Adrienne Rich – Poesie da “Tonight no Poetry will serve” -Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Adrienne Rich- Poesie da”Tonight no Poetry will serve”
(Norton, 2011 – l’ultima raccolta pubblicata in vita)
traduzione dall’inglese di Maria Luisa Vezzali
-Rivista Atelier-
Biografia di Adrienne Rich (Baltimora, 1929 – Santa Cruz, 2012) è stata una poeta, saggista, insegnante e femminista statunitense.Poco dopo essersi laureata al Radcliff College nel 1951 vince il premio “Yale Series of Younger Poets” per i poeti emergenti che le permette di pubblicare la sua prima raccolta , A Change of the Wolrd con introduzione di W.H. Auden, presidente di giuria di quell’anno. L’anno seguente ottiene una borsa di studio per viaggiare in Europa. Sposa nel 1953 l’economista Alfred Conrad e nel 1955 pubblica la sua seconda raccolta, The Diamond Cutters.Con la pubblicazione del terzo libro avvenuta nel 1963, Snapshots of a Daughter-in-Law, viene riconosciuta una delle scrittrici più importanti a livello nazionale sia per la sua voce poetica che per i temi femministi dei testi. Nel 1966 si trasferisce a New York e i libri che seguono sono influenzati dal fermento culturale e dall’attivismo politico del periodo: Necessities of Life (1966), Leaflets (1969), Will to Change (1971). Nel 1969 la Rich si allontana dal marito e diviene attivista dei movimenti di liberazione femminile. Pubblica nel 1974 Diving into the Wreck che riceve il “National Book Award for Poetry”. La Rich rifiuta di ricevere il premio a titolo personale preferendo invece accettarlo -assieme ad altre due poete- a nome di tutte le donne condannate al silenzio. Nel 1976 si dichiara lesbica e nel 1977 pubblica Twenty-One Love Poems successivamente incluso in Dream of a Common Language del 1978. In questo stesso periodo da alle stampe il più importante e influente contributo da saggista: Compulsory Heterosexuality and Lesbian Existence. Nel 1997 rifiuta la “Medical Medal of Art” affermando che non poteva accettare un premio dalla presidenza Clinton in quanto “(cit) l’arte, per come la concepisco io, è incompatibile con la politica di questa amministrazione”. Nel 1999 si trasferisce a Santa Cruz, in California, assieme alla compagna Michelle Cliff (romanziera, poeta ed accademica). Le due donne stavano assieme dal 1976. Nel 2003 Adrienne Rich -assieme ad altri poeti- per protesta contro la guerra in Iraq rifiuta di partecipare ad una conferenza alla Casa Bianca. Nel 2011 viene pubblicata la sua ultima raccolta: Tonight no Poetry will serve. Adrienne Rich si spegne nel Marzo 2012 a Santa Cruz all’età di 82 anni.
Leggendo l’ Iliade (come) per la prima volta [1]
Violento, sgargiante, squarcio
una creatura dilaniata arranca per alzarsi, correre
con il ventre che cola
Il sangue rende tutto più reale
pulsa nel braccio armato d’asta come nel
collo del cecchino l’attimo
presente – Ora! – prima di
far fuori i bastardi
*
Splendore in nero e ocra su un’urna greca
Bellezza come verità
Il mare come sfondo
battuto da nere navi lunghi-remi
a riva carri scudi gambe muscolose dai buoni schinieri
cavalli che impennano Bellezza! carne prima della cancrena
*
Dei dalla mente cangiante corrono avanti e indietro Inganno [2]
una figlia afferrata per i capelli scagliata per confondere uomini
Tutto qui è conflitto ed è chiamato destino dell’uomo
*
Gloria orrenda: ferite spalancate
nutrono mosche enormi
Zoccoli sdrucciolano su smalto di sangue
I cavalli distolgono il capo
versando lacrime equine [3]
Bellezza?
un muro con i nomi dei caduti
da entrambe le parti appassionata imparzialità
.
.
[1 Cfr. Simone Weil, L’ Iliade o il poema della forza (traduzione di Francesca Rubini, a cura di Alessandro di Grazia, Asterios, Trieste 2012), p. 39: «Chi aveva sognato che, grazie al progresso, la forza appartenesse ormai al passato, ha potuto scorgere in questo poema solo un documento; chi invece, oggi come allora, individua nella forza il centro di ogni storia umana, trova qui il più bello, il più puro degli specchi.»
[2 Cfr. Iliade, XIX 91-130: «Ate è la figlia maggiore di Zeus, che tutti fa errare, / funesta; essa ha piedi molli; perciò non sul suolo / si muove, ma tra le teste degli uomini avanza, / danneggiando gli umani: un dopo l’altro li impania… pena acuta colpì Zeus nel petto profondo, / e subito afferrò Ate, che tutti fa errare: / dicendo questo la scagliò giù dal cielo stellato, / roteandola con la mano; e giunse subito nei campi degli uomini» (versione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 1950).
