Longone Sabino – Presentazione del libro “L’Abbazia di San Salvatore Maggiore” autrice Ileana Tozzi -Biblioteca DEA SABINA
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Longone Sabino – Presentazione del libro
“L’ L’Abbazia di San Salvatore Maggiore e il paesaggio della Massa Torana” autrice Ileana Tozzi
edito da L’Angelo Di Mario APS
Longone Sabino (RIETI)- Il prossimo 20 agosto, presso la sala convegni comunale di Longone Sabino, alle ore 18, sarà presentato il libro della studiosa Ileana Tozzi dal titolo L’Abbazia di San Salvatore Maggiore e il paesaggio della Massa Torana. Il volume, edito da L’Angelo Di Mario APS, sarà introdotto dalla direttrice della biblioteca, Maria Grazia Di Mario. L’iniziativa vede la collaborazione del Comune di Longone Sabino, dell’Università Agraria, della Pro Loco locale e della Biblioteca Angelo Di Mario.
Durante l’evento, verrà reso omaggio anche a Giorgio Di Mario, fratello di Angelo, figura di rilievo nel panorama politico e sociale della comunità di Longone Sabino. Alla vedova Rita Spagnoli sarà consegnata una targa commemorativa in ricordo del suo impegno.
Un volume che esplora il patrimonio culturale locale
«Questo libro non si limita a ripercorrere la storia dell’Abbazia di San Salvatore Maggiore,” spiega l’autrice Ileana Tozzi. “Attraverso un’accurata analisi delle fonti documentarie e una rilettura critica della storiografia esistente, offre una visione inedita dei percorsi e dei territori legati all’Abbazia. Ogni castello sotto la sua giurisdizione viene esaminato con attenzione, insieme alle numerose chiese e ai loro arredi, dalle suppellettili liturgiche ai crocifissi, dalle statue processionali agli affreschi e alle tele degli altari. Un’attenzione particolare è riservata ai piccoli santuari mariani e alle pievi rurali, parrocchiali e cimiteriali, rendendo l’opera tanto approfondita quanto accessibile».
Il libro, frutto di un lungo e scrupoloso studio, ha ottenuto il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali, che ne ha riconosciuto il valore con il Decreto 442-04/11/2023. Tra i partner che hanno contribuito alla realizzazione del progetto figurano l’Archivio Diocesano di Rieti e il Comune di Concerviano. L’Associazione “L’Angelo Di Mario APS” prosegue con determinazione il suo impegno nel campo della ricerca scientifica applicata ai Beni Culturali, portando avanti il lascito intellettuale dello studioso Angelo Di Mario. L’associazione, a lui intitolata, è anche promotrice della Biblioteca Casa Museo Angelo Di Mario di Vallecupola (Rieti), che rappresenta un centro di cultura e memoria nella comunità locale.
Abbazia di San Salvatore Maggiore
L’Abbazia di San Salvatore Maggiore è uno dei più antichi e suggestivi monumenti della provincia di Rieti, prestigiosa testimonianza dell’Ordine Benedettino. Sorge sul pianoro Letenano, tra le vallate dei fiumi Salto e Turano, ed è costituita da una chiesa a navata unica, con cappelle laterali e presbiterio rialzato, da un imponente campanile e da tre edifici conventuali attorno a un cortile rettangolare di 50×50 metri.
I tre edifici, con fasi costruttive e connotazioni architettoniche varie, hanno nel tempo ospitato funzioni diverse. L’ala est, annessa alla chiesa, ha accolto gli spazi comuni, come il refettorio, il capitolo, le cucine e gli ambienti dormitorio, ormai scomparsi dopo l’intervento del Genio Civile. È il più antico e in origine comprendeva l’intera struttura monastica. L’ala nord, nata con funzioni fortificatorie, di ricovero e di deposito, nel Rinascimento venne destinata a residenza. L’ala ovest ha avuto funzioni amministrative e di rappresentanza, quali Curia e Tribunale, e una parte più moderna, nata in fase post conventuale e destinata a cappella e a dormitorio per i seminaristi.
Fondata nel 735, fu distrutta dai saraceni intorno all’891 e ricostruita completamente nel 974, ampliata e trasformata più volte nel medioevo e in epoca moderna.
Fino al XIII secolo fu al centro di numerose contese tra papato e impero e di dispute locali, con notevoli lavori di ampliamento. Continui lavori di riadattamento e ricostruzione ebbero luogo anche in seguito, a causa di assedi e danni accidentali.
Con l’istituzione della commenda, verso la fine del XVI secolo, il complesso cominciò a trasformarsi in fortilizio e Ranuccio Farnese riadattò l’intera ala nord come propria residenza, aumentò lo spessore del corpo di fabbrica e realizzò il nuovo prospetto verso il cortile.
Interventi di riadattamento più limitati sono poi dovuti a Francesco Barberini nel XVII secolo, commendatario che si adoperò, con successo, per la soppressione del monastero, sancita da Urbano VIII nel 1632.
L’abbandono dei monaci e la nuova destinazione a sede del seminario diocesano provocò l’ultima grande trasformazione del complesso, che tra 1600 e 1700 aggiunse un nuovo corpo di fabbrica nell’ala ovest e fu riadattato per la nuova funzione.
La storia secolare del monumento, che ebbe per lungo tempo stretto legame con l’abbazia di Farfa, è stata spesso tormentata, con ripetuti cambi di comunità religiose, e conosce dagli inizi del novecento un degrado sempre più evidente e un’accelerata distruzione.
Un intervento del Genio Civile, negli anni Trenta, ha prodotto un vero e proprio scempio delle strutture, vetuste, ma ancora resistenti, comportando numerosi crolli e distruzioni, soprattutto nel blocco est e il complesso ha vissuto un progressivo deterioramento sino alla metà degli anni Ottanta, che lo ha reso un rudere, fino all’intervento del Comune di Concerviano, guidato dal sindaco Damiano Buzzi, che lo ha acquisito nel 1986 e si è successivamente prodigato per avviarne valorizzazione e restauro.