Frida Kalho -Viva la vida, il sogno e la rivoluzione-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Frida Kalho -Viva la vida, il sogno e la rivoluzione-
-Articolo di Sara Rotondi-
Frida Kalho:“L’amore? Non so. Se include tutto, anche le contraddizioni e i superamenti di sé stessi, le aberrazioni e l’indicibile, allora sì, vada per l’amore. Altrimenti, no”. Frida Kalho
Una delle più grandi pittrici del Ventesimo secolo: la ‘pintora mexicana’ per eccellenza, intensa, meravigliosa e potente. Quelli della sua generazione potrebbero tracciare un diagramma della loro vita. A Palazzo Albergati di Bologna entra Frida Kahlo al secolo Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907 – Coyoacán,13 luglio 1954). La mostra su Frida inaugurata lo scorso 19 novembre, sarà visibile fino al prossimo marzo 2017. Che dire, imperdibile.
Ritratti, autoritratti, la storia dell’artista a tutto tondo che si fonde in maniera inscindibile con la storia della donna. E accanto a lei, a fare da sfondo, gli uomini (e le donne) di Frida: su tutti, il pittore e ‘muralista’ Diego Rivera e la cantante Chavela Vargas che alla veneranda età di 83 anni calcola di aver bevuto più di 45 mila litri di tequila. I grandi amor fou.
Lungi dal ripercorrere la biografia, tracciamo una linea ‘umile’ sul suo grande spessore umano e intellettuale. Dai suoi ideali di amore (quelli veri lontani da beceri romanticismi) all’amore per la libertà.
- Ciò che l’acqua mi ha dato. Intensa e piena di passione la sua carriera pittorica, in cui la sua opera non è circoscritta alla semplice narrazione di eventi, ma è anche ricerca interiore. Opere che si uniscono con la tradizione messicana e con il surrealismo. Andrè Breton, in occasione di una mostra a Parigi nel 1939 afferma che Frida è “una surrealista creatasi con le proprie mani e un raro punto di contatto tra l’ambito artistico e quello politico, che speriamo un giorno si possa fondere in un’unica coscienza rivoluzionaria” [1]. Un surrealismo che emerge nel quadro Ciò che l’acqua mi ha dato: immagini di paura, sessualità, memoria e dolore fluttuano nell’acqua di una vasca da bagno, dalla quale affiorano le gambe dell’artista.
Morte e ciclo dell’esistenza. Nella sua opera emerge il dolore, l’erotismo represso (segno di vitalità immune e repressione borghese), subconscio ma anche morte. Citiamo una delle sue opere più famose dove il concetto dell’inazione collegata alla morte è intenso e struggente. Il sogno (1940) Frida Kahlo dorme e lo scheletro è sveglio, vigile. Intorno ci sono delle nuvole, il sonno di Frida è tranquillo, mentre su di lei crescono delle piante che rappresentano la vita. Per l’artista la morte è una rinascita, forma di ringraziamento per la vita e una sorta di celebrazione del ciclo vitale dell’esistenza. La morte è quindi un processo, un cammino verso qualcosa d’altro.
- Autoritratto con i capelli tagliati. Fervida femminista, in un dipinto del 1940 affiora il sui ideale di donna con una vera e propria esegesi della definizione culturale delle donne. Adottando trasgressivamente alcuni elementi dell’esteriorità maschile, denuncia apertamente come il potere sia una sorta di travestimento.
Avventura, passione, tequila, e revolución: spirito politico e comunismo. Non solo pittrice, ma anche grande attività per gli ideali libertari dell’epoca. Frida è una comunista convinta che si è battuta contro le ingiustizie e l’omogeneità del sistema: nel 1928 diventa un’attivista del Partito Comunista Messicano per sostenere la lotta di classe armata partecipando a numerose manifestazioni con adeguato physique du rôle.
L’amore come essenza della vita: Ti meriti un amore “Non so scrivere lettere d’amore” affermava Frida Kahlo. Ma in realtà poche donne hanno saputo giocare con le parole e le emozioni come ha fatto lei. Il tutto in un lirismo struggente. “Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo” scrive in una splendida missiva a Josè Bartoli nel 1946. L’amore, quello passionale, quello unico, quello che ti crea dipendenza anche quando si trasforma in sofferenza: “Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti, che ti appoggi quando fai la ridicola, che rispetti il tuo essere libera, che ti accompagni nel tuo volo, che non abbia paura di cadere. Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie che ti porti il sogno, il caffè e la poesia”.
