Anton Semenovič Makarenko-Poema pedagogico-Introduzione di Lucio Lombardo Radice-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Anton Semenovič Makarenko-Poema pedagogico-
-Introduzione di Lucio Lombardo Radice-
-Editori Riuniti Roma-
Descrizione
«Nel settembre 1920, il direttore dell’Ufficio provinciale mi fece chiamare e mi disse…» Così ha inizio il Poema pedagogico. Nella conversazione di quel giorno con il direttore dell’Ufficio provinciale dell’Istruzione popolare Anton Semënovič Makarenko prese una decisione di incalcolabile importanza non solo per la sua vita personale, ma per la nascente pedagogia sovietica: accettò di andare in missione “in prima linea” sul fronte pedagogico, accettò di fondare e dirigere una colonia per la rieducazione di delinquenti minorenni. Ebbe così inizio quella straordinaria esperienza che il protagonista giustamente volle chiamare un poema pedagogico: anni e anni di sforzi e di sacrifici, di creazione nel lavoro pratico e nell’approfondimento teorico, che il lettore seguirà – ne siamo certi – con tesa attenzione dal primo all’ultimo giorno. E, giunto alla fìne, desidererà sapere qualcosa di più sull’eroe del poema, vorrà conoscere gli inizi e gli sviluppi della sua intensa attività creatrice, della quale la Colonia Gor’kij è pur sempre un momento, anche se forse il più appassionante, e certo quello decisivo: il punto di svolta di una vita. Chi era il giovane maestro che, in quel giorno di settembre del 1920, accettò quasi senza esitazione il difficilissimo compito che gli veniva proposto? Anton Makarenko aveva allora trentadue anni. Era nato il 1° marzo 1888 a Bielopol, centro operaio nella provincia di Kharkov, in Ucraina. Suo padre, Sëmen Grigor’evič, lavorava come capo verniciatore nelle officine ferroviarie di Bielopol. Sua madre, Tatiana Mikhailovna, era anch’essa una semplice donna del popolo. Padre e madre avevano dovuto lavorare sin dall’infanzia e non erano andati al di là delle prime classi elementari. […]
«Che i genitori siano esigenti verso se stessi, che abbiano rispetto per la famiglia, che si controllino a ogni passo, ecco il primo e principale metodo di educazione!», egli ha certamente davanti agli occhi la figura di suo padre e quella di sua madre, l’ordine e la nettezza della modesta casa operaia della sua infanzia, “pulizia morale” della sua famiglia operaia.
dall’Introduzione di Lucio Lombardo Radice
Formato 17×24 cm., copertina con alette, 512 pagine.
Introduzione di Lucio Lombardo Radice.
Traduzione di Leonardo Laghezza.
Stampato con carta certificata FSC.
Pubblicato a giugno 2022.
INDICE
Introduzione
Bibliografia
Parte prima
1. Una conversazione con il direttore dell’Ufficio Provinciale dell’Istruzione Popolare
2. Esordio inglorioso della colonia Gor’kij
3. Bisogni elementari
4. Un’operazione di carattere interno
5. Affari di importanza statale
6. La conquista del serbatoio
7. Uno più uno meno…
8. Carattere e cultura
9. “Ci sono ancora cavalieri in Ucraina”
10. I benemeriti dell’educazione sociale
11. Il trionfo della seminatrice
12. Bratcenko e il commissario distrettuale per l’alimentazione
13. Ossadcii
14. Il calamaio della pace
15. Il nostro è il più bello
16. Hafersuppe
17. La punizione di Sciarin
18. Ci “avviciniamo” ai contadini
19. Il giuoco dei pegni
20. A proposito di ciò che è vivo e di ciò che è morto
21. Vecchi scorbutici
22. Un’amputazione
23. Semi selezionati
24. Il tormento di Sёmen
25. Pedagogia del “comandante”
26. I mostri della seconda colonia
27. Come conquistammo la Gioventù comunista
28. Cominciano le fanfare
Parte seconda
1. Una brocca di latte
2. Otcenasc
3. Le dominanti
4. Il teatro
5. Educazione da kulak
6. Le frecce di Cupido
7. L’arrivo dei complementi
8. Il nono e il decimo reparto
9. Il quarto reparto misto
10. Matrimonio
11. Lirica
12. Autunno
13. Smorfie d’amore e di poesia
14. “Non guaire!”
