Claudio Badano-Il giovane Bakunin e la filosofia classica tedesca-
Biblioteca DEA SABINA-
Claudio Badano, Il giovane Bakunin e la filosofia classica tedesca-
Orthotes Editrice- – Nocera Inferiore (SA)
In questo saggio viene presa in esame la fase della prima formazione intellettuale di Michail Aleksandroviè Bakunin: quella che vede il giovane russo appassionato studioso dei filosofi idealisti tedeschi. È questo il “giovane Bakunin”, la cui immagine è stata appannata da quella – ben più nota – del rivoluzionario anarchico. La vicenda intellettuale del giovane Bakunin viene qui ricostruita avvalendosi anche dell’apparato documentale costituito dall’intero epistolario realizzato nel 2000 dall’Istituto Internazionale di Storia Sociale di Amsterdam (IISS). In appendice al saggio vengono inoltre acclusi quattro scritti bakuninani degli anni 1837-1843 – Mie note (1837); Prefazione alle Letture del Ginnasio di Hegel (1838); Sulla filosofia, Parte I e Parte II (1839- 40); Il comunismo (1843) – mai apparsi (tranne uno) in lingua italiana. Con ciò si intende contribuire a colmare una lacuna nella letteratura specialistica del nostro paese, ove – a differenza di quanto accaduto a livello internazionale – questa intera fase del pensiero di Bakunin è rimasta sostanzialmente in ombra.
Il processo di formazione intellettuale del giovane Bakunin si dispiega nella fase immediatamente successiva al passaggio epocale rappresentato – in filosofia – dal mezzo secolo (1781-1831) che separa la Critica della ragion pura di Kant dalla morte di Hegel. La tradizione di pensiero, di cui qui si sta parlando, è destinata a dominare la cultura europea per i due secoli successivi: essa inaugura, infatti, quel modo di porre le questioni filosofiche che è rimasto poi interno alla filosofia continentale europea fino alla prima metà del Novecento. Com’è noto, nella storiografia filosofica non vi è però unanimità circa la definizione di questo periodo: a coloro che utilizzano la categoria specifica di “idealismo tedesco” si oppongono, infatti, quanti utilizzano – ritenendola più adeguata – la categoria a maglie larghe di “filosofia classica tedesca”.
La prima occorrenza del termine “idealismo tedesco” (deutscher Idealismus) si riscontra in una lettera, in cui Friedrich Engels la pone in antinomia col materialismo. Con intento specularmente opposto, i neokantiani Lange e Windelband riprendono la dizione al fine di caratterizzare l’identità culturale ed etico-politica tedesca come estranea alle tendenze materialistiche. Questo è anche il senso su cui si attesta – anche senza farne menzione esplicita – l’argomentazione di Wilhelm Dilthey. All’“idealismo tedesco” sono poi dedicate significative opere della storiografia filosofica del ’900. Fra di esse si annovera il saggio in due volumi intitolato Von Kant bis Hegel scritto negli anni ’20 da Richard Kroner. Il profilo, su cui esso si incentra, è quello gnoseologico. I 40 anni che intercorrono dalla Critica della ragion pura di Kant ai Lineamenti di filosofia del diritto di Hegel (1781-1821) vengono infatti qui letti secondo una prospettiva lineare di sviluppo dalla Vernunftkritik alla Wissenschaftlehre: le interpretazioni del kantismo, prodotte da Jacobi, Reinhold e Maimon, sono considerate il ponte di passaggio, attraverso cui i problemi gnoseologici sollevati dal trascendentalismo kantiano si sviluppano fino a trovare piena soluzione nella dottrina della scienza hegeliana.
Autore
Claudio Badano, già docente di filosofia presso i Licei, ha condotto la sua attività di ricerca nell’ambito dei problemi ontologici e storico-filosofici della filosofia otto-novecentesca. Tra le sue pubblicazioni: La possibilità e il senso (Roma 2008); L’apriori della storia e la possibilità (Padova 2009); Il possibile fra l’essere e il nulla (Milano 2009); Un niente che pesa (Napoli 2020).