L’incredibile vita di Robert Benoist- pilota e partigiano-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
L’incredibile vita di Robert Benoist, pilota e partigiano
Articolo di Fabio Casalini
Robert Marcel Charles Benoist nacque ad Auffargis, comune della regione dell’Île-de-France, il 20 marzo 1895.
Figlio di Gaston Benoist, guardiacaccia della famiglia Rothschild, Robert nacque nella frazione di Saint-Benoît e prese contatto con i motori durante la prima guerra mondiale, quando fu assegnato all’aeronautica militare, conseguendo il brevetto di volo nel 1915.
Al termine del conflitto, iniziò la sua carriera di pilota d’automobili e motociclette che lo vedrà vittorioso nelle più importanti competizioni europee.
Dopo una prima esperienza di collaudatore con la De Marçay, colse alcune vittorie in sella alle moto Salmson, marchio che non brillò solo per i risultati in sé stessi ma perché fece da trampolino di lancio per piloti destinati a lasciare un segno nella storia dello sport, e ritornò definitivamente alle quattro ruote, nel 1924, ingaggiato dalla Delage. L’anno successivo, in coppia con Albert Divo, vinse il Gran Premio di Francia, nell’edizione che fu segnata dalla tragica scomparsa di Antonio Ascari, padre del più noto Alberto, a causa di un incidente.
Al volante della Delage, nel 1927, riuscì a conquistare i “Grands Prix” di Francia, Italia, Spagna e Gran Bretagna, portando il titolo mondiale costruttori, primo campionato del mondo d’automobilismo organizzato nella storia delle corse, alla casa francese e ricevendo, per questa sua impresa, la Legion d’onore.
Nonostante il titolo conseguito, la Delage si ritirò dalle gare e, nel 1928, Benoist venne assunto come direttore del “Garage Banville”, esclusivista parigino del marchio Bugatti.
Nel 1929, in coppia Attilio Marinoni, conquistò la 24 Ore di Spa, a bordo di una Alfa Romeo 6C 1750.
Al termine della stagione sospese l’attività di pilota per ritornare alla Bugatti e, in seguito, divenirne il responsabile corse con l’incarico di preparare una vettura per vincere la 24 Ore di Le Mans.
L’impegno fu coronato da successo nel 1937, riuscendo ad allestire una vincente “T57G” che egli stesso condusse al traguardo, in coppia con Jean-Pierre Wimille. Dopo questa vittoria, Benoist si ritirò definitivamente dalle competizioni, pur continuando a dirigere il reparto corse della Bugatti, fino al suo richiamo alle armi per la seconda guerra mondiale.
In seguito all’occupazione tedesca della Francia, Benoist fu coinvolto nelle resistenza dall’amico e collega William Grover-Williams. Quest’ultimo, dopo un lungo addestramento in Inghilterra nelle scuole del SOE, era stato paracadutato in Francia nella primavera del 1942 per creare e dirigere la rete Chestnut, un’organizzazione di spionaggio e sabotaggio operante nella zona di Parigi. Benoist fornì al gruppo un nascondiglio per armi e rifornimenti nella sua proprietà di Auffargis.
Arrestato dalla Gestapo nel 1943, riuscì a fuggire e raggiungere Londra. Nell’ottobre del 1943 tornò in Francia per una nuova missione che porterà a termine senza intoppo, riparando in Inghilterra nel febbraio 1944.
Nel mese di giugno, durante la sua terza missione nella zona di Nantes, fu arrestato e subito trasferito nel campo di concentramento di Buchenwald, dove fu impiccato l’11 settembre 1944.
Fabio Casalini