Liliana Segre -La memoria rende liberi – Edizioni Rizzoli-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
Liliana Segre -La memoria rende liberi –
-Edizioni Rizzoli-
Liliana Segre: La memoria rende liberi.(…) Liliana Segre:”Entrammo nel lager e ci trovammo di fronte a quella che ci parve un’allucinazione: vedemmo centinaia di donne-scheletro rapate, vestite a righe, che trascinavano bidoni, pietre, mentre schiere di diavolesse, le SS donne, le picchiavano selvaggiamente aizzando i cani contro di loro, in una furia di elementi, di fischi, di vento, di neve, di latrati… Era un inferno fatto di ghiaccio.
Il fuoco lo avremmo conosciuto dopo, quello dei crematori.
Senza capire niente, senza che ci rendessimo conto di cosa stava avvenendo, ci fecero entrare in una baracca, dove ci spogliarono di tutto, dei documenti, di quel pochissimo che ancora avevamo addosso.
La miniatura di mia madre che avevo al collo mi fu strappata brutalmente.
C’era chi piangeva, chi vomitava, chi pregava, chi si disperava. La nudità fu un trauma: a quel tempo le donne non erano abituate a mostrarsi e lo sguardo sprezzante degli uomini in divisa ci distrusse.
Ci sentivamo indifese, svilite, umiliate, ma non desiderate.
Il terrore per la nostra nudità non aveva nulla a che fare con il rischio di essere stuprate. Per i tedeschi noi eravamo una razza inferiore da disprezzare e deridere, non certo un oggetto del desiderio.
Ci spedirono poi da una donna che rapava a zero i capelli.
Dopo, non eri più la persona di prima.
L’essere “spogliata” anche dei capelli era l’ennesima umiliazione, ci veniva strappato di dosso anche il nostro ultimo, sottile strato di personalità.
Liliana Segre
Da: La memoria rende liberi.
Ed. Rizzoli
Foto| Associazione Figli della Shoah