Adrienne Rich-femminista e poetessa politica americana-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Poesie di Adrienne Rich-femminista e poetessa politica americana
Poesie di Adrienne Rich
Una notte chiara
se la mente fosse semplice,
se la mente fosse nuda di tutto
se fosse chiara la mente
tranne che delle necessità più antiche:
cucchiaio di legno coltello specchio
tazza lampada scalpello
un pettine che passa tra i capelli accanto a una finestra
un lenzuolo
gettato via nel sonno
Una notte chiara in cui due pianeti
sembrano avvinghiarsi l’uno all’altro in cui l’erba
terrestre
si muove come seta nella luce stellare
Se la mente fosse
chiara
se la mente fosse semplice potresti prendere questa
mente
questo particolare stato e dire
Così vivrei se potessi scegliere:
questo è ciò che è possibile
Una notte chiara.
Ma la mente
della donna che immagina tutto questo
la mente
che rende tutto questo possibile
non è chiara come la notte
non è mai semplice
non può abbracciare
le sue verità come si abbracciano i pianeti in transito
non così facilmente
si libera dal rimorso
non così facilmente
compie il miracolo
per cui la mente è famosa
o era famosa
non diventa astratta e pura a comando
la mente di questa donna
non desidera neppure quel miracolo
ha una diversa missione
nell’universo
Se la mente fosse semplice
se la mente fosse nuda
potrebbe assomigliare a una stanza
un interno pulito
ma come potrebbe essere possibile ora
date le voci delle città- fantasma
le loro minute, vaste configurazioni
che attendono di essere decifrate
la notte oracolare
densa di suoni
Se potesse mai ridursi a qualcosa di simile
a un pettine che passa tra i capelli accanto a una finestra
niente di più
un lenzuolo
gettato via nel sonno
ma la mente
della donna che pensa questo
è avvolta nella battaglia
occupata da una diversa missione
uno stelo d’erba secca erba piumosa radicata nella neve
che si agita nell’aria gelida una bacchetta fiera
che disegna grafici
Anche il dito scorre
su pagine di un libro
ha più buon senso della poesia che legge
conosce attraverso la poesia
attraverso i vetri piumati di ghiaccio
l’inverno
che contrae gli artigli
il vento-falco
pronto ad uccidere.
Esplorando il relitto (1972)
Dopo aver letto il libro di leggende
e caricato la macchina fotografica
e controllato il filo del coltello,
indosso
l’armatura di gomma nera
le assurde pinne
la maschera solenne e goffa.
Devo farlo
non come Cousteau con la sua
squadra assidua
a bordo del veliero inondato di sole
ma qui da sola.
C’è una scaletta.
La scaletta è sempre là
a pendere innocente
sul fianco del veliero.
Sappiamo a cosa serve
noi che l’abbiamo usata.
Altrimenti è una scoria che galleggia sul mare
solo un pezzo di attrezzatura.
Scendo.
Piolo dopo piolo e tuttavia
l’ossigeno mi immerge
la luce blu
gli atomi sottili
della nostra aria umana.
Scendo.
Le pinne mi impacciano,
striscio come un insetto giù per la scala
e non c’è nessuno a dirmi
quando comincerà
l’oceano.
All’inizio l’aria è blu e poi
un blu più intenso e poi è verde poi
nera vedo nero eppure
la mia maschera è potente
pompa il sangue con forza
il mare è un’altra cosa
il mare non è una questione di potere
devo imparare da sola
a muovere il mio corpo senza sforzo
nell’ elemento profondo.
E ora: è facile dimenticare
perché sono venuta
tra i tanti che hanno sempre
vissuto qui
agitando le loro code merlate
tra gli scogli
inoltre
quaggiù il respiro è diverso.
Sono venuta a esplorare il relitto.
Le parole sono intenzioni.
Le parole sono mappe.
Sono venuta a vedere il danno compiuto
e i tesori che persistono.
Passo il raggio della torcia
lentamente sui fianchi
di una cosa più eterna
dei pesci e delle alghe
la cosa per cui sono venuta:
il relitto e non la storia del relitto
la cosa in sé, non la leggenda
il viso affondato rivolto sempre
al sole
i segni del danno
consumati dal sale e dal rollio in questa bellezza logora
le costole della rovina
che macerano la loro protesta
tra gli intrusi esitanti.
Questo è il luogo.
E io sono qui, la sirena e le onde nere
dei suoi capelli, il tritone nella sua armatura
Giriamo in silenzio
attorno al relitto
sprofondiamo nella stiva.
