Valentin Gritsenko la tigre dell’Amur è il simbolo di Vladivostok-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Valentin Gritsenko:”Lo sapete che la tigre dell’Amur è il simbolo di Vladivostok dal 1881? Questo favoloso felino è raffigurato sull’emblema della città e ci sono statue e immagini ovunque”.
Vladivostok (in russo Владивосто́к? ascoltaⓘ) è una città della Russia (597.240 abitanti), situata nell’Estremo Oriente russo, capoluogo del territorio del Litorale, in prossimità del confine con Cina e Corea del Nord. È un importante nodo per i trasporti: possiede il più grande porto russo sull’Oceano Pacifico, sede della Flotta del Pacifico, e vi termina la Transiberiana. Dal 2019 è capoluogo del circondario federale dell’Estremo Oriente in sostituzione di Chabarovsk.
Vladivostok venne fondata nel 1859 dal conte Nikolaj Murav’ëv-Amurskij; i russi, compresa subito l’importanza strategica dell’insediamento, fortificarono la città. Nel 1871 venne aperta la linea telegrafica che la univa con Shanghai e Nagasaki. Nello stesso anno venne aperto il porto e vi fu trasferito il quartier generale della Flotta del Pacifico, precedentemente posto a Nikolaevsk-na-Amure. Nove anni dopo le venne garantito lo status di città, mentre nel 1883 venne adottato come stemma cittadino la tigre siberiana.
XIX secolo
Il 31 ottobre 1861 a Vladivostok arrivò il primo colonizzatore civile, il mercante Jacov Semenov. Il 15 marzo 1862 fu firmato l’acquisto del territorio, mentre nel 1870 l’uomo divenne il primo sindaco della nuova città. Nello stesso periodo una commissione del Governo decise che Vladivostok dovesse essere un importante polo portuale dell’Estremo Oriente[3][4].
Nel 1871 vennero spostati a Vladivostok da Nikolaevsk-na-Amure il quartier generale della Flotta Siberiana della Marina russa, il Comando militare ed altri Enti navali. Nel 1880 Vladivostok ottenne lo status di città[4], e negli anni ’90 del XIX secolo avvenne il boom demografico[5] ed economico della città. I fattori che determinarono tale progresso furono il completamento della costruzione della ferrovia Transiberiana e della ferrovia cinese orientale. I dati del primo censimento avvenuto nell’Impero russo il 9 febbraio 1897 attestano che in quel momento nella città risiedevano 28.993 persone, mentre dieci anni dopo la popolazione cittadina era triplicata[5]. Lo sviluppo del commercio internazionale e la forte attività commerciale russa in Corea, Cina e Giappone, portarono alla necessità dell’insediamento nella città di numerosi interpreti. Con il provvedimento del 9 luglio 1899 da parte del Consiglio di Stato dell’Impero russo fu creata a Vladivostok l’Università d’Oriente.
XX secolo
I primi dieci anni del XX secolo furono segnati da una crisi dovuta all’instabilità politica del Paese; la concentrazione dei fondi governativi verso altre regioni del Paese, la ribellione dei boxer del 1900-1901, la guerra russo-giapponese del 1904-1905 e la Rivoluzione d’ottobre del 1917 furono le principali cause di tale situazione economica e sociale nella città.
Con lo scoppio della Rivoluzione russa divenne uno dei centri principali della neonata Repubblica dell’Estremo Oriente e, una volta caduta questa, del governo provvisorio del Priamur’e. In seguito all’intervento in Siberia delle truppe alleate, la città venne occupata da truppe canadesi, cecoslovacche, statunitensi, giapponesi ed anche italiane. Con la presa di Vladivostok da parte dell’Armata Rossa, la guerra civile russa si poté dire conclusa.
