Paolo Genovesi Fotoreportage FIANELLO SABINO(RI)-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Paolo Genovesi Fotoreportage FIANELLO SABINO
FIANELLO SABINO(RIETI): SCRIGNO DI STORIA, LEGGENDA, ARTE E CULTURA-
Comitato Salviamo Fianello
BREVI CENNI STORICI-Comitato Salviamo Fianello–Nell’Abbazia di Farfa è custodito un documento dal quale risulta che nel 1036 d. C. il Castello di Fianello fu “ceduto” all’Abbazia da un certo Berlengario con le quote della moglie Bizanna e delle figlie Susanna ed Erlengarda. Da qui sono scattate, ad opera dell’Associazione Fianello, le ricerche storiche, dalle quali è risultato che, nel Medioevo, Fianello è stato possedimento del Ducato longobardo di Spoleto (591-800 d. C.), poi dei Savelli e, nel Rinascimento, degli Orsini.
Nell’antichità la regione fu abitata dai Sabini e definitivamente sottomessa a Roma nel 290 a. C. . Dopo Costantino fu annessa alle provincie di Tuscia ed Umbria. Dal 591 d. C. l’intera Sabina fu controllata stabilmente dai Longobardi del ducato di Spoleto. Le prime incursioni dei Saraceni in Sabina si ebbero nell’877, cui seguirono quelle degli Ungari finchè, all’inizio dell’anno 1000 incominciò, per motivi di difesa, il fenomeno dell’incastellamento quando i borghi si insediano sulle cime più elevate, intorno ad un castello e ad una chiesa, e tutto il territorio circostante viene quasi a far da corona a quelle alture fortificate e piene di vita.
Prima di giungere al paese si trova sulla destra il cimitero, addossato alle rovine della chiesa romanica di S. Maria. Nel 1950, eseguendosi lavori per l’apertura di una strada di accesso, si scoprì una fossa entro cui, gettate alla rinfusa, c’erano numerose sculture. Erano tutte incrostate di calce, per cui l’ipotesi più probabile è che, al tempo della costruzione della chiesa, il materiale marmoreo della villa antico-romana sia stato adoperato per fare calce.
Di queste statue, attualmente conservate a Roma, se ne sono interessati alcuni autori: Andreae Bernard “Statuette einer Tanzerin ans Fianello Sabino” (Mainz 1962); D. Faccenna “Rinvenimento di un gruppo di sculture” in Fianello Fraz. di Montebuono (1951).
Nel 1997, la studiosa tedesca Christiane Vorster, ha tenuto una conferenza su tali statue datandole intorno al 100 a. C.
Sul retro della chiesa di S. Maria, ancora esiste la ghiera di uno speco dell’acquedotto antico romano che adduce tutt’ora acqua “saluberrima” da una sorgente lontana circa mezzo chilometro.
La formazione del borgo di Fianello risale al periodo medioevale. Le fortificazioni erano surrogate da una cintura di case addossate le une alle altre; gli abitanti delle quali andavano a costituire l’anello più estremo dell’organizzazione sociale del borgo. E’ evidente l’estrema aderenza dell’abitato alla situazione geomorfologica del terreno: struttura anulare, pseudoconcentrica, il cui margine era abitato dai soggetti più umili e le cui fasce più interne dai cittadini via via più vicini ai gentili. Il borgo è arroccato su un colle di media altezza, un centinaio di metri rispetto al fondovalle.
La struttura urbanistica, chiusa da due porte, non presenta le smagliature assai frequenti negli abitati medievali italiani dove, man mano che la popolazione aumentava, si occupavano anche i versanti dei colli.
Fianello, secondo il Tomassetti, -“delizioso castello posto in una valle con fecondo territorio e buoni fabbricati”- possedeva un monte dei pegni ed un monte frumentario ed una Fondazione per l’Ospedale, la cui attività consisteva nel distribuire pane a tutte le famiglie il giorno del sabato santo. Questa enorme quantità di pane veniva cotta nel Forno Monumentale, ancora esistente e funzionante.
La chiesa di S. Giovanni Battista, difronte al Palazzo, è stata edificata su altra preesistente d’impianto tardo romanico. All’interno vi sono quadri restaurati dalle Belle Arti ed una statua lignea della Madonna del 1600.
Il Palazzo sorge su un lato della piazza, che è l’unico slargo topograficamente definito in tutto il piccolo abitato. Una piazza che, malgrado le sue ristrettissime dimensioni (è larga appena una decina di metri), riassume in sè tutti i simboli cardine della gerarchia medievale. Infatti è presente sul lato opposto la chiesa, ricostruita nel 1571 e la Torre medievale longobarda, che prima era forse isolata ed aveva funzioni difensive e cultuali, raro esemplare di torre pentagonale con volta a vela (sec. VI°-VII° d. C.).
Il primo nucleo del palazzo è databile tra l’XI e XII secolo, mentre la rimanente parte, unita alla prima mediante un sovrappasso, è databile intorno alla fine del 1500, come si evince anche dal portale che è chiaramente rinascimentale, tuttora in ottimo stato di conservazione.
Gli scantinati, voltati a botte o a crociera, presentano ancora i segni della loro primitiva utilizzazione: depositi di olio e vino, che venivano lavorati negli stessi ambienti (buche scavate nel terreno e rivestite di laterizi).
Fianello possedeva alcuni frantoi ove si produceva l’olio con macine in pietra mosse dall’asino (ne restano due).
L’atto di cessione di Fianello all’abbazia di Farfa fu formalizzato nel 1036 ed è conservato negli archivi dell’Abbazia, ove risultò registrato per pochi anni. Poi, Fianello riappare nella documentazione nel 1191 soggetto al Papato, cui versava un censo annuo. Ma il cattivo governo dei rettori pontifici portò vari paesi della Sabina alla ribellione (Fianello 1352, Rieti 1375): i territori ribelli furono messi al sacco.