15. Gente difficile
16. Zaporogie
17. Come si deve contare
18. Esplorazione di guerra
Parte terza
1. I chiodi
2. Il reparto misto d’avanguardia
3. Vitaccia
4. “Tutto va bene”
5. Idillio
6. Cinque giorni
7. Il trecentosettantatré bis
8. Gopak
9. Trasfigurazione
10. Alle pendici dell’Olimpo
11. Il primo covone
12. La vita continua
13. “Aiutate il ragazzo!”
14. Ricompense
15. Epilogo
Biografia di Anton Semenovič Makarenko (1888 – 1939) fu uno dei fondatori della pedagogia sovietica, promosse idee e principi democratici nelle sue teorie educative e nella pratica. Elaborò la teoria dei collettivi autogestiti e introdusse il concetto di lavoro produttivo nel sistema educativo.
Anton Semenovič Makarenko -Pedagogista sovietico nato a Belopol′e, Char′kov, il 10 marzo 1888, morto a Mosca il 1° aprile 1939. Maestro elementare dal 1905, direttore didattico dal 1917; in contrasto con i pedagogisti del suo paese, ancora legati al sistema dell'”educazione libera”, il M. propugnò una “pedagogia della lotta”, cioè una forma di educazione autoritaria per la formazione dell’uomo sovietico. Quando gli fu affidata la direzione di quella che egli stesso più tardi denominò “Colonia di lavoro Gor′kij”, sorta nel 1920 presso Poltava, per la rieducazione dei bezprizornye, ragazzi che la guerra e la rivoluzione avevano abbandonato “senza tutela”, i sistemi estremamente rigidi usati dal M. gli procurarono molte critiche e avversioni, cosicché, nonostante i buoni risultati ottenuti e gli elogi di M. Gor′kij, il M. nel 1928 fu allontanato dalla “Colonia Gor′kij”. Tuttavia il M. fu successivamente chiamato a dirigere la “Comune Feliks Dzeržinskij”, in un sobborgo di Char′kov.
Trattando della sua esperienza alla “Colonia Gor′kij”, in Pedagogičeskaja poema (“Poema pedagogico”, in 3 parti, 1933-35; trad. ital., Roma 1952), l’opera sua maggiore, il M. sostiene che la rieducazione dei ragazzi traviati è possibile attraverso un ricondizionamento capace di immetterli in un’autentica e impegnativa esperienza sociale. Questa si può realizzare, secondo il M., con la costituzione di una comunità di ragazzi, nella quale essi, attendendo con rigida disciplina, spirito di emulazione personale e di squadra, a un lavoro produttivo e salariato, fonte del materiale sostentamento della comunità, ritraggano il senso e il valore del “collettivo”. Negli ultimi anni di vita del M., avendo il sistema dell'”educazione libera” perso totalmente credito presso le autorità scolastiche sovietiche, i principî makarenkiani vennero adottati ufficialmente.
Altre opere notevoli del M. sono: Marš tridcatogo goda (“La marcia dell’anno ’30”, 1932; trad. ital., Roma 1960); Kniga dlja roditelej (“Il libro per i genitori”, 1937); Lekcii o vospitanii detej (“Lezioni sull’educazione dei figli”, 1937; trad. ital., col titolo di Consigli ai genitori, Roma 1950), chiarimento del suo concetto di autorità in educazione; Flagi na bašnjach (“Bandiere sulle torri”, 1938; trad. ital. 2 voll., Roma 1955), che tratta delle sue esperienze nel campo dell’educazione dei ragazzi normali in una società socialista; Problema škol′nago sovetskogo vospitanija (“Pedagogia scolastica sovietica”; trad. ital., Roma 1960), compendio di lezioni tenute dal M. nel 1938, intese a combattere le concezioni e i metodi individualistici nell’educazione, a favore dell’educazione comunitaria. Le opere del M. sono state raccolte in 7 voll., Mosca 1950-52.
Bibl.: A. Kaminski, La pedagogia sovietica e l’opera di A. M., Roma 1952; I. Lezine, A. S. M., pédagogue soviétique, Parigi 1954; D. Bertoni Jovine, La pedagogia di M., in Belfagor, 1955, n. 4, pp. 405-47; P. Braido, A. S. M., Brescia 1959; F. Lilge, A. S. M. e la società sovietica, in I problemi della pedagogia, 1959, nn. 2-3, pp. 587-600, n. 4, pp. 748-888.
Fonte –Enciclopedia TRECCANI.IT