 099997 278726)
- 2018 – Personne d’autre – Parlophone/Warner Music France (…)
Raccolte
- 1965 – Le Palmarès Françoise Hardy – 1 LP Compilation, Disques Vogue (CLVLX 83 30)
- 1969 – International Stars – 1 LP Compilation, Disques Vogue (CLVLX 336)
- 1970 – Françoise – 1 LP Compilation, Production Hypopotam/Sonopresse (HY 30.901)
- 1970 – Les Grands Succès de Françoise Hardy – 1 LP Compilation, Disques Vogue (SLD. 761)
- 1977 – Le Double Disque d’Or de Francoise Hardy – 2 LP Compilation, Disques Vogue (LDA. 16012)
- 1983 – Les Grands Succès de Françoise Hardy – 1 CD Compilation, Disques Vogue (VG-651-600006)
- 1997 – Françoise Hardy – 1 CD Compilation, Disques Vogue (74321460902)
- 2001 – L’Essentiel – 1 CD Compilation, EMI (533104 2 7243 533104 2)
- 2001 – L’Essentiel – 1 CD Compilation, Disques Vogue (321 844 872 74 321 844 872)
- 2003 – Messages Personnels – 1 CD Compilation, Virgin (834852 1 72435 834852 1)
- 2004 – L’Essentiel – 1 CD Compilation, Capitol/Parlophone
- 2005 – Le temps des souvenirs – 2 CD Compilation, Virgin/EMI (3361 322 5 00946 3361 322 5)
- 2007 – 100 Chansons – 5 CD Compilation, EMI/Sony Music (5026472 8 50999 5026472 8)
- 2017 – The Real… Françoise Hardy (The Ultimate Collection) – 3 CD Compilation, Legacy/Sony Music (889853074822)
Videografia
- 2005 – Le temps des souvenirs – DVD Video, Virgin Music/EMI
- 2010 – Noir sur blanc – DVD Video, Virgin Music/EMI – Regno Unito
- 2013 – Message personnel (40e anniversaire) – contiene un DVD Video, Warner Music France/Rhino/WEA Music
Singoli
- 1963 – L’età dell’amore/È all’amore che penso/Quelli della mia età/Ci stò – Disques Vogue (EPG 2045)
- 1963 – Ci stò/Quelli della mia età – Disques Vogue (J 35029) – versioni italiane di J’suis d’accord e Tous les garçons et les filles
- 1963 – L’età dell’amore/È all’amore che penso – Disques Vogue (J 35035) – versioni italiane di Le Temps de l’amour e C’est à l’amour auquel je pense
- 1963 – L’amore va/Il tuo migliore amico – Disques Vogue (J 35041) – versioni italiane di L’amour s’en va e Ton meilleur ami
- 1963 – Vorrei capirti/Il saluto del mattino – Disques Vogue (J 35043) – versioni italiane di Saurai-je ? e Le premier bonheur du jour
- 1964 – La tua mano/Vorrei essere lei – Disques Vogue (J 35055) – la seconda è la versione italiana di J’aurais voulu
- 1965 – Devi ritornare/La notte sulla città – Disques Vogue (J 35067) – versioni italiane di Only You Can Do It e La Nuit est sur la ville
- 1966 – Parlami di te/Nel mondo intero – Disques Vogue (J 35087) – la seconda è la versione italiana di Dans le monde entier
- 1966 – Non svegliarmi mai/Ci sono cose più grandi – Disques Vogue (J 35099) – la prima è la versione italiana di Non, ce n’est pas un rêve
- 1966 – La maison où j’ai grandi/Il est des choses – Disques Vogue (J 35104) – versioni francesi di Il ragazzo della via Gluck e Ci sono cose più grandi
- 1967 – Gli altri/I sentimenti – Disques Vogue (J 35137) – versioni italiane di Voilà e Et même
- 1968 – La bilancia dell’amore/Io conosco la vita – CGD (N 9697) – versioni italiane di Tiny Goddess e La fin de l’été
- 1969 – Il pretesto/Se e ma – CGD (N 9711) – versioni italiane di It Hurts to Say Goodbye e Aves des si
- 1969 – Stivali di vernice blu/L’ora blu – CGD (N 9748) – versioni italiane di Des bottes rouges de Russie e L’heure bleue
- 1970 – Lungo il mare/Il mare, le stelle, il vento – CGD (N 9783) – la seconda è la versione italiana di La Mer, les étoiles et le vent
- 1970 – Sole ti amo/Il granchio – CGD (N 9821) – versioni italiane di Sunshine e Le crabe
Fonte Wikimedia-