Sono lei: sono lui
il cui viso affondato a occhi aperti dorme
il cui petto sopporta ancora la fatica
il cui carico d’oro, argento e rame riposa
al buio nelle casse
sprofondate mezze marce
siamo gli strumenti semidistrutti
che una volta tenevano in rotta
il giornale di bordo smangiato dall’acqua
la bussola incrostata
Siamo, sono, sei
per viltà o coraggio
l’essere che ritroviamo la via sin qui
fino a questa scena,
con un coltello, una macchina fotografica,
un libro di leggende
in cui
il nostro nome non compare.
Biografia di Adrienne Rich, femminista e poetessa politica-
Adrienne Rich è nata il 16 maggio 1929 a Baltimora, nel Maryland. Ha studiato al Radcliffe College, laureandosi Phi Beta Kappa nel 1951. Quell’anno il suo primo libro, “A Change of World”, è stato selezionato da W.H. Auden per la serie Yale Younger Poets. Man mano che la sua poesia si sviluppava nei successivi due decenni, iniziò a scrivere versi più liberi e il suo lavoro divenne più politico.
Adrienne Rich sposò Alfred Conrad nel 1953. Vivevano in Massachusetts e New York e avevano tre figli. La coppia si separò e Conrad si suicidò nel 1970. In seguito Adrienne Rich uscì come lesbica. Ha iniziato a vivere con la sua compagna, Michelle Cliff, nel 1976. Si sono trasferiti in California negli anni ’80.
Primi anni di vita
Adrienne Rich è nata il 16 maggio 1929 a Baltimora, nel Maryland. Ha studiato al Radcliffe College, laureandosi Phi Beta Kappa nel 1951. Quell’anno il suo primo libro, “A Change of World”, è stato selezionato da W.H. Auden per la serie Yale Younger Poets. Man mano che la sua poesia si sviluppava nei successivi due decenni, iniziò a scrivere versi più liberi e il suo lavoro divenne più politico.
Adrienne Rich sposò Alfred Conrad nel 1953. Vivevano in Massachusetts e New York e avevano tre figli. La coppia si separò e Conrad si suicidò nel 1970. In seguito Adrienne Rich uscì come lesbica. Ha iniziato a vivere con la sua compagna, Michelle Cliff, nel 1976. Si sono trasferiti in California negli anni ’80.
Poesia politica
Nel suo libro “What Is Found There: Notebooks on Poetry and Politics”, Adrienne Rich ha scritto che la poesia inizia con l’attraversamento delle traiettorie di “elementi che altrimenti non avrebbero potuto conoscere la simultaneità”.
Adrienne Rich è stata per molti anni un’attivista a favore delle donne e del femminismo, contro la guerra del Vietnam e per i diritti degli omosessuali, tra le altre cause politiche. Sebbene gli Stati Uniti tendano a mettere in discussione o rifiutare la poesia politica, ha sottolineato che molte altre culture considerano i poeti una parte necessaria e legittima del discorso nazionale. Ha detto che sarebbe stata un’attivista “per il lungo raggio”.
Movimento di liberazione femminile
La poesia di Adrienne Rich è stata vista come femminista dalla pubblicazione del suo libro “Istantanee di una nuora” nel 1963. Ha definito la liberazione delle donne una forza democratica. Tuttavia, ha anche affermato che gli anni ’80 e ’90 hanno rivelato più modi in cui la società degli Stati Uniti è un sistema dominato dagli uomini, lungi dall’aver risolto il problema della liberazione delle donne.
Adrienne Rich ha incoraggiato l’uso del termine “liberazione delle donne” perché la parola “femminista” potrebbe facilmente diventare una semplice etichetta o potrebbe causare resistenza nella prossima generazione di donne. Rich è tornato a usare la “liberazione delle donne” perché solleva la domanda seria: la liberazione da cosa?
Adrienne Rich ha elogiato l’aumento di coscienza del femminismo primitivo. L’aumento della consapevolezza non solo ha portato i problemi in primo piano nella mente delle donne, ma ciò ha portato all’azione.
Il vincitore del premio
Adrienne Rich ha vinto il National Book Award nel 1974 per “Diving Into the Wreck”. Ha rifiutato di accettare il premio individualmente, invece di condividerlo con i compagni nominati Audre Lorde e Alice Walker. Lo hanno accettato a nome di tutte le donne di tutto il mondo che sono messe a tacere da una società patriarcale.
Nel 1997, Adrienne Rich ha rifiutato la National Medal for the Arts, affermando che l’idea stessa dell’arte, poiché sapeva che era incompatibile con la politica cinica dell’amministrazione Bill Clinton.
Adrienne Rich è stata finalista del Premio Pulitzer. Ha anche vinto numerosi altri premi, tra cui la Medal for Distinguished Contribution to American Letters della National Book Foundation, il Book Critics Circle Award per “The School Among the Ruins: Poems 2000-2004”, il Lannan Lifetime Achievement Award e il Wallace Stevens Award , che riconosce “eccezionale e comprovata padronanza nell’arte della poesia”.