Epoca sovietica
Al momento dell’instaurazione del governo bolscevico, la città di Vladivostok era in declino, visto che uscendo dalla città, le truppe nipponiche avevano depredato la maggior parte dei beni materiali. La vita si paralizzò: nelle banche erano assenti le ricchezze monetarie che nel XIX secolo avevano portato la città a un periodo di splendore, l’attrezzatura delle industrie era scomparsa, rivenduta dagli operai. A causa dell’emigrazione e della repressione dei cittadini la popolazione calò vertiginosamente a 106.000 cittadini. Nel 1923 il Governo attuò un piano finalizzato alla ripresa portuale, che nel 1925 divenne il settore più redditizio dell’economia del paese sovietico.
Seconda guerra mondiale
Vladivostok non fu teatro di guerra durante il secondo conflitto mondiale. Tuttavia, durante gli anni di guerra l’allerta fu sempre massima a causa della preoccupazione di un possibile attacco giapponese. La città fu la prima a partecipare al «Fondo della Difesa», consistente nella donazione di oggetti di valore dei cittadini al Governo per l’acquisto di materiale militare.[6]
Dopo la seconda guerra mondiale
Il Consiglio dei ministri dell’URSS mise in discussione un possibile impedimento per gli stranieri a entrare nella città; infatti dopo la seconda guerra mondiale Vladivostok si confermò importante porto della Marina militare sovietica. Oltre all’impossibilità per gli stranieri di solcare il territorio della città dell’Estremo Oriente, fu messa in discussione la chiusura delle ambasciate straniere. Il porto commerciale sarebbe stato spostato a Ussurijsk. Il provvedimento fu attuato il primo gennaio 1952.
Durante gli anni del «disgelo», il Governo rivolse in modo particolare l’attenzione a Vladivostok. La prima visita dell’allora segretario del PCUS Chruščёv avvenne nel 1954.
In quegli anni le infrastrutture cittadine si trovavano in uno stato pessimo. Nel 1959 il leader dell’URSS visitò per la seconda volta la città costiera, questa volta con il compito di parlare con i rappresentanti della città del miglioramento economico e sociale della località. Infatti, il 18 gennaio 1960 venne approvato l’emendamento «Per la realizzazione del miglioramento della città di Vladivostok». Negli anni ’60 viene costruita la linea della filovia e la città diventa un enorme cantiere: nelle zone circostanti la città vennero costruiti nuovi distretti, il centro fu rimodernato.
Nel 1974 Gerald Ford e Leonid Il’ič Brežnev vi firmarono gli accordi SALT.[7]
Il 20 settembre 1991 il presidente dell’RSFSR Boris Elc’in firmò il provvedimento che eliminava il divieto di visita della città da parte di stranieri.[8]
Periodo contemporaneo
Dopo lo scioglimento dell’URSS l’economia cittadina si trasformò da fiorente in quasi inesistente. Furono chiusi gli stabilimenti di produzione militare, provocando un altissimo numero di disoccupati. Negli anni ’90 Vladivostok era il centro del lavoro illegale e del contrabbando. A causa del peggioramento del livello di vita, crollò il tasso di fecondità e si verificò una numerosissima migrazione interna.[9]
All’inizio del XXI secolo si registrò un miglioramento sociale ed economico. Il 4 novembre 2010 Vladivostok fu insignita del titolo di «Città di gloria militare».[10]
Il nuovo sviluppo della città raggiunse un livello importante nel 2012, quando fu ospitata la riunione dell’APEC. Grazie all’evento furono spesi 20 miliardi di dollari per la sostituzione delle vecchie infrastrutture. I progetti più importanti che sono stati realizzati sono la costruzione del ponte «Corno d’oro» e il ponte dell’isola Russkij, un nuovo complesso aereo-ferroviario e dell’Università federale dell’Estremo oriente.
Monumenti e luoghi d’interesse
- Palazzo delle Poste e Telegrafi di Vladivostok
- Faro Tokarevskij, faro situato all’ingresso dello stretto del Bosforo orientale, una delle principali attrazioni turistiche della città