CASTELNUOVO DI FARFA – FIUME FARFA: “diritto di pesca e diritti rivieraschi.”-Biblioteca DEA SABINA
Biblioteca DEA SABINA
CASTELNUOVO DI FARFA – FIUME FARFA: “diritto di pesca e diritti rivieraschi.”
libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Prima dell’incastellamento dell’attuale abitato di Castelnuovo, la vita si svolgeva nel “CASTELLI SANTI DONATI” -Nel medioevo la Pesca era consentita tutto l’anno anche nei giorni festivi- Nei corsi d’acqua si erano costruiti appositamente sbarramenti, chiuse , ed erano dotati di attrezzature per la pesca. Vicino al fiume “Farfario” vi erano molte capanne ad uso dei pescatori. L’Abbazia di Farfa era rifornita di pesce salato essiccato che proveniva dai possedimenti marini dell’Abbazia. I luoghi adibiti alla pesca erano chiamati “PISCARIA” come si può leggere nei documenti del 786 e 792 -Fonte cartulari di Farfa. I pescatori del fiume Farfa dovevano versare il 50% del pescato al monaco “PISCIONARIO” che era l’altra faccia del “GRASSATORE” presente alla macellazione del bestiame. I pescatori catturavano i crostacei e piccoli molluschi. La pesca e il consumo del pesce era favorito dalla Chiesa perché il Vangelo riporta parabole con soggetto i pesci. Il consumo del pesce, come allora credenza comune :”Il pesce placa la lussuria , mentre la selvaggina la eccita”. Con il disboscamento finalizzato all’acquisizione di terre da coltivare veniva meno l’utilizzo della caccia per uso alimentare e si intensifico la pesca, la quale come abbiamo detto era favorita dalla Chiesa .La Caccia, sino alla Rivoluzione francese, rimase diritto della nobiltà: ”Il Signore ha sugli uccelli dell’aria e sui pesci dell’acqua”. Gli Abati di Farfa permettevano la caccia nei boschi di loro proprietà dietro il versamento di una :”Decima Volucrum”. Sul fiume Farfa si svolgeva tutta la vita della comunità rurale perché il fiume era la “FORZA MOTRICE” per tutte le attività “industriali”: MULINI, concia delle pelli ecc . sino ad avere a Granica le famose “Ferriere”. Nei trattati, “DIRITTI RIVIERASCHI”, si codifica anche l’uso dell’acqua per l’abbeveraggio del bestiame. I “DIRITTI RIVIERASCHI”, documento del 1903, fu la base per la rivendicazione, e la successiva negoziazione da parte del Comune di Castelnuovo con ACEA la quale sottrae l’acqua del fiume Farfa per alimentare l’ACQUEDOTTO DELLE CAPORE . La trattativa Comune di Castelnuovo e ACEA fu instaurata , discussa e conclusa dal Sindaco Dott. MARIO PORFIRI. Voglio ricordare che i famosi 7lt/sec di acqua e i punti luce dell’illuminazione pubblica, uso gratuito, furono alcuni vantaggi, guadagnati dal Sindaco Dott. Mario Porfiri, che ,ancora oggi, sono a beneficio dei castelnuovesi.Credo che con l’avvento dell’APS tutti i diritti acquisiti dal Sindaco Dott. Mario Porfiri, sembrerebbe che siano andati perduti , così come lo storico acquedotto di CERDOMARE del quale sembrerebbe siano andate “perdute le tracce e l’acqua”.
Il capitolo completo è sul libro di Franco Leggeri :Castelnuovo , la riva sinistra del Farfa.
Foto allegate al post sono di-
Alessandra FINITI- Renato CARGONI