Tutto questo e Frida: amore e rivoluzione.
Opere:
- Autoritratto con vestito di velluto – (1926) – collezione privata
- Autoritratto – (1926)
- Ritratto di Alicia Galant – (1927) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Ritratto di Miguel N. Lira – (1927) – Instituto Tlaxcalteca de Cultura, Tlaxcala
- L’autobus – (1929) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Autoritratto – (1930)
- Autorretratto con mono (autoritratto con scimmia) – (1930) – Albright-Knox Art Gallery, Buffalo (New York)
- Frida e Diego – (1931) – San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco
- Ritratto di Eva Frederick – (1931) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Ritratto di Luther Burbank – (1931) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Ospedale Henry Ford (o Il letto volante) – (1932) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Autoritratto al confine tra Messico e Stati Uniti – (1932)
- La mia nascita – (1932)
- Il mio vestito è appeso là (o New York) – (1933)
- Qualche piccola punzecchiatura – (1935) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- I miei nonni, i miei genitori e io – (1936)
- Autoritratto dedicato a Lev Trockij – (1934) – National Museum of Women in the Arts, Washington D.C.
- Frida e l’aborto – (1936) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Il piccolo defunto Dimas Rosas all’età di tre anni – (1937) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- La mia balia e io – (1937) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Ricordo – (1937)
- Ciò che ho visto nell’acqua e ciò che l’acqua mi ha dato – (1938)
- I frutti del cuore – (1938)
- Il cane itzcuintli con me – (1938)
- Quattro abitanti del Messico – (1938)
- Due Nudi nella Giungla (La Terra Madre) – (1939) – Collezione Privata
- Il suicidio di Dorothy Hale – (1939) – Phoenix Art Museum, Phoenix
- Le due Frida – (1939) – Museo de Arte Moderno, Città del Messico
- Autoritratto con collana di spine – (1940)
- Autoritratto con i capelli tagliati – (1940) – Museum of Modern Art, New York
- Autoritratto con scimmia – (1940)
- Autoritratto per il Dr. Eloesser – (1940)
- Il sogno (o Il letto) – (1940)
- Cesto di fiori – (1941)
- Io con i miei pappagalli – (1941)
- Autoritratto con scimmia e pappagallo – (1942)
- Autoritratto con scimmie – (1943)
- La novella sposa che si spaventa all’aprirsi della vita – (1943)
- Retablo – (1943 circa)
- Ritratto come una Tehuana (o Diego nel mio pensiero) – (1943)
- Pensando alla morte (1943) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Radici (1943) – Collezione privata
- Diego e Frida 1929-1944 – (1944)
- Fantasia – (1944) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Il fiore della vita – (1944) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- La colonna spezzata – (1944) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Ritratto di Donna Rosita Morillo – (1944) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Il pulcino – (1945) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- La maschera – (1945) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Mosè (o Il nucleo solare) – (1945)
- Ritratto con scimmia – (1945) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Senza speranza – (1945) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Il piccolo cervo – (1946)
- Autoritratto con i capelli sciolti – (1947)
- Albero della speranza mantieniti saldo – (1946)
- Il sole e la vita – (1947)
- Autoritratto – (1948)
- Diego e io – (1949) – Collezione privata
- L’abbraccio amorevole dell’universo, la terra, Diego, io e il signor Xolotl – (1949)
- Autoritratto con ritratto del Dr. Farill – (1951)
- Ritratto di mio padre – (1951) – Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
- Perché voglio i piedi se ho le ali per volare – (1953) – Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
- Autoritratto con Diego nel mio Cuore – (1953-1954) – Collezione Privata
- Autoritratto con Stalin (o Frida e Stalin) – (1954 circa) – Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
- Il cerchio – (1954 circa) – Museo Dolores Olmedo Patiño, Città del Messico
- Il marxismo guarirà gli infermi – (1954 circa) – Museo de Frida Kahlo, Città del Messico
- Viva la vita – (1954) – Museo de Frida Kahlo, Città del Messico.
Note:
[1] In Andrè Breton, Le Surréalisme et la Peinture, Éditions Gallimard, Parigi 1965; tr. it. di Ettore Capriolo, Il Surrealismo e la Pittura, Marchi Editore, Firenze 1966, “Frida Kahlo”, p. 143.
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