[3 Cfr. Iliade, XVII 426-440: «Ma i cavalli d’Achille fuori della battaglia / piangevano, da che avevano visto l’auriga / caduto nella polvere sotto Ettore massacratore… così restavano immobili, col carro bellissimo, / in terra appoggiando le teste; e lacrime calde / cadevano loro giù dalle palpebre, scorrevano in terra; piangevano, / nel desiderio del loro auriga; e si sporcavano la ricca criniera / cadendo dal soggolo, di qua e di là lungo il giogo» (versione di Rosa Calzecchi Onesti, cit.).
[N.d.A.]
.
.
Benjamin rivisitato
L’angelo
…della storia è
volato via
.
ora incontra l’usciere
…….giù
nel seminterrato che
………….a petto nudo fuma
.
ha il compito di attizzare
…il cosiddetto passato
……nel cosiddetto presente
.
.
In quarto
1.
Chiamatemi Sebastiano, frecce piantate su tutta
la mappa dei miei campi di battaglia. Maratona.
Wounded Knee. Vicksbug. Gerico.
Battaglia dell’Overpass.
Vittorie rivoltate
Ma nessuna resa
Cimiteri di rimorso
Il campione sconfitto singhiozza
Spettri accorrono per nascondergli le lacrime
2.
Nessuno scrive liriche su un campo di battaglia
Su una mappa trapunta di frecce
Ma io credo di potere se solo striscio
Nella mia tenda fingendo di
Ripiumare le mie frecce
Vengo subito! grido
Quando arrivano con balestre e fosforo bianco
Ad arruolarmi
Rannicchiata sui miei abbozzi
Per paura che mi scoprano
E mi sparino
3.
Appoggi la guancia sulle mie medaglie, attraverso ascolti il mio cuore
Dottore, riesce a vedermi se sono nudo?
Ho trascorso più tempo qui che al fronte
Nessuno viene se non di rado e non so nemmeno per cosa
Ho raggiunto quel deserto come molti prima
Addii e fede e speranza di non morire
Speranza di non morire e cosa era la vita
Che pensavamo ci aspettasse dopo
Posi lo stetoscopio rispolveri le sue abilità
Dottore riesce a vedermi quando sono nudo?
4.
Vi racconterò della sirena
Che muta la coda da pesce Prende gambe per danzare
Canta come il mare con la gola strozzata
Lame piantate nella schiena
Ferite a ogni passo
C’è un prezzo
C’è un prezzo
Per ogni dono
E tutti i consigli
Maria Luisa Vezzali (Bologna 1964), docente di Materie letterarie nella scuola superiore, è traduttrice di Adrienne Rich (Cartografie del silenzio, Milano, Crocetti 2000, e La guida nel labirinto, Ibid., 2011; premio per la traduzione dell’Università di Bologna) e Lorand Gaspar (Conoscenza della luce, Roma, Donzelli 2006). Ha curato l’edizione di Saint-John Perse, Anabasi (Raffaelli 2011). In poesia ha pubblicato L’altra eternità (Edizioni del Laboratorio 1987), Eleusi marina (in Terzo quaderno italiano a cura di Franco Buffoni, Guerini e Associati 1992), dieci nell’uno (Eidos 2004, disegni e sculture di Mirta Carroli), lineamadre (Donzelli 2007, premio Anterem/Montano), Forme implicite (Allemandi 2011, con gioielli e disegni di Mirta Carroli). Suoi testi sono tradotti in inglese, spagnolo, francese, tedesco e svedese. E’ comparsa in numerose riviste e antologie.
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-La rivista «Atelier»-
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La rivista «Atelier» ha periodicità trimestrale (marzo, giugno, settembre, dicembre) e si occupa di letteratura contemporanea. Ha due redazioni: una che lavora per la rivista cartacea trimestrale e una che cura il sito Online e i suoi contenuti. Il nome (in origine “laboratorio dove si lavora il legno”) allude a un luogo di confronto e impegno operativo, aperto alla realtà. Si è distinta in questi anni, conquistandosi un posto preminente fra i periodici militanti, per il rigore critico e l’accurato scandaglio delle voci contemporanee. In particolare, si è resa levatrice di una generazione di poeti (si veda, per esempio, la pubblicazione dell’antologia L’Opera comune, la prima antologia dedicata ai poeti nati negli anni Settanta, cui hanno fatto seguito molte pubblicazioni analoghe). Si ricordano anche diversi numeri monografici: un Omaggio alla poesia contemporanea con i poeti italiani delle ultime generazioni (n. 10), gli atti di un convegno che ha radunato “la generazione dei nati negli anni Settanta” (La responsabilità della poesia, n. 24), un omaggio alla poesia europea con testi di poeti giovani e interventi di autori già affermati (Giovane poesia europea, n. 30), un’antologia di racconti di scrittori italiani emergenti (Racconti italiani, n. 38), un numero dedicato al tema “Poesia e conoscenza” (Che ne sanno i poeti?, n. 50).
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