Antonio PINZA-Come è nata la fotografia-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Come è nata la fotografia e come si è sviluppata negli anni-by Antonio PINZA
Ormai scattare una fotografia è un gesto naturale, quotidiano. Basta estrarre dalla propria tasca o borsa lo smartphone ed immortalare un momento in pochi click. Caricando le foto su appositi portali, poi, si possono addirittura creare oggetti personalizzati e quadri su tela. Tuttavia, non è sempre stato così semplice. La fotografia, infatti, ha attraversato diverse fasi nel corso dei secoli.
Dalla prima foto alla dagherrotipia
Il 19 agosto del 1839 è ufficialmente la data di nascita della fotografia. In questa giornata, infatti, la prima macchina fotografica fu presentata in Francia all’accademia delle scienze e delle arti visive. Tuttavia, la prima fotografia in assoluto, venne scattata ben 13 anni prima, da Joseph Nicéphore Niépce. L’uomo, infatti, fu il primo a catturare un’immagine ed anche a fissarla su un supporto (in questo caso una lastra di stagno di 20×25 cm, che ancora oggi è intatta). Nel 1829, Niépce, iniziò un sodalizio con Louis Daguerre al fine di sviluppare questa sua invenzione, ma morì quattro anni dopo, lasciando Daguerre a lavorare a questa innovazione, da cui nacque la dagherrotipia. Con questo termine, si intende una camera oscura dotata di un dorso rimovibile, che conteneva una piastra di rame argentata, sottoposta ad un trattamento con vapori di iodio. Dopo la presentazione della dagherrotipia in Francia, la fotografia si diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo, e sempre più persone facoltose preferirono la fotografia alla realizzazione di quadri su tela. Tuttavia, la stampa sulle lastre risultava essere molto costosa, ed i trattamenti allo iodio e l’utilizzo del mercurio la rendevano dannosa per la salute.
Le tecniche successive
Mentre nel 1840 iniziarono ad aprire diversi studi fotografici, l’inglese William Henry Fox Talbot sviluppò un diverso tipo di stampa, ovvero la calotipia, che prevedeva l’utilizzo della carta invece delle lastre. Tuttavia, anche questa tecnica presentava dei limiti, ed anche in questo caso era impossibile ottenere delle copie delle fotografie. Fu proprio per questo, che alcuni anni dopo (precisamente nel 1851), Frederick Scott Archer sviluppò la procedura del “collodio umido”, che consentiva di riprodurre il negativo nel numero di copie desiderate. Nel 1871, questo sistema venne poi sostituito dalle lastre in gelatina secca, più economiche rispetto al collodio umido. Nel 1875, con la produzione industriale di questo tipo di lastre, finalmente la fotografia divenne alla portata di tutti.
Le fotocamere con rullino
Le lastre vennero definitivamente abbandonate alla fine dell’800, grazie alla diffusione del rullino e, di conseguenza, delle fotocamere a rullino. Fu George Eastman, inventore della compagnia Kodak, a sviluppare la prima macchina fotografica con il rullino, nel 1884. Questo modello, la Kodak nr.1, conteneva 100 fogli arrotolati, e si diffuse rapidamente sul mercato. Un’ulteriore innovazione che contribuì ancora di più a diffondere la tecnica della fotografia, fu l’incapsulatura del rullino. Si trattò di un’innovazione che permise ai fotografi di scattare anche in mobilità. Infatti, i fotografi, potevano in questo modo cambiare il rullino senza dover necessariamente recarsi nel loro studio. Oggigiorno, invece, è possibile stampare le proprie foto e creare dei veri e propri quadri su tela da appendere in casa o in ufficio. Tutto quello che occorre fare è scegliere una foto scattata ad alta risoluzione, scegliere la grandezza della stampa e il gioco è fatto.
La fotografia digitale
Facendo un balzo in avanti di diversi anni, e sorpassando alcune ere come quella delle polaroid, è possibile giungere alla fotografia attuale, ovvero quella digitale. È nel 1975 che un ingegnere americano, ovvero Russell A-Kirsch, progettò il primo scanner digitale. Fu questa tecnologia a porre le basi per lo sviluppo per la fotografia digitale. Nello stesso anno, Steve Sasson realizzò per la compagnia Kodak quella che ora viene considerata la prima antenata delle macchine digitali. Tuttavia, questo prototipo non incontrò il successo sperato, e solo nel 1981 la Sony presentò quella che venne definita la prima macchina digitale, alla quale seguirono diversi modelli e sperimentazioni. Fu poi l’azienda Dycam a presentare alla fiera del computer, nel 1991, una macchina fotografica dalle prestazioni non ottimali, ma con la possibilità di trasportare direttamente sul pc gli scatti.
Articolo di Antonio Pinza-Quando avevo 3 anni volevo fare l’astronauta, oggi ho le idee molto meno chiare, ma d’altronde chi ha detto che bisogna avere un piano preciso? Nella vita ho “fatto” svariati lavori, praticato sport, viaggiato, letto e mangiato di tutto. Mentre continuo a perdermi nei meandri della mia esistenza scrivo su Vanilla Magazine.
Fonte-Vanilla Magazine