Abbazia di Farfa-๐โ๐๐บ๐บ๐ฎ๐ฐ๐ผ๐น๐ฎ๐๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป ๐ฏ๐ฎ๐บ๐ฏ๐ถ๐ป๐ผ, ๐ฃ๐ฒ๐๐ฟ๐ผ๐ฐ๐ฐ๐ต๐ถ: โ๐๐๐๐ฟ๐ถ๐ฏ๐๐ถ๐ฏ๐ถ๐น๐ฒ ๐ฎ ๐๐ฒ๐๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผ ๐ฑ๐ฎ ๐ฆ๐๐ฏ๐ถ๐ฎ๐ฐ๐ผโ
Biblioteca DEA SABINA
Abbazia di Santa Maria di Farfa
๐โ๐๐บ๐บ๐ฎ๐ฐ๐ผ๐น๐ฎ๐๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป ๐ฏ๐ฎ๐บ๐ฏ๐ถ๐ป๐ผ, ๐ฃ๐ฒ๐๐ฟ๐ผ๐ฐ๐ฐ๐ต๐ถ: โ๐๐๐๐ฟ๐ถ๐ฏ๐๐ถ๐ฏ๐ถ๐น๐ฒ ๐ฎ ๐๐ฒ๐๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ผ ๐ฑ๐ฎ ๐ฆ๐๐ฏ๐ถ๐ฎ๐ฐ๐ผโ
Lโarte pittorica impreziosisce non solo la basilica ma anche altri spazi interni ed esterni dell’Abbazia di Santa Maria di Farfa.
Al centro della volta di una campata del chiostro rinascimentale รจ raffigurata l’๐๐บ๐บ๐ฎ๐ฐ๐ผ๐น๐ฎ๐๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป ๐ฏ๐ฎ๐บ๐ฏ๐ถ๐ป๐ผ che presenta particolari legati alla diffusione di linguaggi internazionali – in particolare nordici – che investรฌ anche lโAbbazia farfense a causa dei suoi legami, piรน o meno variabili, con il centro monastico di Subiaco dove giร nel primo Quattrocento รจ documentata una cospicua presenza di monaci tedeschi e spagnoli.
Sullโ๐๐ฎ๐ฎ๐ข๐ค๐ฐ๐ญ๐ข๐ต๐ข ๐ค๐ฐ๐ฏ ๐ฃ๐ข๐ฎ๐ฃ๐ช๐ฏ๐ฐ ๐ฆ๐๐ฒ๐ณ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฃ๐ฒ๐๐ฟ๐ผ๐ฐ๐ฐ๐ต๐ถ scrive:
โGli stessi caratteri stilistici distinti da una linea fortemente marcata, la medesima ridondanza dei panneggi, il piglio espressivo fortemente caricato seppure reso con trame piรน arrotondate, si ritrovano identici nel pittore che realizzรฒ la decorazione dellโabside della cappella del Crocifisso del complesso agostiniano di SantโOliva a Cori, datato 1507. Da questโultima decorazione รจ discesa la proposta di individuare una maestranza, denominata Maestro di Cori, autrice di una serie di cicli pittorici, da San Pietro di Anticoli Corrado alla parrocchiale di Pietrasecca, poco oltre il confine abruzzese.
Strettamente coerenti nei contenuti formali e tutte riferibili al primo decennio del Cinquecento, sembrano tuttavia lโultima e finale evoluzione stilistica di Desiderio da Subiaco il quale, sulla spinta della pittura umbra, aggiunge un timbro devozionale che addolcisce linee ed espressioni riducendo la verve caricaturale in contenuti e toni piรน pacatiโ (โSpazi della preghiera, spazi della bellezza. Il Complesso abbaziale di Santa Maria di Farfa”, Palombi Editori, 2015, p. 144-146).
Foto: Fabrizio Farese