Poesie di Beatrice Cristalli
Biblioteca DEA SABINA
Poesie di Beatrice Cristalli.
“Tre di uno”, l’opera prima di Beatrice Cristalli, come sostiene nella postfazione il lessicografo Silverio Novelli, “è un libro forte”. Un percorso umano, prima ancora che linguistico, rigoroso e tenace, nel quale il lettore è spinto a fare i conti con le proprie certezze, attraversando le pagine di una raccolta che, per intensità stilistica e di tematiche trattate, non può non catturare l’attenzione. Come afferma Giovanna Rosadini all’inizio della prefazione, “fin dalla prima poesia di questa compatta e intensa raccolta, i temi fondanti della poetica di Beatrice Cristalli si annunciano e delineano: quello dell’identità di un soggetto depotenziato dalle dinamiche del mondo contemporaneo, e il suo rapporto con la parola”.
1)-Dabar
Se l’appello poetico è un grido
Obiettivato
Io non sono più soggetto ma sono
Altro
E già nel ritorno non sono più io;
La follia ricostruirà da capo
2)-Del buio esaurito
«Per cui, non farti perdonare».
Mai che mi fosse accaduto considerarti
Un progetto, ma un suono di qualche buona tecnica
Non c’è tuttavia rimedio al voler essere
A tutti i costi; a quest’ora, se hai bisogno, trovi
Qualche pezzo di ciabatta e le immagini
Della sera delle scelte
È tardi – era davvero presto – per
Commettere ancora qualche grosso sbaglio.
Il tempo di riordinare la posa
O di chiarire gli spasmi; ma le chiavi
Non erano già più,
Non erano più gli anni,
Gli attimi, le vigorose alleanze del vivere.
Inventerei,
Per ricominciare dove
La disillusione pesava
Screpolato il ventre – ma non è poi
Così male essere e basta – le parole
Non frugano più. Nell’adagio tutto
Può schiudersi in un’annoiata bugia
O in un pianto che voleva stare da solo
Nell’umido che sempre salva
Guarda che sei libero, verrà un ladro
E vorrà rubarti perché non potrà mai capire.
Essere le immagini della sera
Delle scelte, delle rivolte mature,
Essere tutte le mie volte; al di qua
Della tua mano la riva da cui le buone
Proposte ripresentano le mancanze
E credono di essere cambiate.
Non è vero niente
3)-Uno di uno
C’è un impulso vero
E pochi sobbalzi – entusiasta
Io so cosa fare:
Sentire senza pace le cose
Dicevi che è un dono
«Un dono che fa male»
Ma io guardo sotto
È perfetto nella sua
Inconsistenza – mare
Non può salire
Regge il suo farsi senza fondo
Nel pozzo che vedo anche io
Perché soffro i silenzi come un
Neonato
E solo le comete conoscono
I passaggi – tra sinapsi e globuli
Sparerei un canto che è solo
Sangue trattenuto
Ma quanto bene mi fa
Guardarti dopo anni senza volerti
Musa
Per dirmi quello che rimane fuori
Dalle parole – le altre
Quelle che non si dicono
Con il peso dell’ironia e l’abisso
Facile – è così, è così:
Sentirmi lontana dal mio sentimento
E fingermi a posto.
Dovrei rispondere solo a me,
Dici che troverei la meraviglia
Ma quel verso non sai indirizzarlo
Io non voglio alcun atto
Nel teatro qui sotto
Io pretendo il mare in cima
Che resta:
Ci sono cose che ritornano
E non avvisano
Le vedo, tra una mano mai chiesta
E la voglia di intrufolarsi
Nel giardino privato
Con il piacere di una sola carezza.
Nessuno apre
Ma non chiederti le cause
Vale solo la forza degli effetti,
Come guardare il vento che passa
E volerne prendere parte
In mezzo a una forma,
A un amore che squilla
4)-Il nome delle cose che iniziano
Che fastidio prude tra le banconote
Roma col derby
Ho silenziato ogni radio in quella tratta:
Domanda e risposta
Ho raccontato la mia storia
A un taxista
In corsa
Ma stavo già diventando altro
Tra la concentrazione e un atto meccanico
In fieri, in fieri
Come il cuore di un orologio
E io per questo non sono stata felice
Mai
C’è un nuovo modo di amare
Ma non ne sono capace:
Farò finta di avere un amico
Con cui guardare una pozza d’acqua
Senza niente attorno,
Più avanti metto i pensieri
Che non posso abbandonare,
I pali veri dei sogni
In queste ore che mordono ogni sosta.
Non regge bugia
Una mano, due per ogni cosa
Insieme alle cose che vedo
Dietro i palazzi, dietro ogni cielo
Del nuovo
Sui tetti che non conosco
Prometto di ricominciare
O di iniziare per la prima volta.
Lei chiama Michele
Lei chiama Michele
E Michele non arriverà
Perché è troppo facile
Rispondere ed esistere
Insieme
Allora pensi che frugare
Tra la stoffa che è solo cartone
Sia l’ultima prova
Per dimostrarci
Che di Michele tu
Ne sai
Ma poi riparti
Con nello zaino il peso
Del polistirolo – però!
Tu non lo togli
Tu chiami Michele
E Michele non esiste;
Allora ti ascolto
E mi siedo un secondo perché
Devo sostenere le parole che
Non posso ricevere
Ma non è colpa mia
Se chiamo anche io Michele
E Michele non esiste
Lo chiami ancora nella piazza
E tutti mi stanno guardando:
Ma cosa c’è di male a scrivere
In chiesa e sui gradini di
Questa città
Che odio – per tutto;
Chiamo Michele a voce grossa
Perché non mi interessa
Nessuno risponde mai
C’è solo una chiavetta
C’è solo lei che resta
E condivido questo anche io
Anche se non so
Come mi dovrei comportare
Tra le parole che ripeto
A me:
Non leggerai nulla di così diretto.
Tanto non ci riesco
Perché ne sono cosciente
Michele non arriverà
Ma si incastra negli spazi
Senza alcuna mia subordinazione
Vola da solo – vicino ai miei sogni
Quando la gente ti guarda
Un po’ si vergogna
Ti muovi goffa
Chiami Michele di nuovo
La direzione l’hai presa.
Vorrei essere quel polistirolo
Che finge di essere vero peso
Il mio l’ho dimenticato
In ogni giornata
Negli occhi – tu cercalo di sera
Tre di uno (Interno Poesia Editore, 2018)–
Nota biografica- Beatrice Cristalli (Piacenza, 1992) è laureata in Stilistica del testo presso l’Università degli Studi di Milano. La sua tesi dal titolo “L’invenzione della colpa. L’antropologia negativa leopardiana tra Zibaldone e Operette morali” ha vinto il secondo premio al Concorso per il Premio Giacomo Leopardi riservato alle tesi di laurea specialistica e dottorato 2017 del Centro Nazionale di Studi Leopardiani. Collabora con diverse testate culturali online, tra le quali Treccani, Il Tascabile, Doppiozero e Cultweek. Per il Portale Treccani, in particolare, ha condotto una indagine a puntate sulla critica letteraria del web. Un suo saggio su Mario Luzi è presente nella raccolta saggistica dal titolo “Un’idea di poesia. L’officina dei poeti in Italia nel secondo Novecento”, a cura di Laura Neri (Mimesis, 2018). “Tre di uno” è la sua prima opera in versi.