Citazioni ricche di Adrienne
- La vita sul pianeta nasce dalla donna.
- Le donne di oggi
Nato ieri
Trattare con domani
Non ancora dove stiamo andando
Ma non ancora dove eravamo. - Le donne sono state le persone veramente attive in tutte le culture, senza le quali la società umana sarebbe morta da molto tempo, anche se la nostra attività è stata spesso per conto di uomini e bambini.
- Sono una femminista perché mi sento in pericolo, psichicamente e fisicamente, da questa società e perché credo che il movimento delle donne stia dicendo che siamo arrivati al limite della storia quando gli uomini – nella misura in cui sono incarnazioni dell’idea patriarcale – hanno diventare pericoloso per i bambini e altri esseri viventi, inclusi essi stessi.
- Il fatto più notevole che la nostra cultura imprime sulle donne è il senso dei nostri limiti. La cosa più importante che una donna può fare per un’altra è illuminare ed espandere il suo senso di possibilità reali.
- Ma essere un essere umano femminile che cerca di adempiere alle tradizionali funzioni femminili in modo tradizionale è in conflitto diretto con la funzione sovversiva dell’immaginazione.
- Fino a quando non conosciamo i presupposti in cui siamo inzuppati, non possiamo conoscere noi stessi.
- Quando una donna dice la verità, sta creando la possibilità di avere più verità intorno a lei.
- La menzogna si fa con le parole e anche con il silenzio.
- La falsa storia viene fatta per tutto il giorno, ogni giorno,
la verità del nuovo non è mai nelle notizie - Se stai cercando di trasformare una società brutale in una in cui le persone possano vivere con dignità e speranza, inizi con il potenziamento dei più impotenti.
Costruisci da zero.
- Devono esserci quelli tra i quali possiamo sederci e piangere ed essere ancora considerati guerrieri.
- La donna che dovevo chiamare mia madre era messa a tacere prima di nascere.
- Il lavoratore può sindacalizzare, uscire in sciopero; le madri sono divise le une dalle altre nelle case, legate ai loro figli da legami compassionevoli; i nostri scioperi selvaggi hanno spesso assunto la forma di un esaurimento fisico o mentale.
- Molta paura maschile del femminismo è la paura che, diventando esseri umani interi, le donne cessino di essere madri, per fornire al seno, alla ninna nanna, la continua attenzione associata al bambino alla madre. Molta paura maschile del femminismo è l’infantilismo: il desiderio di rimanere il figlio della madre, di possedere una donna che esiste puramente per lui.
- Come abbiamo abitato in due mondi le figlie e le madri nel regno dei figli.
- Nessuna donna è davvero un addetto ai lavori nelle istituzioni generate dalla coscienza maschile. Quando ci permettiamo di credere di essere, perdiamo il contatto con parti di noi stessi definite inaccettabili da quella coscienza; con la forza vitale e la forza visionaria delle nonne arrabbiate, le sciamane, le fiere donne della guerra delle donne di Ibo, le donne sete che resistono al matrimonio della Cina prerevoluzionale, i milioni di vedove, ostetriche e le donne guaritrici torturate e bruciate come streghe per tre secoli in Europa.
- È esaltante essere vivi in un momento di risveglio della coscienza; può anche essere confuso, disorientante e doloroso.
- La guerra è un fallimento assoluto dell’immaginazione, scientifica e politica.
- Qualunque cosa sia senza nome, non dettata nelle immagini, qualunque cosa sia omessa dalla biografia, censurata in raccolte di lettere, qualunque cosa sia erroneamente definita come qualcos’altro, resa difficile da trovare, qualunque cosa sia sepolta nella memoria dal crollo del significato sotto un linguaggio inadeguato o bugiardo – questo diventerà, non solo non detto, ma indicibile.
- Ci sono giorni in cui i lavori domestici sembrano l’unico sbocco.
- Dormire, girandosi a turno come pianeti
ruotando nel loro prato di mezzanotte:
basta un tocco per farcelo sapere
non siamo soli nell’universo, nemmeno nel sonno … - Il momento del cambiamento è l’unica poesia.
a cura di Jone Johnson Lewis
Opere pubblicate: “A Change of World”, “Immergersi nel relitto”, “Istantanee di una nuora”, “Sangue, pane e poesia”, numerosi libri e poesie di saggistica.
Premi e riconoscimenti: National Book Award (1974), Bollingen Prize (2003), Griffin Poetry Prize (2010)
Sposo (s): Alfred Haskell Conrad (1953-1970); Partner Michelle Cliff (1976-2012)
Bambini: Pablo Conrad, David Conrad, Jacob Conrad